Dragon Quest Builders - prova
Dragon Quest incontra Minecraft.
Londra - All'interno dell'evento pre-E3 che Square Enix ha organizzato in questi giorni a Londra, in modo da darci la possibilità di provare l'intera line-up di prodotti che porterà alla fiera di Los Angeles, tra i vari Hitman, Star Ocean e I Am Setsuna c'era anche Dragon Quest Builders, un interessante spin-off già disponibile in Giappone e in arrivo a breve anche dalle nostre parti. Ma di cosa si tratta?
Si potrebbe definire Dragon Quest Builders come una sorta di incrocio tra Dragon Quest e Minecraft. Dalla prima serie ha preso il design delle ambientazioni e dei personaggi, sempre firmate dal papà di Dragon Ball Akira Toryiama, il bestiario, le ambientazioni e la struttura a missioni.
Dal gioco di Mojang ha preso tutto il resto, ovvero la capacità di "smontare" il mondo per ottenere dei materiali grazie ai quali costruire nuovi utensili o per modellare la mappa a nostro piacimento. In altre parole la libertà di fare quello che si vuole.
La differenza principale è data dalla presenza di una storia a fare da sfondo a tutte le vicende di Dragon Quest Builders. Dopo aver definito le caratteristiche del vostro alter ego, scegliendone il sesso, il colore dei capelli, quello degli occhi e la carnagione, scoprirete come in realtà il/la protagonista è affetto/a dalla malattia più comune dei videogiochi. Un virus? No, l'amnesia.
Questa vi impedirà di ricordare che in realtà siete un eroe prescelto dal fato per salvare Alefgard, il mondo nel quale era ambientato l'originale Dragon Quest, da un pericoloso signore del male. Il vostro scopo sarà dunque ricostruire letteralmente questo mondo desolato, così da riunire in un unico luogo le tante anime disperse che vagano senza meta in Alefgard e iniziare la ricostruzione..
Storia a parte, come dicevamo, la struttura è molto simile a quella di Minecraft. Sfruttando alcune postazioni di lavoro potrete costruire degli oggetti che a loro volta vi consentiranno di lavorare meglio i materiali o di abbellire le vostre abitazioni. Tutte le cose presenti nell'inventario, poi, potranno essere posizionate sul terreno in modo da creare pareti, soffitti e strutture di ogni tipo.
Dopo aver posizionato il vostro stendardo al centro di una vecchia città abbandonata, alcuni viandanti senza meta si fermeranno presso la vostra base, incuriositi dalla vostra capacità di costruire le cose, e vi daranno alcuni compiti grazie ai quali cominciare a fraternizzare con le meccaniche di gioco.
Le prime missioni vi serviranno infatti per apprendere i rudimenti dell'interfaccia grafica, che non essendo basata sulla prima persona come in Minecraft, sarà più facile da utilizzare, pur non garantendo la stessa precisione nel costruire. Vi accorgerete presto, infatti, che avrete problemi soprattutto quando vorrete posizionare gli oggetti ad altezze differenti.
Per questo motivo si potrà scegliere attraverso la pressione dei tasti dorsali se posizionare le cose alla stessa altezza del protagonista o se farlo sopra e sotto. Dopo pochi minuti di pratica questo sistema risulterà piuttosto intuitivo e vi consentirà di avere una buona precisione durante la costruzione di edifici e strutture.
Dopo aver ristrutturato la prima casa vi sarà chiesto di creare delle luci per illuminare il villaggio durante la notte, poi sarà il turno delle armi e dei materiali più complessi, e così via fino alla ricostruzione completa di Alefgard. In qualunque momento, però, sarete liberi di girare liberamente per la mappa alla ricerca delle superfici più preziose da raccogliere o di qualche nemico da sfidare.
La commistione tra le due serie, dunque, sembra essere avvenuta in modo piuttosto naturale e il dare una struttura più rigida e guidata a una formula come quella di Minecraft potrebbe essere la chiave per aiutare coloro che non sono mai riusciti a trovare uno scopo all'interno della produzione di Mojang.
L'impressione è comunque che Dragon Quest Builders non possa contare sulla complessità e sulle potenzialità di Minecraft, ma si accontenti di sfruttare le sue peculiarità per fornire un'esperienza diversa dal solito. Molti elementi sembrano essere stati semplificati, come la presenza di strumenti di diverso colore o la possibilità di creare materiali strani, ma il cuore del gioco è pressoché il medesimo.
Il classico stile nipponico, caratterizzato da una verbosità un po' accentuata e tematiche piuttosto ingenue, potrebbe abbassare l'età consigliata per questa produzione. Per un pubblico giovane e alle prime armi il lavoro svolto da Square Enix potrebbe essere interessante, grazie alla sua capacità di coniugare la libertà di creare quello che si vuole con una trama epica, ma dai toni delicati.
A breve Square Enix dovrebbe annunciare quando Dragon Quest Builders sarà distribuito, oltre che le piattaforme che saranno supportate in Occidente. Rimanete con noi per le prossima novità!