Drawn to Life: Two Realms - recensione
I graziosi abitanti di Rapoville sono tornati!
Sono trascorsi ben dieci anni dall'ultimo capitolo di Drawn to Life. Una lunga pausa in cui gli sviluppatori hanno maturato la necessità di fondersi con la nuova generazione videoludica, cercando un approccio con i fan della serie, nonché con i più curiosi. Crediamo sia davvero indispensabile fermarsi un solo istante e fare un tuffo nel passato, per quanto un gioco possa essere unico nella sua spontanea semplicità.
L'infanzia videoludica potrebbe essere stata colma di bei ricordi e di nostalgia, come quando ci rimboccavamo le coperte calde in una fredda serata invernale e, con grande euforia, accendevamo la nostra console portatile. Ricordate le sensazioni provate con Pokémon, Kirby o Super Mario? I più orgogliosi, ora, sfoggerebbero una sonora risata, eppure possiamo perfettamente ricordare la grande spensieratezza donata da quei giochi.
Il titolo che stiamo recensendo richiama quelle sensazioni genuine e, seppur in modo totalmente diverso, può rappresentare quel filo invisibile che ci lega al passato. I piccoli giocatori possono quindi scoprire quelle nuove e dolci sfaccettature che, in qualche modo, li accompagneranno durante la loro crescita. I fan della serie, nonché i nostalgici, possono invece cercare di rievocare quelle sensazioni che, talvolta, sembrano essere destinate a sgretolarsi irrimediabilmente.
Drawn to Life: Two Realms è un richiamo puro e incontaminato all'immaginazione, ed è adatto sicuramente a un pubblico infantile. Stavolta, tuttavia, ha cercato di adattarsi a chiunque voglia trascorrere delle piacevoli ore spensierate: mettete quindi da parte fucili d'assalto, katane e Fus Ro Dah, e preparatevi a sfogare la vostra creatività a suon di stickers e disegni.
I teneri Raposa sono tornati proprio come li abbiamo lasciati, partendo dalla dolcissima Mari, sindaca di Rapoville, al suo migliore amico Jowee e al protagonista della storia, ovvero Mike. Il piccolo abitante di Belleview era infatti già presente nei titoli precedenti, e proprio grazie a lui i Raposa hanno scoperto il mondo umano.
Due universi paralleli che sembrano così differenti e che, invece, si fondono con naturalezza, talvolta accomunati dall'innocenza o dalla bramosia di potere. Mike si rivelerà estremamente importante per i Raposa, ma avrà dapprima bisogno del suo eroe, guidato da noi, per liberarsi delle Ombre che invadono la città. Si tratta di creature malvagie che, prevalentemente di notte, infestano i vicoli di Belleview con perfidia. Lo strumento principale per sconfiggerle è il Libro dell'Immaginazione, che utilizzeremo per manipolare le loro menti e infondere loro i giusti valori. Le Ombre, ad ogni modo, non saranno le uniche ad assaporare i nostri poteri: potremo convincere lo chef di Rapoville a preparare i famigerati dolcetti adorati da Jowee, o fermare un gruppetto di bulli pronto a seminare il panico.
Se in passato Drawn to Life ha peccato su alcuni aspetti interattivi, adesso sfoggia nuove vesti più intriganti: il gioco vanta grande personalizzazione e, soprattutto, numerose sfide. La creatività è il vero punto di forza (come da titolo, d'altronde) e permette di disegnare il proprio eroe e di dargli vita, esibendolo fieramente per le città. Il sistema di creazione non è cambiato particolarmente, ma si è arricchito con molte più opzioni, stickers e timbri. Disegnare, colorare, modellare: per quanto possano sembrare interazioni infantili, in realtà, tutto ciò potrebbe essere una grande fonte di allenamento per la mente umana. Insomma, il giocatore può trascorrere ore e ore cambiando forma e colore ai vari oggetti, e decorare Rapoville come se fosse il suo regno personale.
L'esplorazione gode di un'interfaccia decisamente più piacevole e pulita, in grado di non stancare visivamente; il vero cambiamento, tuttavia, ha riguardato le sfide e i vari livelli classici di un platform. I due titoli precedenti erano sicuramente molto semplici da completare, con poco coinvolgimento e assolutamente poche interazioni. Ebbene, nonostante sia chiaramente un gioco indirizzato a una fascia infantile, è chiaro quanto Digital Continue abbia cercato di avvicinare anche i giocatori più datati. Di certo non stiamo parlando di un titolo hardcore in grado di far impazzire gli amanti delle speedrun, ma alcuni elementi familiari rendono le sfide più piacevoli e meno statiche.
Per affrontare le missioni, infatti, dovremo superare tre aree col nostro eroe, ciascuna colma di giocattoli da sconfiggere o da evitare. Proseguendo con l'esplorazione, ogni livello sarà sempre diverso dal precedente e, inoltre, sbloccheremo nuove interazioni. Potremo attaccare, scalare le pareti, sfruttare i missili dei giocattoli per saltare più in alto o lasciarci guidare da bolle non troppo stabili. La terza e ultima area ci consentirà di essere degli editor e di crearla manualmente; saremo guidati da alcune opzioni pre-impostate, ma non sarà sempre facile indovinare la posizione dei giocattoli per raggiungere l'uscita.
Il continuo superamento di tre livelli può rivelarsi facilmente monotono, ciononostante abbiamo particolarmente apprezzato la scelta di renderli ricchi di nuove interazioni. Il gameplay è definito anche da un countdown che ci costringerà a completare i livelli nel minor tempo possibile: sono piccole sfaccettature che fanno di un gioco, così spensierato e semplice, una piccola fonte di puro divertimento. Ad ogni modo, è indispensabile ribadire che si tratta di un platforming decisamente elementare rispetto alla concorrenza, ma non per questo meno piacevole.
Maggiore divertimento sarà dato anche dalle sfide secondarie, variabili a seconda del ciclo giorno-notte, che garantiranno un succoso gruzzoletto di monete e di giocattoli. Digital Continue ha acquisito grande consapevolezza, ha assimilato gli errori commessi nei titoli precedenti e li ha plasmati con coraggio. Proprio per questo motivo il giocatore potrà trascorrere ore su Drawn to Life, che sia per completare le sfide o per personalizzare l'eroe a proprio piacimento. Come già detto, però, gli amanti dei platform più complessi potrebbero quasi immediatamente percepire una certa monotonia e sentirsi poco coinvolti.
Il gioco non ha una trama particolarmente brillante, ma è un piacevole contorno a un gameplay fresco e sposa un comparto grafico molto piacevole nella sua semplicità. I livelli, le esplorazioni e i dialoghi sono valorizzati da canzoni suggestive (realizzate dal compositore originale della serie) e da un comparto tecnico che non ha dato filo da torcere neanche per un istante.
La nostra prova è stata effettuata su PC, ma sentiamo di consigliarvi l'utilizzo di un controller. È un gioco che si presta perfettamente anche alle console portatili, nonché ai dispositivi mobili, al prezzo totalmente accessibile di €9,99 (Nintendo Switch) e €5,49 (dispositivi Android e iOS). Drawn to Life: Two Realms, inoltre, gode dell'interfaccia in Italiano (non essendo presenti dialoghi doppiati), quindi può essere giocato da grandi e piccini senza alcuna limitazione.
Digital Continue e 505 Games hanno portato alla luce un titolo sicuramente migliorato sotto molteplici aspetti, che sia un richiamo al passato o una nuova scoperta dettata dalla pura voglia di rilassarsi. Nel complesso è più divertente e stimolante, nonostante sia comunque molto elementare. È chiaro che sia consigliato a un pubblico infantile, ma non è da tutti i giorni poter decorare integralmente il proprio eroe e sfoggiarlo per Rapoville o Belleview (basti vedere la poca sobrietà del nostro personaggio).
Non aspettatevi, quindi, un gioco con una grande matassa narrativa o con livelli platforming adrenalinici; ciononostante, se avete intenzione di rilassarvi con un titolo semplice e poco pretenzioso, Drawn to Life: Two Realms potrebbe fare per voi.