Dungeon Siege III
Obsidian alla prova della verità.
Avendo avuto l'opportunità di saggiare le potenzialità e le caratteristiche di ognuno di questi eroi, non posso negare come ognuno di essi garantisca un'esperienza di gioco davvero unica, fondamentale per accrescere ulteriormente il già alto tasso di rigiocabilità garantito dalla presenza di un ricco multiplayer "drop in-drop out", sia in locale, per un massimo di 2 giocatori, che online, dove il numero massimo di partecipanti è di quattro elementi.
La co-op è infatti una delle feature più significative dell'intera esperienza e questo non solo a fronte della regolazione automatica e dinamica della difficoltà in base al numero di partecipanti, ma soprattutto grazie a un battle-system che, pur essendo strutturalmente molto classico, garantisce diverse variabili tattico-strategiche volte a stimolare il gioco di squadra.
Ogni personaggio dispone infatti di abilità profondamente diverse da quelle degli altri protagonisti, suddivise in due modalità di attacco alternabili con la semplice pressione di un bumper. Considerando anche il pregevole sistema di progressione, incentrato su talenti, specialità e capacità indipendenti, oltre che su un profondo sistema di personalizzazione degli equipaggiamenti che conta oltre 15.000 variabili grazie alla creazione procedurale, ogni sessione di gioco garantirà grandi stimoli e soddisfazioni.
Al di là dei suoi evidenti pregi è tuttavia doveroso segnalare come il gameplay, seppur accessibile e ricco di sfumature, non sia del tutto esente da difetti. Nonostante una duplice inquadratura, alternabile con la semplice pressione dello stick di destra, le fasi in cui si fronteggiano grandi gruppi nemici risultano fin troppo caotiche e di difficile gestione: prendere la mira quando si è circondati da tanti avversari può risultare problematico, e nel caso in cui si decida di lanciare un qualche incantesimo il rischio concreto è che questo vada a infrangersi in una direzione priva di nemici.
Il sistema di puntamento automatico è infatti tutt'altro che preciso e la sua sostanziale approssimazione potrebbe spesso causarvi diversi problemi. A questo si aggiunge poi un'IA fondamentalmente mediocre con nemici che mostrano comportamenti ben definiti e fin troppo schematici. Le vostre preoccupazioni, dunque, anche nel caso di boss o mini-boss non deriveranno mai dalle qualità dei nemici, ma unicamente dalla loro quantità.
Nonostante tutto, così come impone la tradizione della categoria, il giusto equipaggiamento è sempre imprescindibile ai fini del successo, e di conseguenza il completamento delle tantissime quest secondarie disponibili, può spesso fare la differenza tra la vita e la morte. Il grinding è infatti da sempre una prerogativa delle produzioni ruolistiche, e Dungeon Siege III non rappresenta di certo un'eccezione in questo senso.
Graficamente, infine, il titolo mostra purtroppo alti e bassi. Le ambientazioni, curate e dettagliate, risultano gradevoli e sufficientemente suggestive per assicurare un pregevole impatto visivo in qualsiasi frangente, ma i modelli poligonali dei personaggi, così come le loro animazioni, non sempre brillano per fluidità o qualità delle texture. Utilizzando un'inquadratura più stretta è infatti possibile notare una lunga serie di piccoli ma evidenti difetti che pregiudicano la qualità di un comparto tecnico altrimenti davvero notevole sotto il profilo della direzione artistica.
In definitiva Dungeon Siege III si dimostra dunque un prodotto solido e corposo, che pur non attestandosi su standard qualitativi di primo piano, è comunque in grado di regalare soddisfazioni a chiunque decida di lanciarsi nella mischia. L'esperienza messa a punto da Obsidian è un po' troppo all'insegna del tradizionalismo, sebbene questo possa non essere un difetto per gli amanti della categoria.
Nel caso in cui foste dei veri appassionati del genere, sentitevi dunque liberi di aggiungere un punto alla votazione finale, ma se così non fosse il mio consiglio è comunque di dare una chance al prodotto: potreste rimanerne sorpresi.