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Disney Infinity 3.0, piccoli mondi crescono - recensione

Basterà Star Wars a far fare il salto di qualità alla serie?

Il mercato dei toys-to-life, ovvero quello che abbina dei giocattoli all'esperienza virtuale, è sempre più competitivo e ricco. Oltre ad Activision, che con Skylanders ha dato vita a questo segmento di mercato, sono entrati in competizione colossi come LEGO e Nintendo, ognuno con le sue idee e i suoi punti di forza, ma nessuno ancora in grado di rivaleggiare con la serie nata come semplice spin-off di Spyro.

A questa competizione non poteva non partecipare Disney, l'azienda che detiene le licenze di alcuni dei marchi più famosi e amati del mondo, come Marvel, Star Wars, Pixar e ovviamente quelle legate ai tanti classici cartoni animati che tutti abbiamo imparato ad amare. Con Disney Infinity, l'azienda americana aveva l'ambizione non solo di ritagliarsi una cospicua fetta di questo lucrativo mercato, ma anche di creare una piattaforma in grado di raccogliere e unire tutti questi universi sotto un unico tetto.

Un obiettivo riuscito solo in parte, dato che dal punto di vista estetico e qualitativo le statuette create per il videogioco sono eccellenti e riescono a mantenere una certa uniformità estetica nonostante ritraggano personaggi e mondi distanti, letteralmente, anni luce. D'altra parte l'esperienza e le possibilità di Disney in questo campo hanno davvero pochi rivali.

L'Alba della Repubblica è ambientata durante la Guerra dei Cloni.

La sua esperienza nel campo dei videogiochi, però, è tutt'altro che vasta, caratterizzata com'è da insuccessi come Split Second ed Epic Mickey. Tale immaturità è emersa anche durante le prime uscite di Disney Infinity, un prodotto dalle grandissime potenzialità, ma che ha sempre fallito nell'avere una collocazione di mercato ben precisa, oltre che una solida base ludica sulla quale appoggiarsi.

Il segmento toys-to-life, infatti, richiama subito alla mente i più piccoli, ma in realtà Disney Infinity ha sempre dovuto puntare su di una fascia di popolazione più adulta, un po' per via di un gameplay non semplice e spesso non lineare, un po' per la presenza del celebre editor di gioco, uno strumento potente e flessibile, ma difficilmente in grado di essere domato da persone che non sanno leggere o con una limitata manualità.

L'arrivo degli eroi Marvel con la versione 2.0 ha alzato un po' l'età media della produzione, anche se questo ha fatto emergere maggiormente il secondo problema: una struttura ludica ancora insufficiente. Per Disney Infinity 3.0, dunque, alla Disney hanno pensato di ingaggiare alcuni studi esterni; il marketing propone sempre Ninja Theory per i combattimenti e Sumo Digital per le sezioni di guida, ma sono tanti gli studi più o meno famosi che hanno partecipato alla realizzazione del gioco, così da migliorare l'ossatura ludica di questa iterazione.

Una mossa intelligente e che ha portato buoni risultati, anche se forse si nota ancora la mancanza di una regia forte che guidi il prodotto, ancora piuttosto grezzo sotto alcuni punti di vista. Nel Play Set L'Alba della Repubblica, per esempio, verremo gettati nel bel mezzo delle vicende che hanno ispirato la Guerra dei Cloni e dovremo condurre Anakin o Ahsoka, i due personaggi contenuti all'interno del set, tra le più famose location della saga come Tatooine, Naboo, Coruscant e Geonosis.

Ahsoka e Anakin sono personaggi piuttosto simili da controllare.

I passi in avanti sono facilmente notabili, a partire da un sistema di combattimento progressivamente più profondo, fluido e pulito, che consente di divertirsi sia a coloro che premono solo un tasto, sia a coloro che sono alla ricerca di una sfida più impegnativa. Grazie all'albero delle abilità, sfortunatamente un po' troppo simile per ogni Jedi, potremo sbloccare progressivamente un sistema di parata più efficace, nuove combo volanti e colpi speciali, grazie ai quali combattere i tanti nemici sparsi per i vari livelli.

Anche dal punto di vista grafico il lavoro è notevolmente migliorato e si è passati dall'anonima e spoglia Manhattan degli Avengers del 2.0 a tanti pianeti, ben riprodotti, dell'universo di Star Wars.

L'occhio più critico, invece, nota ancora qualche problema con i salti, che a volte finiscono nel vuoto, nell'intelligenza artificiale, soprattutto durante le corse a bordo dei mezzi, e in una generale pulizia dell'esperienza, che non risulta essere particolarmente user-friendly soprattutto per i più piccoli, costretti a orientarsi tra i vicoli e i dislivelli della capitale dell'impero, a evitare ostacoli e navi avversarie in frenetiche battaglie spaziali o a gestire una telecamera incapace di seguire l'azione. In quel caso l'aiuto di un genitore o di qualcuno con un po' più di abilità consentirà di arrivare alla fine dell'avventura dopo circa 5 ore, con tanti extra e missioni secondarie ancora da sbloccare.

Per fortuna gli sviluppatori hanno deciso di non precludere nulla o quasi dell'avventura a chi non possiede una specifica statuetta. Il rovescio della medaglia è che i personaggi dati in bundle sono un po' troppo simili tra di loro e forse un personaggio dotato di pistola laser avrebbe garantito maggiore varietà al gameplay. Certo, Anakin ha la possibilità di richiamare a sé i nemici grazie ai poteri della forza, mentre Yoda sarà molto più mobile e veloce, ma il gioco non cambia radicalmente da un personaggio all'altro.

Le corse sono migliorate grazie all'intervento di Sumo Digital.

Tutto questo senza considerare che l'arco narrativo è forse il meno affascinante della saga e che molti, probabilmente, non vedranno loro di mettere le mani sul Play Set dedicato alla trilogia classica o al nuovo film in uscita nelle sale a fine anno. Anche perché tutti i personaggi della saga saranno compatibili con tutti i Play Set di Star Wars e quindi potrete rigiocare L'Alba delle Repubblica impersonando Darth Vader o Luke.

Una volta completata L'Alba della Repubblica non vi rimarrà altro che fiondarvi tra le centinaia di livelli ed esperienze create e condivise dagli utenti, recuperare uno dei Power Disc che verranno commercializzati, ognuno contenente veri e propri giochi, come circuiti sui quali correre in stile Mario Kart, o di comprare il Play Set di Inside Out, il nuovo film di Pixar. Questo Play Set, infatti, propone un gameplay molto diverso da quello dedicato a Star Wars, con una successione di livelli platform bidimensionali e tridimensionali di ottima fattura, ben architettati e colorati, ricchi di segreti e sfide da completare. Confrontare le due esperienza aiuta a capire la flessibilità degli strumenti messi a disposizione da Disney per creare sempre nuove esperienza.

Anche in questo caso si nota un po' di mancanza di pulizia e semplificazione nella gestione dei menu e di tutta l'esperienza, ancora troppo testuale e divisa in comparti stagni per piacere ad ogni età, ma i passi in avanti sono notevoli, forse non negli strumenti dati ai più abili costruttori, ma nella riorganizzazione della Scatola dei Giochi in parti tematiche, nelle quali trovare nuove avventure o consigli su come realizzare le proprie, partendo da zero o chiedendo aiuto ai diversi costruttori, che agiranno in base ai vostri dettami. In ogni caso dentro la scatola dei giochi troverete nuove sfide, 9 circuiti e tante cose altre cose per prolungare ulteriormente l'esperienza.

Il Play Set di Inside Out offre diversi livelli platform in 2 e 3D.

Nel caso in cui siate pigri o privi di talento come il sottoscritto nel costruire nuovi mondi, potrete fiondarvi online e scaricare i livelli creati dagli utenti, organizzandoli in base ai voti ricevuti o all'approvazione di Disney. I risultati sono eccellenti sia dal punto di vista tecnico, sia da quello del gameplay, e prolungheranno notevolmente la durata dell'esperienza, in attesa di nuove espansioni ufficiali.

Quelle vecchie, infatti, a differenza dei personaggi, non sono compatibili con Disney Infinity 3.0 e potrete utilizzarle solo con la versione del gioco a loro dedicata. Quindi potrete creare livelli nei quali Elsa, Ironman e Obiwan giocano insieme, ma non potrete sperimentare il nuovo sistema di combattimento nella vecchia avventura degli Avengers.

Altra piccola tirata di orecchie a Disney: il primo anno nello Starter Pack trovammo tre personaggi e tre Play Set, lo scorso anno tre statuette, un Play Set e un disco con una serie di giochi, mentre quest'anno solo due personaggi e un solo Play Set. Ok che la qualità dell'esperienza è superiore, ma l'involuzione è evidente.

Nonostante questi difetti, Disney Infinity 3.0 è senza dubbio il miglior capitolo creato finora, non solo per la cura con la quale sono confezionati i due Play Set proposti al lancio, ma per le innovazioni al cuore ludico del gioco che consentiranno agli utenti di creare nuove e interessanti esperienze.

8 / 10