Dragon Age: Inquisition, ritorno al futuro - prova
BioWare si lascia alle spalle gli errori del passato.
Dopo anni di gioco di ruolo ti rendi conto che il genere non può prescindere da certi ambienti. Non puoi mai mancare il sotterraneo, guai a privarsi di un bel tempio antico e infestato e soprattutto mai, mai, mai dimenticare la palude. Quale posto migliore per instillare un vago senso di tensione e paura nei giocatori se non piazzarlo con l'acqua fetida fino al polpaccio, avvolgerlo nella nebbia e spaventarlo con creature che emergono all'improvviso?
E quale posto migliore anche per mostrare gli effetti grafici del tuo prossimo gioco, con tanto di pioggia, riflessi, effetti dei liquidi, fiamme e luci? Non sappiamo se questo sia stato il pensiero di Bioware nel presentare Dragon Age: Inquisition durante la Gamescom, ma di sicuro l'effetto scenico non è stato niente male.
Lo scenario della piccola missione che abbiamo avuto modo di provare era infatti una notte piovosa e ricca di fulmini, poggiata su una distesa di acquitrini e palafitte, che non prometteva niente di buono.
Il nostro obiettivo era investigare la zona per capire che fine avesse fatto l'avanguardia dell'Inquisizione inviata per investigare in zona, per poi scoprire che ovviamente la situazione non era delle migliori, con i nostri compagni d'arme catturati dagli Avvar, una tribù di barbari locali.
Ovviamente nella palude non trovavano dimora solo gli Avvar, ma anche un discreto numero di non morti, bestie pericolosissime e ogni tipo di orrore che ci si può aspettare in una palude.
Il party a nostra disposizione era composto dal nostro alter ego, dotato di spadone a due mani, un personaggio dall'aria vagamente orientale dotato di due spade corte e vari tipi di bombe, un mago e un altro guerriero.
Il primo impatto con l'ambiente di gioco, soprattutto quando i primi scontri hanno permesso al mago di mettere in mostra le proprie doti, si posiziona su un buon livello da 0 a "mascella a terra". Le superfici metalliche delle armature bagnate dalla pioggia riflettono il bagliore dei fulmini, saltuari muri di fuoco gettano ombre tetre sulle strutture circostanti e i mostri cadono con il muso nell'acqua in maniera decisamente convincente.
Per quanto riguarda il combattimento l'interfaccia è simile ai capitoli precedenti, quindi gli attacchi sono concentrati sui tasti del pad, ma premendo i grilletti è possibile accedere a un secondo set di abilità.
Fortunatamente, dopo i fischi seguiti all'eliminazione della modalità tattica, gli sviluppatori hanno fatto un passo indietro, e sono tornati a implementare la possibilità di fermare il tempo per osservare la situazione con più calma e decidere quali mosse effettuare.
Quando il tempo è fermo potrete decidere se un personaggio deve difenderne un altro, come distribuire cure e pozioni, dove spostare i vostri uomini e capire eventuali punti di forza e debolezza dei vostri avversari.
Secondo gli sviluppatori questa vuole essere una sorta di "modalità a turni" in cui sarete voi a decidere quanto è lungo il turno prima di far ripartire l'azione dal vivo. Stando alle partite che hanno visto giocare in questi giorni si sono delineati tre "stili" di gioco: chi passa quasi più tempo nella modalità tattica decidendo ogni singola mossa, chi imposta la tattica generale e poi utilizza quasi solo il personaggio principale (perché ovviamente potrete usare chi volete) e chi invece la ignora del tutto, giocando a Dragon Age: Inquisition quasi come un action rpg, anzi, come un picchiaduro a scorrimento.
Ovviamente, va da sé che chi dovesse utilizzare questo ultimo stile di gioco con un livello di difficoltà molto alto avrebbe parecchi problemi a proseguire. Anche se dobbiamo ancora capire quanto sia bilanciata la componente ruolistica rispetto a quella action.
Il combattimento è basato su tre valori principali: stamina o mana, in base alla vostra classe, che decideranno quanto colpi speciali potrete eseguire di seguito, e che si ricaricheranno con gli attacchi base, e il Focus.
Quest'ultimo è un valore che si carica col tempo, e che vale per tutto il party. Quando è arrivato al massimo vi permette di lanciare un incantesimo o un attacco potentissimi, in grado di far girare a vostro favore le sorti degli scontri più difficili. Una cura ad area particolarmente efficace, una pioggia di fuoco, un attacco devastante verso un singolo nemico o magari un'evocazione molto potente sono solo alcuni degli esempi di come potrete impiegare il Focus, che ovviamente potrà essere utilizzato da un solo personaggio, dopodiché dovrete aspettare che la barra si ricarichi.
Per quanto riguarda il party, sarà sempre composto dal vostro personaggio principale e da tre personaggi a scelta tra quelli che incontrerete lungo il vostro cammino. Ovviamente torneranno anche tutte le possibilità di interazione con e tra di loro, con comportamenti e dialoghi differenti in base a chi sceglierete di portarvi dietro.
Un cammino che si preannuncia ricco di momenti in cui dovrete tornare su luoghi già visitati. Questa non è una certezza, quando una deduzione ottenuta dal fatto che nelle zone è possibile posizionare dei vessilli che attestano la vostra esplorazione della zona.
Una volta posizionato il vessillo potrete infatti attivare gli spostamenti veloci verso questa zona, che sarà anche in grado di darvi delle risorse per qualcosa che al momento possiamo solo immaginare.
Dunque, quello di Dragon Age: Inquisition sembra essere un passo indietro per prendere la rincorsa, un parziale ritorno alle origini a cui si aggiunge un ambiente di gioco decisamente molto più aperto, e non più fatto con i finti corridoi dei titoli precedenti, che siamo sicuri porterà molti di noi a passare più tempo ad esplorare ogni possibile anfratto del mondo che ci circonda che a proseguire nella nostra missione.
Sulle vecchie cartine, nei luoghi inesplorati e non mappati veniva poi scritto che c'erano i draghi. Dopo aver provato Dragon Age: Inquisition siamo impazienti di vederli.