Dungeons
Il gestionale del male…
I più intraprendenti cercheranno persino di attaccare il cuore del dungeon e in questo caso entrerete in azione voi: poiché le creature con cui è possibile popolare i cunicoli sono poche e spesso molto meno efficienti degli avventurieri, vi toccherà trottare come dei disperati da una parte all'altra delle vostre sale piene di dobloni per fargli fare conoscenza con il padrone di casa.
Una volta che li avrete ridotti alla ragione a suon di mazzate (incantesimi e abilità speciali non mancano), toccherà ai vostri operai tuttofare imprigionarli e raccogliere i loro soldini.
Al di là dei normali mostri con cui potete proteggere il dungeon, avete anche il controllo di alcuni lavoratori incaricati delle pulizie di cui sopra che fungono anche da minatori: oltre alla conformazione iniziale, il dungeon è discretamente personalizzabile scavando nuovi cunicoli e creando nuove stanze in cui collocare sarcofagi, anfore, e decorazioni di vario genere che possano attirare l'attenzione dei malcapitati e alimentare il ciclo di cui sopra.
Il gioco ovviamente non ha multiplayer, quindi è composto da una serie di livelli che raccontano la storia piuttosto demenziale dell'ascesa al potere del nostro alter ego. Al livello di difficoltà normale occupa sicuramente più di una ventina di ore.
Inizialmente ci si diverte discretamente, almeno finché perdura la fase di scoperta del gioco e si apprezzano alcuni dialoghi abbastanza divertenti del nostro zoppo consigliere. Il problema di fondo di Dungeons è rappresentato dall'appetibilità del gameplay di base che, dopo le prime cinque-sei ore, tende a scemare abbastanza velocemente a causa di due motivazioni principali.
La prima deriva dal fatto che le tempistiche di un livello sono completamente dettate dall'arrivo degli avventurieri all'interno del dungeon e spesso ci si ritrova in una situazione di stallo che finisce per generare una certa noia. Le varianti a questo gameplay sono poche; le richieste economiche del signore del mondo dei morti, qualche campione che suona il campanello a orari inopportuni e così via.
Il secondo aspetto a lasciare non poco amaro in bocca riguarda la scarsa pianificazione tattica del dungeon stesso richiesta in termini di punti da presidiare o di creature a disposizione.
I mostri prodotti dai pentacoli sono in poche varianti e si tratta sempre di carne da macello pensata per far perdere tempo agli avventurieri col risultato di obbligare il Signore del Male stesso a tappare i buchi lasciati da una sicurezza impossibile da organizzare decentemente.
Tirando le somme, non si può dire che Dungeons si possa considerare un degno successore del titolo cui è ispirato, poiché non è un vero e proprio seguito in grado di rinverdirne i fasti.
Soprattutto, la valutazione finale finisce per scontrarsi con i quarantaquattro euro del cartellino del prezzo: per la metà avrebbe tranquillamente strappato un sei, ma a queste cifre, soprattutto su Steam, è possibile acquistare prodotti di ben altra caratura.