Dungeon Siege III
Assediare per credere.
I paragoni tra gli oggetti sono mostrati attraverso vistose frecce verdi e rosse nello schermo dell'inventario, fornendo una manciata di attributi da tenere in mente durante le decisioni di cosa equipaggiare, e dopo 10 minuti di gioco ci si può già aspettare di avere qualche spada utile tra cui scegliere, ognuna con i suoi benefici.
Poi ci sono i personaggi. Giocare nel ruolo di Guardiano dà tre posizioni d'attacco tra cui scegliere (a una o due mani, più la difesa) e il level-up consente di sbloccare un nuovo attributo (simile a una mossa speciale) per ogni turno.
Nonostante la scelta delle special inizialmente possa sembrare piuttosto limitata, paragonata ad esempio agli standard di giochi come Torchlight, ogni attributo può essere personalizzato con punti abilità man mano che si sale di livello, trasformando ad esempio lo Shield Pummel (colpo con lo scudo) a una mano in una mossa stordente o addirittura in un attacco vero e proprio.
Diversamente si può far evolvere il brutale Blade Dash a due mani da un impatto in stile "treno merci" fino a un colpo fulmineo di precisione chirurgica che strappa via tutti i punti ferita dagli avversari.
Le special si eseguono caricando prima la barra della Volontà portando a segno attacchi normali, ed è una buona tattica variare sempre tra attacchi singoli e a due mani anche nei combattimenti standard, visto che l'attacco più lento e pesante colpirà più nemici alla volta.
I punti talento completano il quadro aggiungendo bonus permanenti al personaggio, come ad esempio danni aggiuntivi durante gli attacchi critici.
Avrete molte opportunità di mettere alla prova il vostro personaggio potenziato, sia attraverso la succosa campagna principale che nelle numerose missioni secondarie: ci sono tantissimi banditi, maghi e mostri nei quali affondare i denti.
Nello spezzone di mezz'ora mostrato, seguendo la trama principale si finisce in una bella rissa all'interno della tana sotterranea di una strega (il boss fa uso di teletrasporto e attacchi a distanza, il che non è fastidioso come ci si aspetterebbe con i soli attacchi corpo a corpo del guerriero).
C'era poi anche un villaggio pieno di missioni secondarie, molte delle quali conducevano a mini-boss appositi e a un sacco di scontri al di fuori della trama.
Una spiacevole escursione sulla riva di un lago, ad esempio, ci vedrà fare a pezzi un fastidioso uomo-pesce, mentre da un'altra parte c'è un bandito con un sacco di amichetti da tenere a bada. Boss di varie forme e dimensioni spesso si mostrano con un'aura (il cerchio rosso danneggia chiunque si avvicini, quello blu vuol dire che stanno potenziando i loro scagnozzi), il che fornisce un pizzico di strategia alle meccaniche; inoltre quasi tutti gli scontri mettono il giocatore in mezzo a un gruppo variegato di cattivi, con alcuni nelle retrovie a sparare coi moschetti e altri che avanzano cercando di pestarvi in maniera più diretta.
In aggiunta c'è l'opzione della "traccia di molliche": normalmente è disattivata ma può essere utile quando si torna a giocare dopo alcuni giorni di pausa; infine c'è una ruota di dialogo in stile Mass Effect che permette di saltare le conversazioni più lunghe e andare dritti all'assalto di tesori. Mettete insieme tutto questo e avrete un RPG molto improntato all'azione diretta.
Nonostante Obsidian debba ancora rivelare tutti i tipi di classi giocabili, e la presenza di co-op e multiplayer rimanga tuttora nell'ombra, quel che ci è stato mostrato finora è solido, piacevole e appassionante. Incrociamo le dita!