Disintegration - recensione
L'opera prima di V1 Interactive porta una ventata di aria fresca nel genere degli FPS.
La saga di Halo, tra le tante che si sono susseguite nel corso degli anni nell'industria videoludica, è tra quelle che ha saputo offrire al proprio pubblico un universo affascinante, ricco e coeso che è stato via via ampliato tramite prodotti crossmediali come libri, serie TV e fumetti.
Si tratta di una serie iconica dotata di un immaginario inconfondibile e di soluzioni di gameplay che hanno letteralmente fatto scuola nel campo degli FPS, settando nuovi standard che ancora oggi vengono religiosamente rispettati da chiunque voglia sviluppare un prodotto appartenente a questo genere.
Uno degli artefici di tale successo è stato Marcus Lehto, leggendario Creative Art Director di Bungie che si è occupato in prima persona della caratterizzazione dei personaggi, delle ambientazioni e di tanti elementi distintivi dell'epopea di Master Chief.
Dopo aver partecipato attivamente alla realizzazione di cinque dei più apprezzati titoli legati ad Halo, tuttavia, Lehto ha lasciato il proprio posto in Bungie per perseguire la strada dello sviluppo videoludico indipendente, fondando, nel 2014, lo studio noto come V1 Interactive. Inutile dire che, dato l'importante curriculum di Lehto e la presenza di altre figure piuttosto note nel mondo dei videogiochi all'interno del team, lo sviluppo della loro opera prima è stato seguito con particolare attenzione.
Oggi, dopo diversi anni di lavoro da parte di una squadra composta da circa 30 persone, siamo pronti a parlarvi del titolo di debutto di V1 Interactive, quel Disintegration che avevamo già avuto modo di elogiare in sede di preview della versione alpha multiplayer.
Al contrario di molti altri esponenti del genere, in cui il comparto multigiocatore rappresenta l'unica reale attrattiva del pacchetto, Disintegration è riuscito a sorprenderci con una campagna single player di assoluto valore la cui lore è stata sapientemente tratteggiata dagli sceneggiatori di V1 Interactive.
Ci troviamo in un futuro distopico in cui la Terra è stata flagellata da una serie di cataclismi devastanti come cambiamenti climatici repentini, carenza di cibo ed acqua e la diffusione di terribili pandemie virali, ha costretto l'umanità a cercare una via per poter affrontare il suo momento più buio ed evitare l'estinzione.
La soluzione, ideata da un team di scienziati provenienti da varie parti del globo, è un processo biomeccanico chiamato 'Integrazione'. Si tratta, in sostanza, di una procedura chirurgica tramite il quale è possibile espiantare il cervello delle persone e innestarlo in un corpo robotico, conservando i tratti caratteriali ma acquisendo una forma fisica priva dei bisogni fisiologici dell'uomo e immune alle malattie.
Nei piani iniziali, l'Integrazione doveva essere un espediente temporaneo che avrebbe consentito agli esseri umani di attraversare il periodo catastrofico che il pianeta stava vivendo senza rischiare di venire spazzati via e ideando, allo stesso tempo, una strategia per traghettare l'umanità verso un futuro più roseo.
Con il passare degli anni, tuttavia, un collettivo di androidi integrati denominati Rayonne ha iniziato a considerare questa procedura come il naturale passo successivo nell'evoluzione umana, rinunciando rapidamente all'idea di tornare in possesso dei propri corpi biologici.
Ben presto, dunque, i Rayonne hanno intrapreso azioni coercitive violente verso chiunque mostrasse insofferenza per questa nuova condizione esistenziale, arrivando ad attaccare con metodi brutali gli ultimi baluardi della società umana e instaurando un vero e proprio regime oppressivo sulla Terra: la guerra civile è inevitabile. Dall'altra parte della barricata, infatti, troviamo i Fuorilegge, un gruppo di Integrati che si battono per i diritti dell'umanità e che si augurano di poter tornare alla vita precedente.
Il nostro protagonista è Romer Shoal, un celeberrimo pilota di Gravicicli che ha ricoperto un ruolo fondamentale nel convincere la popolazione a sottoporsi al processo di Integrazione e che, dopo alcune peripezie, si unisce alle forze della ribellione contro il feroce Black Shuck e i Rayonne. La sua storia è fatta di luci ed ombre che il gioco esplorerà nel corso della campagna e che lo porteranno a redimersi da alcuni errori commessi in passato.
Ovviamente non vogliamo anticiparvi nulla sui fatti che si susseguiranno nel corso della trama per non rovinarvi il gusto della scoperta ma ci preme sottolineare come il lavoro svolto da V1 Interactive sia assolutamente convincente sia in termini di soluzioni narrative che sotto l'aspetto del ritmo.
La trama, infatti, viene raccontata attraverso brevi intermezzi filmati sempre piuttosto piacevoli da seguire e privi di qualsiasi tipo di narrazione didascalica che avrebbe spezzato troppo il flusso dell'azione, vero fiore all'occhiello della produzione.
Già, perché se da una parte abbiamo apprezzato parecchio lo sforzo del team di proporre una storia originale e sfaccettata come quella di Disintegration, dall'altra è facile notare che la maggior parte degli sforzi di V1 Interactive si sia concentrata sulla creazione di una formula di gameplay alquanto inedita e galvanizzante. La struttura è quella di uno sparatutto in prima persona fortemente caratterizzato da un'interessante ibridazione con il genere degli strategici in tempo reale.
I Gravicicli, potenti velivoli da combattimento equipaggiati con le armi più disparate, dunque, assumono un ruolo di primo piano nell'economia del gioco in quanto, grazie alla loro capacità di fluttuare a diversi metri dal suolo, offrono al giocatore la possibilità di analizzare dall'alto il campo di battaglia in modo da imbastire efficaci tattiche offensive e colpire i nemici sfruttando i loro punti deboli. Il nostro Romer, inoltre, viene messo a capo di una squadra di fanteria terrestre che attenderà i suoi ordini per attaccare o utilizzare abilità speciali.
Sorvolando il terreno di gioco, quindi, potrete muovere i vostri alleati, indirizzare la loro potenza di fuoco verso obiettivi specifici e farli interagire con punti di interesse utili a progredire nella campagna, il tutto con la semplice pressione di un tasto. Se c'è un merito che va riconosciuto a Marcus Lehto e soci, invero, è quello di essere riusciti a realizzare uno schema di comandi molto intuitivo che permette agli utenti di entrare subito in confidenza con il Graviciclo e muoverlo senza problemi nelle tre dimensioni dispensando, allo stesso tempo, ordini e fuoco di copertura dall'alto.
In aggiunta a questo, comunque, sono disponibili una serie di abilità attive uniche per ciascun componente della squadra che contribuiscono a stratificare le varie tattiche di combattimento che sarà possibile eseguire. Grande importanza è stata conferita alla meccanica di 'stordimento' degli avversari che, dopo aver subito un determinato quantitativo di danni, entrano in stato critico e possono essere eliminati in pochi colpi prima che inizino a rigenerarsi: sarà essenziale scorgere l'attivazione di questo malus in modo da poter abbattere facilmente gli antagonisti più coriacei.
Le skill dei nostri alleati, pertanto, vanno dalla semplice granata stordente (che può attivare lo stato critico per tutti i nemici presenti in una determinata area d'effetto) al campo di rallentamento (capace di fermare il tempo in ampie porzioni dello scenario) passando dalla raffica di mortaio utile per infliggere danni devastanti. Ciascuna delle abilità può essere impiegata a piacimento, a patto di attendere per un breve periodo di cooldown tra un utilizzo e l'altro.
Tutti i personaggi possono essere potenziati raccogliendo degli speciali Chip nel corso della campagna che verranno spesi per incrementare la loro potenza di fuoco, resistenza ai danni, i tempi di recupero delle skill e tanto altro, pertanto l'esplorazione degli ambienti assume un ruolo inaspettatamente rilevante. Sia chiaro, però: siamo ben lontani della raffinata gestione delle statistiche tipica degli RTS ma si tratta comunque di un buon modo per personalizzare l'esperienza favorendo alcuni aspetti dell'evoluzione dei combattenti a discapito di altri.
Siamo di fronte ad una campagna single-player senza alcun difetto? Naturalmente no. Le missioni che compongono la storia del gioco mostrano rapidamente il fianco ad una certa ripetitività di fondo, forse dovuta al particolare stile di gameplay adottato che non permette al giocatore di scendere dal Graviciclo o di svolgere attività diverse da quelle di comando.
In aggiunta a questo, inoltre, bisogna segnalare la lieve mancanza di varietà in termini di truppe nemiche che troppo spesso finiscono per somigliarsi tra loro e non rappresentano mai una reale minaccia per il giocatore, anche a causa di un'Intelligenza Artificiale tutt'altro che rifinita.
Tecnicamente, infine, Disintegration si attesta su buoni livelli: la direzione artistica è curata nei minimi dettagli e l'universo immaginato da V1 Interactive è affascinante quanto basta per accendere l'interesse del giocatore e dargli un motivo valido per proseguire nell'avventura per giocatore singolo.
La modellazione poligonale dei personaggi e degli avversari non è sicuramente tra le migliori che abbiamo vedere in tempi recenti ma è sufficiente a reggere il peso dell'ambizione del gioco senza mostrare troppe incertezze. Buono, invece, il lavoro svolto sul level design, sempre piuttosto pulito e leggibile.
Per il momento possiamo dirvi che Disintegration è un titolo dall'identità molto definita che cerca di portare una ventata d'aria fresca in un mercato affollatissimo come quello degli FPS. L'ibridazione con il genere degli strategici in tempo reale è un'idea che funziona bene nella campagna single player ma che lascia spazio a dubbi sui frenetici campi di battaglia multigiocatore (come avevamo già detto in sede di anteprima). V1 Interactive si presenta all'appuntamento con i giocatori con un prodotto tutto sommato piacevole da giocare e che lascia ben sperare sui lavori futuri di questo giovane studio di sviluppo.
Prima di dare un voto, però, resta da saggiare a fondo la bontà del comparto multigiocatore, una componente fondamentale per la riuscita del progetto sul lungo periodo. Torneremo di certo a parlarne nei prossimi giorni, quando i server saranno più popolati e potremo giocare il necessario numero di sessioni per dare un giudizio compiuto.