Doom Eternal - recensione
La furia dell'Inferno in versione tascabile.
Prendete un uomo solo contro orde di famelici demoni assetati di sangue, aggiungete il suono delle pallottole che sibilano nell'aria, i versi rabbiosi dell'esercito infernale e una colonna sonora heavy metal indimenticabile. A questo punto mescolate il tutto con un gameplay ipercinetico e con un level design allo stato dell'arte. Cosa otterrete? Doom Eternal, il secondo capitolo del reboot della leggendaria serie di id Software che ha saputo reinventarne l'immaginario, aggiornandolo per adattarsi ad un pubblico di nuova generazione.
Il lancio del gioco, nel marzo di quest'anno, è stato accolto con entusiasmo da critica e pubblico che hanno saputo apprezzarne le qualità ludiche e quelle tecniche, incoronandolo come uno dei titoli più belli dell'anno, al punto da figurare nella lista dei papabili Game of the Year all'appuntamento del 2020 dei Game Awards. Doom Eternal era previsto per PS4, Xbox One, PC, Google Stadia e Nintendo Switch, sebbene quest'ultima versione sia stata rimandata a data da destinarsi pochi giorni prima del day-one, generando qualche preoccupazione tra gli appassionati. I mesi successivi sono passati senza particolari aggiornamenti sull'edizione per l'ibrida di Nintendo e qualcuno ha iniziato a paventare l'ipotesi di una cancellazione totale del progetto.
Come la proverbiale fenice che risorge dalle ceneri, tuttavia, Doom Eternal è stato finalmente rilasciato su Switch ed è tornato a fare sentire tutta la sua travolgente potenza anche sulla portatile della grande N con una conversione di tutto rispetto. Dopotutto, la piccola console del colosso nipponico ha già dimostrato di poter gestire brillantemente alcuni pesi massimi dell'industria, titoli del calibro di The Witcher 3, di Wolfenstein II e dell'infausto Crysis, un vero e proprio flagello per qualsiasi piattaforma su cui sia approdato.
In cabina di regia c'è Panic Button, talentuoso studio di sviluppo statunitense che, dopo essere salito agli onori delle cronache grazie al successo di alcuni 'porting impossibili' per Switch come quelli del primo Doom, di Wolfenstein e di Warframe, sembra intenzionato a ripetersi anche con Eternal, un titolo forse ancora più complesso dei precedenti. La seconda avventura dello Slayer, in effetti, ha preso quanto di buono si era visto nell'episodio del 2016 e l'ha elevato a potenza per offrire un'esperienza sensibilmente più articolata rispetto al passato.
La trama di Doom Eternal, per chi non lo sapesse, aveva il preciso obiettivo di espandere la lore alla base dell'incessante scontro tra le forze dell'Inferno e l'implacabile Doom Slayer, instancabile baluardo che si erge a difesa dell'umanità. Per farlo, id Software ha deciso di optare per un design del mondo di gioco dal respiro molto più ampio rispetto a quello del primo capitolo in modo da dare al giocatore la possibilità di esplorare in lungo e in largo un setting artisticamente ispiratissimo ma anche molto complesso e ricco di segreti.
Se a questo uniamo un gameplay al fulmicotone inchiodato sui 60fps ed una modellazione poligonale di ottima fattura, come potreste immaginare, Doom Eternal si configura come un titolo dall'importante impatto sulle risorse del sistema che avrebbe potuto rappresentare un ostacolo insormontabile per Nintendo Switch, date le caratteristiche tecniche notoriamente modeste della macchina.
Panic Button, però, è riuscita a compiere nuovamente un piccolo miracolo. Mettiamo subito le cose in chiaro: per riuscire a portare la seconda incarnazione del reboot di Doom sull'ibrida di Nintendo, è stato necessario scendere a qualche compromesso. Il primo, quello più lampante ad una prima occhiata, è il taglio della mole di pixel che, grazie all'impiego di uno scaler dinamico, porta la risoluzione a livelli molto inferiori a quelli visti nelle altre versioni del gioco attualmente disponibili sul mercato. Ciò si traduce in un impatto visivo notevolmente meno impressionante, soprattutto se si considera l'impiego di texture in bassa definizione che conferiscono alle scene un look molto meno nitido ed un frame-rate bloccato sui 30 frame al secondo.
Perché, dunque, abbiamo definito questa edizione di Doom Eternal 'un piccolo miracolo'? Perché, per il resto, si tratta di una versione portatile del medesimo gioco apprezzato su piattaforme parecchio più performanti. Il passaggio dai 60fps ai 30 di questo porting può essere notato da chi ha già avuto modo di giocare Eternal in passato ma non costituisce un problema per i nuovi giocatori poiché il frame-rate riesce a mantenersi stabile anche nelle situazioni di combattimento più concitate.
Effettivamente, anche il calo della risoluzione non rappresenta un difetto troppo grave sullo schermo piccolo della console Nintendo e, gran parte delle volte, sarà difficile accorgersi della differenza durante il gameplay. Discorso lievemente differente per la modalità docked, quando la console viene collegata alla TV. In tal caso i limiti tecnici di questo porting di Doom Eternal appaiono molto più visibili senza, comunque, andare ad inficiare la godibilità del prodotto.
Il difetto maggiore di questa conversione, a ben vedere, risiede in un problema insito nella struttura dell'hardware di Switch: la sua plancia di comando. Quest'ultima, ancora una volta, si dimostra insufficiente a sorreggere le meccaniche tipiche di uno sparatutto dal ritmo sostenuto come Doom Eternal, a causa di stick dalla corsa ridotta che risultano poco precisi e inadatti per un titolo di questa caratura.
Fortunatamente è possibile abilitare la correzione della mira tramite giroscopio che consente di aggiustare in modo rapido il puntamento con repentini movimenti del polso: ci vuole un po' di pratica ma col tempo vi renderete conto che si tratta della soluzione migliore per ovviare alle mancanze degli analogici dell'ibrida di Nintendo.
In definitiva, dunque, il team di Panic Button è riuscito a trionfare anche in quello che, con ogni probabilità, è stato il loro progetto più ambizioso e impegnativo di sempre. Portare Doom Eternal su Nintendo Switch non era un'impresa semplice ma lo studio statunitense ha saputo tradurre il cuore del gioco in versione portatile scendendo sì ad alcuni inevitabili compromessi tecnici ma mantenendo intatta l'essenza del capolavoro di id Software.
Se non avete ancora avuto modo di sperimentare la furia del Doom Slayer nella seconda iterazione della serie reboot ed avete una predilezione per il gaming in mobilità, questo porting per Switch vi darà accesso al pacchetto completo, senza rinunce in termini contenutistici. In caso contrario, comunque, tenete bene a mente che tutte le altre edizioni di Doom Eternal presenti in commercio possono garantirvi prestazioni sensibilmente superiori. Panic Button ha fatto centro ancora una volta e il termine 'impossibile' diventa sempre meno significativo, per Nintendo Switch.