Skip to main content

Donkey Kong Country Returns

Un entusiasmante ritorno al passato.

Come testimonia il nostro speciale pre-E3, tra i miei desideri utopicamente proibiti riguardo alla fantasmagorica convention californiana c'era il ritorno in pompa magna dei grandiosi Retro Studios. Il silenzio che ormai da qualche anno circondava i piani della software house texana si era del resto fatto davvero opprimente, e la mancanza dei talentuosissimi creatori della serie Metroid Prime all'interno del panorama Wii stava iniziando a farsi dolorosamente sentire.

Quando durante la roboante conferenza Nintendo Reggie Fils-Aime ha annunciato, sulle inconfondibili note del tema principale di Donkey Kong, il ritorno del vecchio scimmione con un reboot della serie ad opera del team di Austin, la sorpresa è stata allora doppia: in pochi in effetti si sarebbero attesi un comeback del franchise, e in ancor meno avrebbero immaginato che l'operazione di nostalgico rinnovo sarebbe stata affidata proprio ai Retro Studios.

Tocca così ancora una volta alle prodigiose menti capaci di assicurare una diversa direzione e un'inedita prospettiva alla saga di Metroid il delicato compito di dare nuovo lustro a una IP storica di Nintendo, coniugando alla perfezione passato e futuro per offrire nientemeno che ”il miglior Donkey Kong mai creato” (per citare le esatte parole proferite da Sua Maestà Shigeru Miyamoto nell'aprile 2008, durante l'incontro preliminare in cui DK ed e Retro hanno ufficialmente incrociato i rispettivi destini).

Donkey Kong Country Returns è una meraviglia tecnica ma anche e soprattutto artistica.

Nulla da dire: l'impresa sulla carta pare piuttosto monumentale, eppure gli sviluppatori sembrano avere tutte le carte in regola per farcela (anche se è facile immaginare che il passaggio dalle tetre atmosfere sci-fi in cui si svolgono le avventure di Samus al colorato esotismo in salsa cartoon del gorilla più famoso dei videogames possa essere stato sulle prime abbastanza shockante!).

Per quanto ho avuto modo di vedere e provare in quel di Los Angeles (quattro livelli a uno stadio di sviluppo apparentemente più che avanzato), la direzione intrapresa è ad ogni modo quella giusta: Donkey Kong Country Returns si presenta infatti come un grandioso ritorno alle origini, per un videogame capace di conquistare i giocatori di nuovo corso e di entusiasmare i fan di lunga data.

Sono bastati in effetti pochissimi istanti per farmi sentire ancora una volta a casa, come se fosse nuovamente il 1994: a dispetto dei controlli inaspettatamente rinnovati e di cui vi parlerò a breve, il feeling è esattamente quello dell'originale, tra banane disseminate ovunque, segreti a profusione, barili, forsennate corse al limite con i carrellini da miniera e quant'altro.