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Divinity II: Ego Draconis

Buone le idee, modesta la realizzazione.

La possibilità di trasformarsi in drago, per esempio, elemento fra i più pubblicizzati del gioco, una volta ottenuta si dimostra poco incisiva e in generale molto meno gratificante di quanto sarebbe potuta essere.

È un vero peccato, perché sotto altri punti di vista quella di Divinity II si rivela un'esperienza piuttosto godibile. Il livello di difficoltà è piacevolmente impegnativo e costringe ad affrontare i combattimenti senza buttarsi a testa bassa nella mischia, ma pianificando un minimo di strategia a seconda delle creature affrontate.

Si dimostra particolarmente interessante la gestione delle missioni secondarie, piuttosto varie e divertenti, oltre che utilissime per guadagnare preziosi punti esperienza con cui far crescere il proprio personaggio. Molte di queste missioni possono essere sbloccate sfruttando il potere che permette di leggere nella mente dei personaggi non giocanti in cambio di una piccola quantità di esperienza.

Utilizzando sapientemente questa abilità è possibile scoprire dettagli extra sul mondo o sulla trama principale e, in alcune occasioni, appunto, sbloccare divertenti missioni secondarie. Considerando che nel mondo del gioco non è previsto alcun tipo di respawn dei nemici (dettaglio che, a volte, porta ad affrontare lunghi tratti di strada senza incontrare anima viva), completare il maggior numero possibile di quest si rivela fondamentale per salire di livello e affrontare ad armi pari le insidie delle missioni più avanzate.

Su Xbox 360, la versione da noi testata, il sistema di controllo è stato distribuito intelligentemente fra i tasti del pad, rendendo un'esperienza normalmente fruibile tramite la combinazione di mouse e tastiera, comoda anche con un semplice joypad.

Purtroppo la trasformazione in drago, potenzialmente fantastica, non si rivela così eccitante una volta sbloccata.

Il grilletto destro viene utilizzato per saltare o, durante i combattimenti, per effettuare rapide schivate in acrobazia. A ogni tasto frontale può essere associato un tipo di attacco (magia, abilità, arma, e via dicendo), mentre alla croce direzionale possono essere assegnate pozioni di vario tipo.

Dal punto di vista tecnico il gioco sviluppato dai Larian Studios si rivela piuttosto altalenante. Se da una parte si rimane sinceramente colpiti dalla qualità di alcune texture e dalle meravigliose fonti di illuminazione che donano alle ambientazioni la giusta atmosfera fantasy surreale, non si possono non notare le pessime animazioni del protagonista e delle creature che popolano il mondo di Rivellon.

A questo si aggiunge un frame rate costantemente al di sotto dei 30 fotogrammi al secondo, elemento sinceramente difficile da digerire considerando il resto dei titoli disponibili per Xbox 360.

Considerando il ridotto numero di alternative per gli amanti del genere, soprattutto su Xbox 360, questo Divinity II può rivelarsi un acquisto da tenere in considerazione, a patto che siate appassionati di questa tipologia di giochi, che lo troviate a un prezzo contenuto e, soprattutto, che abbiate già completato in tutte le salse lo splendido Dragon Age Origins.

VOTO
7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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