Dragon Ball Xenoverse: a un passo da Xbox One e PS4 - prova
Sarà tutto pronto per l'imminente uscita?
Se alla domanda "hai mai provato a lanciare un'onda energetica?" la vostra risposta è un sì orgoglioso con accenno di lacrimuccia, allora è molto probabile che Bandai Namco stia tentando di rivolgersi proprio a voi con Dragon Ball Xenoverse, araldo della serie di Akira Toriyama sulle console di nuova generazione.
Più che alla cautela di un esploratore in avanscoperta, però, l'innovazione promessa dal gioco andrebbe paragonata ad una carica di cavalleria, volta a scardinare meccaniche ripetitive che si sono trascinate quasi completamente immutate per le ultime iterazioni della saga.
Per cominciare, dimenticatevi della trama per come l'avete appresa, telecomando alla mano, dieci e più anni fa. La premessa iniziale del gioco vede una misteriosa entità malvagia impegnata a capovolgere eventi cruciali della Storia, in particolare gli scontri tra Goku e compagni e l'antagonista di turno.
Ecco che Radish, Vegeta, Nappa e altri illustri sconfitti diventano improvvisamente i vincitori degli scontri in cui sono coinvolti, chiaramente a discapito dei Nostri. Tutto ciò non può ovviamente essere tollerato e toccherà a noi rimettere le cose a posto. Già, ma a "noi" chi?
Dragon Ball Xenoverse ci permetterà di creare da zero o quasi un nostro personaggio, da guidare e accudire come fosse il protagonista di un gioco di ruolo. In fase di creazione si dovrà scegliere tra diverse razze (Terrestre, Majin, Sayan, Banda di Freiza e Namecciano), ciascuna immancabilmente dotata di capacità distintive. Scelta la razza verrà il momento della personalizzazione del nostro alter-ego, che non si limiterà alle sole, ma numerose, scelte estetiche.
Elemento tra i più intriganti del gioco è infatti la possibilità di selezionare lo stile di combattimento del personaggio creato, decidendo se specializzarlo nel combattimento a distanza, in quello ravvicinato, nell'uso delle super-mosse e così via, andando ad integrare il numero di tecniche a sua disposizione nel corso del gioco, apprendendo e utilizzando quelle che più ci aggraderanno. Combattendo si acquisiranno poi punti spendibili per migliorare i singoli attributi del combattente, rendendolo più resistente, più veloce, più forte, potenziando gli attacchi basati sui raggi e via di questo passo.
Come dicevamo, se vorrete rendere il vostro guerriero il più bello della galassia avrete a disposizione tutti i mezzi per farlo, non solo con il completissimo editor della fase di crezione, ma anche con equipaggiamento e accessori da guadagnare durante le proprie partite. Si potranno modificare lineamenti facciali, colore della pelle, occhi, orecchie, corna, antenne e praticamente ogni altro elemento del fisico del nostro lottatore. Ci saranno anche diversi tipi di voce tra cui scegliere, sebbene il parlato nel caso del nostro protagonista si limiterà alle urla e alle interiezioni pronunciate durante in occasione degli scontri.
Alla fine, però, l'importante è quanto duro si picchia, e negli uffici meneghini di Bandai Namco abbiamo potuto toccare con mano il nuovo sistema di combattimento adottato dallo sviluppatore Dimps. Da sola, l'esistenza di personaggi nettamente specializzati in una determinata tipologia di attacco è già un importante punto a favore della varietà del gameplay.
Passato poi qualche minuto a ricevere cazzotti a destra e a manca, leggi "farci la mano", e a premere tasti a caso, a.k.a. "imparare le mosse", ci si accorge dell'assenza di un tasto per ricaricare l'aura, l'energia necessaria all'esecuzione delle mosse speciali e delle super-mosse. Tale risorsa potrà si potrà ripristinare solamente colpendo l'avversario o, in misura quasi analoga, incassando colpi. Troviamo quindi un pulsante adibito agli attacchi leggeri e uno a quelli pesanti, da premere anche in successione per inanellare combo, un pulsante per gli attacchi con energia e uno per schivare.
Parare e schivare consumano l'apposita barra del vigore, che si ripristina automaticamente non compiendo azioni per qualche secondo, essenziale per non ricevere troppi danni. Alla pressione combinata di un tasto dorsale e uno dei quattro pulsanti di attacco è associata l'esecuzione delle super-mosse, spesso tanto devastanti quanto telefonate, e quindi di norma facili da contrastare.
In generale, la sensazione è quella di avere a che fare con un sistema all'apparenza blando, ma che nasconde una certa raffinatezza e complessità. Non siamo certo al livello di picchiaduro ultra tecnici a là Street Fighter, per intenderci, ma il compromesso sembra ragionevole e promette scontri multiplayer offline e online interessanti, in virtù di una curva di apprendimento leggermente più ripida che in passato.
Se non troveremo nessun amico disposto a calarsi insieme a noi nell'universo distopico di Dragon Ball Xenoverse infatti contare su un vasto hub centrale condiviso, Toki Toki City, uno spazio suddiviso in tre livelli in cui trovare e accettare missioni, acquistare nuovi oggetti ma soprattutto interagire con altri giocatori. Verosimilmente, ciascun hub potrà accogliere qualche centinaio di personaggi, un numero più che sufficiente per affollare le piazze della città e trovare compagni per quest cooperative o, più banalmente, una serie di incontri 1v1.
Di nuovo abbiamo a che fare con un'altra novità per la serie, sebbene il nostro entusiasmo in merito sia più tiepido. Scarpinare per raggiungere il banco delle missioni o l'arena per i combattimenti multigiocatore è senz'altro più scenografico di un semplice menu, ma non siamo sicuri della praticità della scelta a lungo andare. Fino all'uscita del gioco poi, rimarrà l'interrogativo sulla funzionalità dell'intera componente online, che ovviamente non può essere oggetto di giudizio e che come sappiamo ha rappresentato il punto debole di più di un gioco.
Le sole due missioni singleplayer che abbiamo testato ci sono sembrate convincenti, anche se a tratti un po'annacquate da obiettivi come "sconfiggi 20 avversari" o girotondi per recuperare una serie di oggetti in un'area non esattamente vastissima. Data l'impossibilità di provare più a fondo questo aspetto del gioco, però, ci riserviamo di giudicare con maggiore prcisione in sede di recensione.
Nulla da dire sullo stile grafico né sul comparto tecnico invece, se non che la natura multipiattaforma del gioco penalizza alcune texture e altri dettagli che gli impediscono di essere un gioco davvero next-gen, almeno sotto questo punto di vista.
Il successo di Dragon Ball Xenoverse non si misurerà però da quanti poligoni sarà in grado di muovere il motore grafico o da altri aspetti di natura squisitamente tecnica. Piuttosto, sarà la capacità di variare la formula della serie in maniera convincente a decretare il buono o cattivo ingresso del franchise anche sui lidi di PlayStation 4 e Xbox One.