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Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato - recensione

Un capolavoro del presente, arriva dal passato.

Anni fa, essere fan dei jRPG abitando in Italia non era facile. Fin troppo spesso, infatti, i titoli appartenenti a questo genere non venivano distribuiti sul nostro mercato, costringendo a salti mortali (e spese folli) chi volesse recuperare le versioni giapponesi o, quando andava bene, americane.

Uno dei titoli mai approdati in Europa fu Dragon Quest VII di Enix, la cui avventura occidentale si fermò al territorio americano lasciando a bocca asciutta tanti appassionati del Vecchio Continente. Fortunatamente tre anni fa Square Enix e ArtePiazza hanno realizzato un eccellente remake per Nintendo 3DS, giunto anche da noi con una versione completamente tradotta in Italiano.

Dopo tanti anni, quindi, abbiamo finalmente la possibilità di goderci Dragon Quest VII: Frammenti di un Mondo Dimenticato, un ottimo jRPG di stampo tradizionale caratterizzato da una storia ricca, da personaggi ben studiati (resi in modo eccellente dallo stile inconfondibile di Akira Toriyama) e da meccaniche di gioco appassionanti.

L'esplorazione delle mappe è decisamente più godibile in questo remake, rispetto alla versione originale.

Trattandosi di Dragon Quest, è ovviamente presente anche una buona dose di grinding, ma grazie a una serie di accorgimenti fatti dagli sviluppatori proprio per questo remake, molti difetti storici della serie sono stati mitigati.

Ma andiamo con ordine e partiamo dalla storia. Il protagonista è un abitante dell'isola di Estard, che secondo una leggenda dovrebbe essere l'unica terra emersa in un mondo completamente coperto dall'acqua.

Gli abitanti vivono in modo semplice, affidandosi alle imprese degli eroici pescatori che si avventurano regolarmente in mare per recuperare cibo e risorse. Il padre del protagonista, Pinnus, è il miglior pescatore dell'isola, è rispettato e amato da tutti e non vede l'ora di poter portare con sé il figlio nelle lunghe traversate in nave.

Proprio grazie a un misterioso artefatto recuperato da Pinnus nella sua ultima trasferta, ha inizio l'avventura del protagonista e dei suoi compagni, un viaggio tra passato e presente che espanderà a dismisura gli orizzonti dell'intero genere umano.

Passando attraverso un portale magico, infatti, l'eroe e i suoi amici raggiungeranno isole differenti da Estard, che in passato non erano ancora sommerse. Portando a termine una serie di compiti in queste ambientazioni, il gruppo potrà far riemergere le isole anche nel presente, espandendo lentamente il mondo di gioco e aggiungendo tasselli importanti a una trama godibile e appassionante.

La natura frammentata di questo racconto rende Dragon Quest VII particolarmente adatto alla console portatile Nintendo, garantendo una cinquantina di ore di divertimento ai giocatori più frettolosi, e oltre settanta per coloro che vorranno completare anche tutte le missioni secondarie.

Le ambientazioni hanno tratto grandissimi benefici dalla nuova realizzazione tecnica.

Per avanzare nella storia è necessario recuperare i frammenti dell'antica tavoletta, indispensabili per sbloccare nuove ambientazioni da esplorare. Tali frammenti possono essere trovati un po' ovunque, ma rispetto a quanto accadeva nella versione originale del gioco, dove era necessario cercare a caso setacciando ogni angolo delle mappe, in questo remake ci si può affidare a un pratico talismano che reagisce quando c'è un frammento nelle vicinanze.

L'altra modifica importante alla struttura del gioco riguarda gli incontri casuali, croce e delizia dei vecchi jRPG. In Dragon Quest VII per Nintendo 3DS gli sviluppatori hanno optato per una soluzione più moderna, con i modelli dei mostri chiaramente visibili nelle ambientazioni.

Considerando che parliamo di Dragon Quest, tuttavia, evitando i combattimenti si finisce col perdere la preziosa esperienza necessaria per affrontare gli scontri più duri, costringendo poi a tornare sui propri passi per salire di livello.

La libertà concessa al giocatore è quindi fittizia, ma almeno permette di scegliere dove e quando concentrarsi sui combattimenti e dove lasciare più spazio a storia ed esplorazione. Le uniche fasi in cui i combattimenti casuali sono ancora presenti sono i viaggi in mare, ma si tratta di una scelta sensata che non va assolutamente ad appesantire l'esperienza.

Andando avanti con la storia, gli scontri diventano sempre più interessanti grazie anche alla presenza delle vocazioni, la versione in salsa Dragon Quest del job system di Final Fantasy. Ogni vocazione sblocca nuove abilità e nuovi costumi per i vari personaggi, permettendo di creare il party più adatto alle varie situazioni proposte dal gioco.

I combattimenti casuali sono rimasti solo durante i viaggi in mare. Nel resto del gioco si può sempre scegliere se evitare i nemici.

I numerosi combattimenti che devono essere affrontati nel gioco vengono gestiti attraverso il tradizionale sistema a turni, che però in questa versione è stato arricchito con una nuova IA in grado di controllare i personaggi che si affiancano al protagonista.

Fortunatamente, i puristi possono scegliere di disattivare tale opzione (per un'esperienza più in linea con quella originale), ma è bello sapere che per i giocatori più pigri o meno ferrati con i jRPG sia stata introdotta un'alternativa interessante.

Tecnicamente parlando ci troviamo di fronte a un titolo di prim'ordine, in grado di sfruttare al meglio le caratteristiche (non certo all'avanguardia) del Nintendo 3DS. Rispetto alla versione originale per la prima PlayStation, tutte le ambientazioni sono state rifatte da zero e possono essere esplorate con amore, ruotando la telecamera per apprezzarne ogni dettaglio. La medesima cura è stata dedicata ai modelli dei personaggi e delle creature, permettendo ora di godere al meglio dell'inconfondibile character design di Akira Toriyama.

Per i fan dei jRPG, quindi, Dragon Quest VII è un acquisto decisamente consigliato. I miglioramenti realizzati per questo remake toccano ogni aspetto del gioco originale, da quello tecnico al gameplay vero e proprio. Ci troviamo di fronte al punto d'incontro perfetto tra la tradizione e la modernità, in un genere che fatica a trovare la strada giusta per evolversi.

9 / 10