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Divinity: Original Sin Enhanced Edition - recensione

Un'avventura epica e un RPG imperdibile...Anche su console?

Non si può certo affermare che i ragazzi di Larian Studios siano gli ultimi arrivati all'interno dell'industria videoludica ma in certi casi anche software house affermate e dotate di una buona fanbase hanno bisogno di riniziare da zero e di fare un passo indietro ritornando alle origini del proprio successo, un successo da sempre legato alla saga di Divinity.

Il team belga ha lanciato questa serie RPG nel 2002 con Divine Divinity arrivando a pubblicare altri tre titoli legati al franchise nei successivi undici anni. L'accoglienza riservata a queste produzioni è stata piuttosto positiva soprattutto per quanto riguarda i primi titoli ma gli sviluppatori non sono mai riusciti a dimostrare a pieno il proprio talento e le potenzialità del mondo di Rivellon. C'era bisogno, in questo senso, di Kickstarter e di quel crowdfunding in certi casi abusato ma in altri quanto mai fondamentale.

Il 27 marzo 2013 la campagna Kickstarter di Divinity: Original Sin venne ufficialmente lanciata con l'obiettivo di raccogliere $400.000, una cifra che venne di gran lunga superata e che, grazie anche alle donazioni avvenute tramite PayPal, superò addirittura il milione di dollari. Lo studio di Ghent riuscì così a confezionare un progetto estremamente ambizioso che ha raccolto consensi pressoché unanimi e che, grazie all'accordo con Focus Home Interactive, sbarca ufficialmente anche su PS4 e Xbox One in una versione rivisitata e pensata appositamente per chi a mouse e tastiera preferisce gli analogici e i grilletti. Riuscirà Divinity: Original Sin Enhanced Edition a convincere anche un pubblico che in certi casi non ha mai avuto a che fare con un autentico cRPG?

Nelle prime battute della nostra avventura dovremo creare i nostri due personaggi principali scegliendo classi, abilità iniziali e aspetto. Tra le novità di questa Enhanced Edition troviamo anche la classe dell'Inquisitore.

Essere un Cacciatore della Sorgente in quel di Rivellon è un ruolo estremamente importante e prestigioso, un ruolo che permette di vivere avventure incredibili e di combattere misteriose creature all'interno di ambienti quanto mai affascinanti. In certi casi, però, i Cacciatori devono cimentarsi in compiti minori, in incarichi apparentemente semplici e innocui ma che potrebbero nascondere insidie inaspettate.

L'avventura dei nostri due protagonisti inizia proprio con una mansione tutto sommato semplice: scoprire chi ha ucciso una figura di spicco della politica della cittadina portuale di Cyseal e consegnarlo alla giustizia. Un compito abbastanza semplice per degli avventurieri che normalmente hanno a che fare con gli Origomanti, un gruppo di letali maghi che cercano di sfruttare il potere di una potente e potenzialmente pericolosa fonte magica denominata la Sorgente. Semplice ma non troppo dato che presto scopriremo che dietro ad un semplice omicidio si nasconde una vicenda decisamente più complessa e delicata per il benessere di tutta Rivellon. I nostri due protagonisti saranno, quindi, catapultati in un'epopea che li porterà ad esplorare in lungo e in largo zone diverse del mondo di gioco trovandosi di fronte pericoli e insidie che metteranno a dura prova le loro (e le nostre abilità).

Quello di Divinity: Original Sin è un incipit non troppo originale ma che schiude di fronte ai nostri occhi un plot ben orchestrato e gestito con tempi e modi particolarmente azzeccati anche grazie ad accorgimenti che migliorano ulteriormente il comparto narrativo della produzione. Poter fare affidamento su un lore vasto come quello creato da Larian Studios è, insieme alla presenza piuttosto corposa del doppiaggio, uno dei punti di forza della narrazione di questo titolo ma una delle chicche più apprezzabili è la presenza di dialoghi tra i due personaggi principali e i companion, sempre pronti ad esprimere le proprie opinioni sugli ultimi combattimenti e sulle ultime vicende di certe quest. Questi particolari scambi di battute sono dei piccoli diversivi piuttosto interessanti che hanno, inoltre, il merito di avere un impatto sulla personalità stessa dei Cacciatori della Sorgente e sul loro atteggiamento verso gli NPC.

La visuale dall'alto del titolo Larian Studios ci permette di ammirare un comparto grafico di buona fattura che si basa su un engine creato internamente dalla software house belga.

Dopo aver scelto il livello di difficoltà (tra i quali spiccano anche due nuove modalità come l'Explorer Mode e l'Honour Mode, rispettivamente per giocatori alle prime armi e per esperti del genere) ci troveremo di fronte alla schermata di creazione dei nostri Cacciatori, la coppia di eroi che ci accompagnerà per tutta la nostra avventura. La personalizzazione passa ovviamente attraverso la scelta del nome e dell'aspetto dei personaggi ma soprattutto dalla classe di appartenenza e dalle abilità iniziali utilizzabili.

Quello studiato dalla software house belga non è, in ogni caso, un sistema legato a classi troppo rigide dato che partendo da degli archetipi più o meno classici sarà comunque possibile specializzarsi in certe abilità oppure scegliere strade completamente diverse andando a creare il personaggio che più ci aggrada. Salire di livello ci fornirà, infatti, punti attributo, abilità e talenti che gestiti sapientemente ci permetteranno di creare un party (fino a un massimo di quattro componenti) affiatato e in grado di gestire ogni situazione. Un mago potrebbe così diventare una sorta di ibrido in grado di creare scompiglio nelle file avversarie anche con spade e asce e allo stesso tempo un ladro abituato a muoversi nell'ombra potrebbe abbinare le proprie capacità furtive all'utilizzo di un arco.

La gestione aperta di classi, abilità e talenti non vincola eccessivamente i giocatori dando la possibilità di aggiustare il tiro nel caso in cui manchino certe capacità fondamentali per sopravvivere a scontri con un particolare tipo di nemici o per completare al meglio alcune quest. Proprio le missioni di Divinity: Orginal Sin Enhanced Edition ci hanno ancora una volta stupito grazie ad una varietà di situazioni proposte assolutamente invidiabile. Dalla missione più piccola e secondaria a quelle principali e più complesse ci troveremo a dover sfruttare il nostro carisma e le nostre abilità di persuasione, a risolvere puzzle ed enigmi ambientali basati sugli elementi o su leve e marchingegni più o meno complessi, ad esplorare contorti dungeon ricchi di trappole e insidie o semplicemente a menar le mani per farci strada verso il nostro obiettivo. In ogni caso la strada da percorrere e il metodo da utilizzare per completare le quest non saranno praticamente mai esplicitamente spiegati e starà a noi comprendere il da farsi attraverso l'esplorazione o le nostre intuizioni.

Questa sorta di automa è uno dei primi veri boss che ci troveremo di fronte e sfruttare semplicemente le abilità del nostro party potrebbe non essere sufficiente per salvarci la pelle.

Quando sarà il momento di usare la forza bruta, per quanto in moltissimi casi si tratti solamente di una soluzione alternativa, sfrutteremo un sistema a turni complesso e ben studiato che oltre al sapiente utilizzo delle abilità dei personaggi ci costringerà a studiare attentamente e a sfruttare a nostro vantaggio il terreno dello scontro. Ogni personaggio sarà in grado di sfruttare un certo quantitativo, condizionato dai suoi attributi, di punti azione per spostarsi, utilizzare talenti e oggetti o attaccare direttamente con l'arma equipaggiata. Ogni tipologia di nemici sarà ovviamente caratterizzata da delle resistenze e da delle debolezze e l'equipaggiamento del party dovrà di conseguenza essere modificato anche in base alle caratteristiche dei nostri avversari.

Al di là di questo funzionamento classico per ogni strategico a turni, creare o sfruttare delle situazioni favorevoli ci permetterà di sopravvivere in molte occasioni. Un gruppo di banditi è posizionato su una pozzanghera? Un dardo elettrico avrà un effetto potenziato che molto probabilmente stordirà i nostri avversari. Una mezza dozzina di zombie si sta dirigendo compatto verso di noi? Creiamo una macchia d'olio e diamole fuoco. Questi sono solo due esempi di quanto il combat system di Divinity: Original Sin Enhanced Edition sia estremamente complesso dato che, naturalmente, anche i nemici sfrutteranno a proprio vantaggio queste situazioni e in alcuni casi non avranno alcuna pietà verso un giocatore non sufficientemente attento e strategicamente preparato.

Oltre ai nuovi personaggi, nuove quest e missioni rivisitate e un doppiaggio migliorato, questa versione rivisitata può contare principalmente su due novità fondamentali: la co-op offline in split screen e un sistema di controllo pensato appositamente per i controller di PS4 e Xbox One. La co-op drop in/drop out si comporta bene e permette a chiunque di entrare nella partita e prendere il controllo di uno dei due eroi principali. Il titolo sfrutta, inoltre, uno split screen dinamico con la schermata che si dividerà solamente quando i due giocatori saranno particolarmente lontani.

Alcune quest potranno essere risolte attraverso il dialogo e avere un personaggio dotato di un buon livello di carisma si rivelerà fondamentale per avere la meglio in questo particolare minigioco.

Per quanto riguarda i controlli, il lavoro su questa Enhanced Edition è, come nel caso della Director's Cut di Wasteland 2, davvero encomiabile e nonostante qualche difficoltà nelle battute iniziali causate da una gestione dell'inventario leggermente macchinosa, ci troviamo di fronte a un sistema di controllo ottimamente implementato che sfrutta gli analogici per lo spostamento e per la gestione della telecamera, i pulsanti frontali per i dialoghi e la gestione delle abilità e i bumper e i grilletti per la navigazione nell'inventario e la selezione dei singoli personaggi del nostro party.

Dando un'occhiata al comparto tecnico della produzione non possiamo non dichiararci soddisfatti da una grafica che nonostante la visuale dall'alto si rivela estremamente curata, merito di un engine creato internamente dalla software house belga e di un'attenzione per i dettagli lodevole. Particolarmente positivo anche il sonoro con musiche di ottima fattura, anche se forse leggermente troppo ripetitive, e dialoghi in inglese che possono contare su una recitazione degna dei titoli tripla A più blasonati. Non può che farci piacere notare, inoltre, la presenza di un'ottima localizzazione in italiano per tutti i dialoghi e per ogni singola sezione dei menù e dell'interfaccia di gioco.

Il lavoro di Larian Studios e di Focus Home Interactive ci mette di fronte ad un titolo mastodontico, un RPG pressoché perfetto e che probabilmente si rivelerà fin troppo ostico per coloro che non riusciranno ad assorbire il primo impatto con una struttura di gioco priva di qualsivoglia linearità e poco guidata. In Divinity: Original Sin Enhanced Edition morirete e lo farete spesso e in alcuni casi vi ritroverete a vagare senza meta e con pochissime indicazioni precise su come proseguire ma se avrete la capacità di superare questi "ostacoli" potrete apprezzare a pieno quello che, a conti fatti, è il miglior rappresentante di questa seconda giovinezza degli RPG vecchia scuola.

9 / 10