Dragon Ball: The Breakers, provato in anteprima
Distruggere l'umanità o salvarsi: a voi la scelta!
Il franchise di Dragon Ball è una gallina dalle uova d’oro. Tra manga, serie animate, gadget, giocattoli e videogiochi, l’opera geniale creata da Akira Toriyama nel 1984 ha intrattenuto plurime generazioni di bambini e adolescenti, e continua a farlo ancora oggi. Per quanto riguarda i videogiochi, in più di trent’anni ce ne sono stati di belli e di meno belli, e se nessuno di questi si probabilmente si avvicina alla perfezione della serie Budokai della generazione PS2, la serie Xenoverse ha regalato molte soddisfazioni ai fan. Oltre ai prodotti canonici ci sono stati anche innumerevoli spin-off con formule particolari (ricordiamo la serie Legacy of Goku per GBA), e Dragon Ball The Breakers appartiene a questa categoria.
Si tratta di un survival game multiplayer online in formula asincrona, per intenderci simile a Dead by Daylight, ambientato nell’universo della serie Z. Abbiamo avuto modo di testare una build preliminare del gioco in occasione della fase CNT (Closed Network Test), in cui era disponibile una piccola porzione del gioco finale, ma che alla fine è quella che rappresenta il nucleo dell’esperienza.
In pratica, sette giocatori vestono i panni di semplici umani che hanno l’obiettivo di resistere all’assalto di un singolo cosiddetto “Razziatore”, rappresentato da uno dei grandi villain di Dragon Ball Z. In questa fase erano disponibili solo Cell e Frieza (Freezer per gli amici dell’adattamento italiano by Mediaset), ma nel gioco finale è confermata la presenza di Majin Bu e probabilmente distruttori altri verranno rilasciati post-lancio.
Le partite sono rapide e frenetiche: il razziatore ha il compito di evolversi dallo stato iniziale a quello finale e far fuori giocatori umani e civili, mentre i sopravvissuti devono eseguire varie operazioni che prevedono esplorazione e grinding per tentare la fuga. Goku, Gohan, Piccolo o Vegeta non ci sono ed è quindi impensabile per un normale umano affrontare queste minacce. Infatti uno scontro diretto equivarrà quasi sempre a una morte rapida e (in)dolore. Tramite il grinding però i sopravvissuti possono potenziarsi e attingere a brevi evocazioni che permettono di utilizzare per pochi secondi le abilità di Goku e compagnia. Queste però sono più delle mosse disperate per prenderete tempo, perché lo scontro rimane pur sempre impari: finito l’effetto dell’evocazione, il razziatore avrà sempre la meglio,
Le aree di gioco sono ispirate a quelle dell’opera originale, e così avremo le iconiche lande terrestri, di Namecc e via dicendo. Queste aree sono suddivise in sottosezioni e in ognuna di queste ultime è nascosta una chiave del potere. I sopravvissuti dovranno trovarle tutte e piazzarle in determinati punti per attivare una capsula speciale di Trunks che serve a viaggiare nel tempo ed evadere dalla frattura spazio-tempo. Bisogna fare in fretta però, perché il razziatore nel frattempo andrà anche lui alla ricerca di risorse per potenziarsi e una volta arrivato alla sua forma evolutiva completa sarà in grado di distruggere intere sezioni della mappa coi suoi attacchi speciali.
I sopravvissuti, oltre a raccogliere chiavi e risorse, devono anche difendere lo “Startup System” una volta attivato usando le chiavi, altrimenti sarà impossibile attivare la Super Macchina del Tempo per la fuga. Se il razziatore riesce a distruggere questi sistemi non è però tutto perduto: appariranno casualmente degli indicatori di spawn della macchina del tempo e uno o più sopravvissuti potranno prenderla per una seconda chance di fuga. Questa però è un’opzione una tantum e quindi gli altri giocatori rimasti in zona saranno spacciati.
L’esito di ogni partita rimane incerto fino all’ultimo quindi, e non c’è sempre una vittoria o una disfatta totale. Ovviamente, se il razziatore riesce a eliminare tutti i sopravvissuti la vittoria sarà netta, ma ci sono anche tante sfumature e di conseguenza ogni giocatore riceverà un punteggio in base alla prestazione sostenuta. Questi punti vengono utilizzati per livellare, diventare più forti e acquisire abilità. Le partite non sono quindi fini a sé stesse ed una tira l’altra, e anche se l’esito sembra ormai definito, ci si può dedicare al grinding e raccogliere denaro (zeny) da spendere nello store.
Ecco, a proposito di questo, ci sono ben quattro valute nel gioco, e se Diablo Immortal ci ha insegnato qualcosa, c’è il rischio che se qualcuna di queste valute possa essere ottenuta esclusivamente o quasi con denaro reale, rendendo l’esperienza tendente al pay to win alla lunga. Ci sono infatti un sacco di oggetti da acquistare negli store, tra costumi, personalizzazione o altro, e anche se questo può essere un incentivo a giocare, sappiamo tutti qual è il rovescio della medaglia se può essere usato denaro reale.
Ma questo è un aspetto su cui ci concentreremo in fase di recensione, ora torniamo al gameplay. Innanzitutto, il gioco ci invita a imparare le sue meccaniche con un’interessante prologo di storia, in cui Trunks viene dal futuro e ci insegna i suoi trucchetti, e questo per un fan della serie è un’esperienza interessante già di per sé. Ci si può anche impratichire in partite di allenamento prima di lanciarsi nel matchmaking, in cui ovviamente capiterà di incontrare giocatori esperti e di livello alto. Matchmaking che in molte sessioni è risultato complicato, infatti in alcune fasce orarie abbiamo atteso decine di minuti senza riuscire ad allestire una partita.
Una volta partito il match, però, tutto ha funzionato perfettamente, con pochi lag e nessuna disconnessione, a testimonianza di una buona infrastruttura server seppur in fase beta. Il gameplay ci ha lasciato un’impressione mista. Da sopravvissuti si gioca con una sensazione di costante paura e tensione, e questo è ottimo. Alcune operazioni, come il piazzamento delle chiavi o il salvataggio dei civili, richiedono diversi secondi in cui saremo praticamente inermi. Ci è piaciuta la possibilità di esplorare grotte ed edifici, e di immergerci sott’acqua alla ricerca di risorse nascoste e protezione. Si possono anche raccogliere le sette sfere ed esprimere un desiderio: i sopravvissuti possono ad esempio chiedere a Shenron di raggiungere il livello 4, diventando quindi forti come il razziatore.
La cosa che non ci è piaciuta per niente è invece la navigazione nella mappa. I personaggi sembrano legnosi nei movimenti, con una fisica del tutto irrealistica e animazioni caratterizzate da un evidente lag tra input e azione di gioco (che non sembra dipendere dalla connessione). Ci si può arrampicare su ogni parete, anche quelle più impensabili, e i giocatori possono fare salti di centinaia di metri da alture o burroni rimanendo inspiegabilmente sani pur non essendo dei Sayan.
The Breakers è un gioco in cui senza collaborazione non si va da nessuna parte: i sette sopravvissuti devono lavorare come una squadra dividendosi i compiti, visto che non si può battere il razziatore uno contro uno e che la vittoria dipende dal lavoro su più aree in parallelo. Durante la nostra prova, la collaborazione tramite team chat era quasi zero, e il risultato è stato quasi sempre una facile vittoria del nemico.
Ci sono vari messaggi preimpostati per comunicare, ma almeno in questa fase si sono dimostrati inefficaci e poco utilizzati. Sicuramente una squadra di amici in party chat renderà più semplice il tutto, ma occorre far ricorso alle stanze personalizzate e in beta non abbiamo potuto testarle. Certamente il matchmaking per partite casuali appare più adatto al grinding che alle collaborazioni come si deve.
Teniamo a precisare che questa closed beta ci ha permesso di provare solo una piccola parte del gioco, seppur quella cruciale che compone l’esperienza, e che ci sono quindi una serie di aspetti da valutare, di cui ci occuperemo sicuramente più in prossimità del lancio previsto per il mese di ottobre. Dragon Ball The Breakers è un titolo sicuramente particolare che esplora un punto di vista forse mai esplorato dai videogiochi di Dragon Ball, ovvero quello del terrore provato dai civili in occasione dell’invasione della terra da parte di Cell e amici.
La formula di Dead by Daylight è sempre vincente seppur ormai esplorata da tanti cloni ma l’inquadratura del titolo però sembra più orientata verso il vero fan disposto a spendere anche tanto nello store, e il prezzo di lancio di €19,99 lascia presagire questo approccio. Vi aggiorneremo però meglio e con più dettagli alla prossima occasione, in attesa del lancio del gioco finale su PS4, Xbox One, Switch e PC.