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Dream Alone - recensione

Limbo incontra una versione cattiva di Braid.

Nel catalogo del publisher indipendente polacco FatDog c'è anche un piccolo platform dallo stile molto particolare chiamato Dream Alone. È basato su di una favola, ma di quelle che si raccontano agli adulti. O ai più piccoli, ma solo dopo averle rielaborate un bel po', come quelle dei fratelli Grimm. Questa favola in particolare parla di un bambino che intraprende un viaggio da incubo per salvare la sorellina e la sua famiglia, caduti in coma a causa di una strana epidemia che ha colpito il loro villaggio. Il protagonista, quindi, decide di entrare nel mondo dei sogni per incontrare Lady Death, la Signora Morte, e convincerla a risvegliare i suoi affetti. Questa particolare premessa è servita agli sviluppatori per assemblare un interessante gioco di piattaforme in due dimensioni, che prende elementi da esperienze analoghe per rielaborarle grazie ad uno stile originale, che si rifà agli espressionisti tedeschi. Alle atmosfere di Nosferatu e Metropolis, tanto per intenderci.

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La storia è originale, ma gli sviluppatori hanno confessato di aver sfruttato diversi racconti celebri per tratteggiare alcuni luoghi e alcuni personaggi. Sta a noi riconoscerli e collegarli con la fonte di ispirazione nel corso dell'oscura avventura. Osservando Dream Alone in movimento, però, non si può non pensare a Limbo o Inside. I colori solo accennati, delineando la silhouette del protagonista e degli ambienti, così come la struttura bidimensionale sembrano quelli dei due giochi di PlayDead. Dream Alone, però, ha dalla sua un'esperienza più lunga e complessa.

Innanzitutto dal punto di vista prettamente ludico. La produzione di Fatdog, infatti, da questo punto di vista è un platfom vecchia scuola, basato sul trial&error. Sin dai primi istanti di gioco, infatti, siamo costretti a compiere salti millimetrici per superare alcuni ostacoli, anche quelli apparentemente più banali. Inoltre, il protagonista deve usare dei poteri imparati lungo l'avventura per superare alcune sezioni altrimenti impossibili.

L'uso minimale dei colori e il particolare stile grafico rendono Dream Alone un'esperienza piuttosto interessante.

In Dream Alone, infatti, trovano spazio anche alcuni semplici puzzle da risolvere attraverso lo studio dei livelli, l'attento ascolto dei suoni e soprattutto l'utilizzo di alcuni particolari poteri che il protagonista otterrà lungo l'avventura. Il primo che otteniamo è la capacità di entrare ed uscire da una realtà alternativa e parallela. Questo mondo da incubo non è un semplice riflesso di quello normale, ma è popolato da creature da incubo o strani marchingegni che, accidentalmente, servono a colmare gli spazi vuoti incontrati normalmente. Così, nascosto all'interno di una realtà alternativa, dobbiamo trovare il modo di superare ostacoli e baratri altrimenti invalicabili.

Non è però possibile abusare di questa capacità, dato che il tempo passato nella realtà alternativa consuma una speciale energia magica, caratterizzata da una classica barra, che bisogna rimpinguare raccogliendo delle pozioni disseminate lungo i livelli. In questo modo non solo sarà necessario fare avanti e indietro tra le due realtà, ma occorre essere veloci nel capire come superare l'ostacolo e precisi nell'eseguire le evoluzioni necessarie.

Gli sviluppatori hanno inserito riferimenti alle favole dei fratelli Grimm, ma sta a noi scovarli.

Nel corso dell'avventura ci viene anche data la possibilità di creare un clone, grazie al quale, per esempio, è possibile creare un peso utile per attivare un interruttore o creare una luce. Un potere quanto mai importante in un mondo fatto di tenebra.

Se il gameplay si dimostra più complesso di quello di Limbo e Inside, è però il livello di difficoltà a segnare la differenza più marcata con questi due videogiochi. Le opere di Playdead, infatti, sono esperienze basate più sulla narrativa e la capacità di raccontare una storia attraverso le immagini, che sulla complessità delle evoluzioni richieste.

La produzione di FatDog, invece, si diverte a torturare il giocatore con salti quasi impossibili, combinazioni tra nemici e ostacoli davvero ostiche, che non risparmiano nessuno, partendo sin dai primi livelli a punire ogni minimo sbaglio. Nel gioco si avanza quindi a tentoni, imparando dai propri errori, sul sottile confine che divide il divertimento per le sadiche soluzioni di WarSaw Games e la frustrazione che tali combinazioni potrebbero causare.

La storia è oscura e adulta, esattamente come lo stile del gioco.

Dream Alone, quindi, è una produzione fieramente indipendente, a partire dal particolare stile grafico adottato, fino ad arrivare alla notevole abilità che sarà necessario possedere per portare a termine l'avventura.

In molti saranno contenti di sapere che Dream Alone può contare su testi completamenti tradotti in italiano, così da rendere più semplice la comprensione della storia anche per coloro che non masticano bene l'inglese. Il gioco di WarSaw Games è già disponibile su Steam e Switch, mentre le versioni Xbox One e PS4 arriveranno entro la fine dell'anno.

Avatar di Luca Forte
Luca Forte: Luca si divide tra la gestione del ruspante VG247.it e l'infestare Eurogamer con i suoi giudizi sui giochi sportivi, Civilization, Fire Emblem, Persona e Football Manager. Inviato d'assalto, si diverte a rovinare le anteprime video dei concorrenti di tutto il mondo in modo da fare sembrare le sue più belle.

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