Dust 514 - review
CCP tenta la transizione dal PC alla PS3.
Nel mercato dei MMO esiste un titolo ormai giunto al suo decimo compleanno, capace di guadagnarsi la considerazione di pubblico e stampa internazionale per come ha saputo ritagliarsi una nicchia di appassionati assolutamente fedeli alla causa. E ne hanno tutti i motivi, visto che Eve Online, per complessità, dimensioni e grado di libertà concesso al giocatore, è senz'ombra di dubbio uno dei titoli più vasti e complessi mai concepiti da mente umana.
Per chi non lo sapesse si tratta di un simulatore in cui centinaia di migliaia di giocatori coinvolti devono fare fortuna navigando da un pianeta all'altro a bordo di astronavi sempre più potenti. Combattimento spaziale, commercio e persino costruzione di elementi persistenti, sono gli elementi basilari del gioco caratterizzato da un'economia di libero mercato assolutamente fenomenale. Vi basti sapere che per allestire flotte e stazioni spaziali più grandi occorrono mesi e mesi di raccolta delle risorse da parte di migliaia di giocatori e altrettanti mesi di tempo reale per completarne la costruzione.
In un contesto di questo genere, che per anni aveva vissuto di viaggi interstellari e al massimo di qualche hangar in cui ammirare la propria navetta, qualche anno fa gli sviluppatori del gioco avevano aggiunto l'aspetto prettamente sociale che permetteva al giocatore di vedere il proprio avatar in carne ed ossa muoversi a piedi all'interno delle stazioni spaziali. Il passo successivo del progetto degli islandesi di CCP è ora arrivato alla realizzazione di uno sparatutto, che potesse in qualche modo simulare i combattimenti tra le corporazioni gestite dai giocatori nell'universo di Eve Online per il possesso dei pianeti. Ed è infatti quello che è stato fatto con Dust 514, uno sparatutto multiplayer free to play (si fa per dire) realizzato in esclusiva per il pubblico PlayStation 3.
Si tratta del primo incontro tra due generi completamente diversi in cui le vicende dell'uno influiscono direttamente l'altro e viceversa. Nella fattispecie, gli scontri armati di Dust 514 rappresentano le battaglie a terra che le corporazioni affrontano nello spazio. L'obiettivo è di monetizzare i successi della propria fanteria guadagnando settori di pianeti da colonizzare, che potranno quindi essere sfruttati economicamente dai membri della corporazione nel mondo di Eve Online. Il concept è veramente intrigante e da un punto di vista prettamente sperimentale bisogna rendere merito a CCP di essere riuscita a creare una sinergia tra generi priva di precedenti nel panorama del gaming moderno. Nel mezzo di questa commistione troviamo tuttavia le caratteristiche di fondo di Dust 514 che non lo rendono, almeno per il momento, uno sparatutto esente da critiche.
"Si tratta di uno sparatutto come ne abbiamo giocati a bizzeffe negli ultimi anni"
La struttura è piuttosto classica: si tratta di un FPS esclusivamente multiplayer che mette il giocatore all'interno di mappe di vaste dimensioni per scambiarsi cortesie di ogni genere coi membri della fazione avversaria. Immediatamente si capisce che è il caso di associarsi a una corporazione giocante in Eve Online, che ci impiegherà come carne da cannone sui campi di battaglia per essere supportati in modo decente.
Una volta entrati in gioco tuttavia è chiaro che si tratta di uno sparatutto come ne abbiamo giocati a bizzeffe negli ultimi anni senza particolari innovazioni sul fronte della meccanica di gioco. Le modalità sono quattro tra Deathmatch, Team Deathmatch e due Domination a punti di controllo. Nulla di realmente innovativo da questo punto di vista, con un gameplay che premia il teamplay piuttosto che le iniziative personali.
La creazione del nostro personaggio permette di scegliere tra quattro razze ma è la selezione delle tre classi (un cecchino, un fante, un supporto) a condizionare maggiormente l'approccio alle partite, vista l'influenza di armi ed abilità sull'esito del combattimento. Oltre alla classica complessità delle sparatorie dovuta al numero di fanti in gioco, si aggiungono anche i combattimenti veicolari spesso decisivi per la conquista dei punti di controllo: il prezzo d'affitto di quest'ultimi tuttavia fa il pari con quello delle contromisure che un singolo giocatore può acquistare per garantirsi decenti possibilità di sopravvivenza. L'elemento più tangibile della collaborazione con i piloti sono i bombardamenti orbitali: è infatti possibile richiedere l'appoggio dei giocatori PC in Eve Online, che potranno colpire dallo spazio un punto preciso della mappa con l'ovvio scopo di ammorbidirne le difese.
"Gli scenari sono di dimensioni notevoli ma non spiccano per una particolare complessità strutturale"
Gli scenari sono di dimensioni notevoli ma non spiccano per una particolare complessità strutturale, al punto che alcune aree sono effettivamente un po' troppo spoglie rispetto ad altre. Gli interni delle strutture sono pochi e raramente ci si ritrova in situazioni particolarmente complesse tatticamente, al punto da far venire il legittimo sospetto che le mappe non siano state testate in modo adeguato. Più in generale, il look complessivo non brilla per rifinitura: non c'è nulla di particolarmente sgradevole sia nelle ambientazioni sia nei personaggi in termini di texture e animazioni, ma l'impressione è di trovarsi di fronte a un gioco di qualche anno fa.
In realtà l'aspetto estetico non sarebbe poi nemmeno così importante, visto che dopo poche partite l'attenzione si concentra essenzialmente su come mettere a frutto il denaro virtuale (ISK, come in Eve Online) acquisito round dopo round. Per farlo è necessario mettere mano al sistema di personalizzazione del proprio alter ego, districandosi tra centinaia di armi, potenziamenti e bonus, capaci di farci arrivare ad alti livelli di personalizzazione del nostro combattente. Dal punto di vista della complessità si tratta dell'aspetto migliore di Dust 514 visto che, a causa dell'elevatissimo numero di combinazioni possibili, è quasi impossibile trovarsi di fronte a un avversario col nostro stesso setup, a tutto vantaggio delle differenti sfumature che possono assumere gli scontri nell'uno contro uno o in gruppo.
"Siamo di fronte al più classico sistema delle microtransazioni che tutti conosciamo da anni di F2P orientali"
Ci si rende conto tuttavia altrettanto velocemente che arrivare a una configurazione capace di renderci competitivi non è particolarmente agevole, visto che l'acquisto di armi ed equipaggiamenti di qualità è temporaneo e costa una fortuna in ISK. L'acquisto a titolo definitivo è sempre possibile ma in questo caso si è obbligati a mettere mano alla carta di credito con cui acquistare la valuta pregiata, gli Aur, che permette di accedere immediatamente e permanentemente agli upgrade di alto livello. Siamo quindi di fronte al più classico sistema delle microtransazioni che tutti conosciamo da anni di F2P orientali.
Non ci sarebbe nulla di male in questo sistema se il rapporto tempo/costo per accedere agli oggetti di alto livello rientrasse nei limiti della ragionevolezza. E invece guardando l'ammontare di ISK richiesti ci si rende conto di come sia necessario grindare per giorni e giorni anche per oggetti o bonus utilizzabili una sola volta. L'unica alternativa è l'eventuale investimento di denaro sonante ma per arrivare a un loadout permanente di un certo livello bisogna sborsare parecchio, nell'ordine dei 70-100 euro. Una spesa decisamente sproporzionata al valore complessivo di Dust 514, al netto dell'innovazione di mettere in contatto due generi diversi.
Vanno poi riportati anche altri difetti che non hanno aiutato ad innalzare la valutazione del titolo. Il primo è il marketplace: la navigazione da un item all'altro è una vera e propria corsa ad ostacoli tra pop-up di acquisto in moneta sonante talmente frequenti e invadenti da indisporre già dopo un paio di ricerche, rafforzando l'impressione che il giocatore sia più una vacca da mungere che altro. Il secondo è il frame rate non impeccabile del gioco in alcune situazioni, che in qualche sparatoria finisce per compromettere la capacità di prendere la mira. Un problema non del tutto comprensibile alla luce degli scarsi risultati di questo motore grafico e degli scenari spogli di cui sopra.
"Non manca anche qualche occasionale baco che ogni tanto fa capolino qua e là"
Non manca anche qualche occasionale baco che ogni tanto fa capolino qua e là: nulla di particolarmente grave, almeno per quanto abbiamo avuto modo di sperimentare, ma ciò conferma la natura non del tutto rifinita di Dust 514. CCP è nota per la perseveranza con cui negli ultimi dieci anni ha migliorato costantemente Eve Online, il che fa ben sperare anche per questo spin-off. Allo stato attuale delle cose non ci sono però molti motivi per consigliarvi di investire tempo ed eventualmente denaro in questo progetto F2P.
Oltre a questo, è opportuno fare un'ultima considerazione che esuli dai demeriti tecnici e dalle scelte di gameplay, ma importante per capire la sostenibilità a lungo termine del binomio Eve/Dust. Per un titolo caratterizzato da una fanbase tra le più appassionate che si possano trovare su PC, non si capisce per quale motivo si sia deciso di realizzarne esclusivamente la versione PlayStation 3.
Anche il più inetto game designer sarebbe consapevole del fatto che buona parte dei giocatori di Eve Online avrebbe particolarmente gradito una versione per home computer di Dust 514. Spappolare crani a colpi di blaster per poi tastare il dolce sapore della vittoria con mano una volta tornati a bordo della propria astronave superaccessoriata, avrebbe contribuito in modo determinante ad un buon avvio di questo progetto.
E invece, dare per scontato il fatto che tra i giocatori di Dust 514 e quelli di Eve Online si venga a creare un forte legame "social" è quanto meno azzardato, parlando di due generi completamente diversi come gli FPS e i MMO. Se a questo aggiungiamo anche la diversità di piattaforme (e i problemi di gioventù appena descritti), il sospetto è che la gratuità di Dust 514 non basterà a far diventare i giocatori del PlayStation Network e i fan di Eve Online degli amiconi per il resto della loro vita.