Dragon Age: Origins
Baldur's Gate ha finalmente trovato il suo erede.
C’è da dire che sarà in ogni caso possibile mettere in piedi un buon piano in virtù del mitico battle system, in tempo reale o a turni a seconda dell’esigenza, gestibile con la pressione di un tasto. Impostare una serie di azioni predefinite per ogni PG e allestire una strategia d’azione sarà quindi relativamente semplice, trovandosi innanzi a una mole di skill e risorse a disposizione (e quindi di soluzioni possibili) veramente impressionante ai più alti livelli.
Con perizia, sarà possibile ribaltare situazioni impossibili, godendo in pieno dello spessore di un metodo di fatto creato dalla stessa BioWare ormai più di un decennio fa e ancora terribilmente efficace, anche se complicato da comprendere per i neofiti del genere, che potranno comunque avvalersi di una serie di aiuti utili per regolare le attività dei protagonisti nel momento in cui saranno governati dall'IA.
Per stare ancora più tranquilli poi, si potrà scegliere anche tra tre livelli di difficoltà differenti, adatti veramente a tutti. Impostando il più basso potrete tranquillamente quasi del tutto evitare la pausa ma già con setting intermedio non potrete evitare di studiare ogni battaglia per spuntarla, in particolar modo quelle con i tanti (cattivissimi) boss che incontrerete. Con l'opzione al massimo, dovrete invece realmente padroneggiare ogni singola abilità dsponibile in una sorta di "cooperativa in single player" (la definizione calza a pennello), per portare a casa la pelle e salvare Ferelden dalla distruzione.
Dopo ogni scontro comunque, il party ricaricherà in automatico energia e mana, soffrendo solo di pochi malus facilmente curabili da un healer o con pozioni e veleni di diverso tipo, uniche risorse craftabili insieme alle trappole nel corso del gioco, attraverso un comodo menù: vi basterà selezionare gli ingredienti del caso per ottenere l'oggetto selezionato.
Chiedere un'opzione online di qualche tipo sarebbe sicuramente stato troppo, tuttavia il potentissimo editor incluso nella versione PC (ma non in quella console), garantisce un futuro all'insegna del modding, oltre al supporto già annunciato da parte di EA relativamente a DLC massicci, quest aggiuntive e chicche varie, già schedulato per i prossimi due anni.
Che altro dire quindi?
Dragon Age: Origins ha fatto discutere sin dal suo annuncio, scatenando le fantasie dei nostalgici e incuriosendo anche i meno smaliziati, grazie al lavoro di un publisher che continua a sfornare capolavori e di un developer che, ad oggi, può essere sicuramente considerato uno dei migliori del globo e che da anni non sbaglia un colpo. Origins è arrivato a scaffale con il pesante fardello di un passato glorioso da onorare, con l'obbligo tassativo di non deludere la vecchia guardia e di conquistare un pubblico diverso da quello che fu, in un mercato che non lascia spazio ad errore alcuno.
La missione, sorvolando su una serie di alcuni problemi tecnici tanto palesi quanto insignificanti in un così maestoso complesso, è perfettamente riuscita: Origins è un RPG dal sapore antico, difficile, impegnativo e indimenticabile nella sua incredibile unicità. Un gioco che bramerete di portare a termine tra mille colpi di scena, è che forse ricomincerete per godere anche quello che avete perso per strada, scegliendo il vostro cammino. Da oggi, per giocare il miglior GDR disponibile, non avrete più bisogno di ricorrere a quel vecchio scatolato del '98: riponetelo pure tra i pezzi pregiati della vostra collezione e godetevi questa nuova imperdibile avventura, in barba a qualche texture bruttina e senza quelle rifiniture che dimenticherete subito di non avere, una volta acceso il monitor.