Dissidia: Final Fantasy
Nuovo capitolo della saga. Sempre in tasca.
Lo devo ammettere: quando venne annunciato Dissidia: Final Fantasy la mia prima reazione fu un moderato fastidio, alimentato se non altro dalla forte sensazione che si trattasse dell'ennesimo spin-off confezionato ad arte da Square Enix. Mi sono più volte interrogato sulla scelta di voler invadere l'impervio territorio dei picchiaduro ad incontri, scomodando alcuni tra i personaggi più amati di sempre. Le prime immagini, benché fossero prova di un comparto tecnico di pregevole fattura, mostravano mostri sacri come Cloud, Squall, Jecht e rispettivi rivali tutti intenti a darsele di santa ragione. La risposta mi è giunta tra le mani insieme alla versione nipponica del gioco, ed è stata una piacevolissima sorpresa.
Dissidia è infatti un ideale punto di incontro verso il quale far convergere svariati protagonisti della più acclamata serie ruolistica giapponese. I dubbi potevano anche essere leciti (soprattutto a seguito di roba come Dirge of Cerberus), ma alla prova dei fatti Square ha dato dimostrazione non solo di lungimiranza, ma anche di grande rispetto per i milioni di fan sparsi nel globo. La trama vede Caos, dio della discordia, contrapposto a Cosmo, dio dell'armonia. Le due divinità combattono l'uno contro l'altro da tempo immemorabile senza alcuna soluzione di continuità. Tanto basta per farvi capire che si tratta chiaramente di un banale pretesto per coinvolgere gli storici personaggi della serie, eppure non possiamo che constatare un più che riuscito mix tra picchiaduro e gioco di ruolo.
L'impressione iniziale sarà quella di un titolo prevalentemente action, ma basteranno poche ore di gioco per capire che al di là della facciata si cela una profondità degna dei più altisonanti esponenti della saga. È bene chiarire che, anche se le dinamiche di combattimento sembrano ricalcare quelle dei normali picchiaduro 3D, qui la complessiva libertà d'azione è sicuramente maggiore. Gli scenari sono sufficientemente ampi e offrono notevoli possibilità di manovra. Non dovremo quindi preoccuparci soltanto di attaccare e parare, ma avremo anche modo di schivare i colpi avversari saltando su piattaforme sopraelevate e raggiungendo di volta in volta porzioni di location a noi favorevoli.
Il tasto triangolo sarà deputato a particolari mosse che, a seconda degli elementi ambientali, daranno vita a coreografiche acrobazie rendendo gli scontri molto più dinamici e imprevedibili di quanto ci saremmo aspettati. Gli stage sono quindi da intendersi come vere e proprie arene, in cui muoversi e interagire in piena libertà. La perizia della telecamera nel seguire in maniera fulminea ogni nostro spostamento rende il tutto altamente spettacolare, offrendo sempre al giocatore la miglior visuale possibile.
Ad onta di un comparto grafico sicuramente eccezionale, l'impatto col sistema di combattimento è stato a prima vista spiazzante (causa anche l'impenetrabilità semiotica nell'analizzare un titolo in lingua giapponese). Dopo aver scelto il vostro personaggio scegliendolo tra le fazioni di Cosmo e quelle di Caos, vi ritroverete a combattere potendo contare essenzialmente su due tipologie di attacco: quelli standard affidati al tasto Quadrato, e le "Brave" utilizzabili tramite il tasto Cerchio. La differenza tra i due nasconde in realtà un retrogusto tutto strategico che va ben oltre le normali dinamiche del genere. Le mosse Brave servono in pratica a diminure i punti difesa dell'avversario, per poi passare prontamente agli attacchi fisici che andranno ad intaccare la barra della salute. Potrebbe sembrare una feature di poco conto, ma nell'irruenza degli scontri svolge invece un ruolo predominante tra le scelte affidate al giocatore. Bandita la pressione casuale dei tasti d'attacco: qui si combatte usando la testa.