Dying Light, sopravvivere con stile - prova
Finiranno mai queste epidemie?
I ragazzi di Techland devono avere una passione morbosa per gli zombie. Anche se Dying Light è nato originariamente come sequel di Dead Island, l'idea di mantenere vivo il progetto e dargli una seconda vita sotto forma di nuova IP, è una mossa che in pochi possono permettersi di fare. Dopo la delusione di coloro che aspettavano l'uscita del gioco nel 2014, il team polacco non può più permettersi altri passi falsi e la priorità di confezionare un prodotto che soddisfi le richieste dei giocatori sarà il loro cruccio per almeno i prossimi cinque mesi.
Una buona notizia però possiamo già darla, visto che la versione per PC provata è già sufficientemente spettacolare da far alzare i livelli di salivazione a mille a tutti gli appassionati del genere. Coloro che si aspettavano un clone di Dead Island si mettano dunque l'anima in pace, perché Dying Light, al contrario di quanto si potrebbe credere, è molto diverso dal titolo commercializzato nel 2011, se si escludono alcuni elementi come la creazione delle armi, la crescita del proprio alter-ego e la miriade di zombie che non vedono l'ora di farsi uno spuntino con la nostra carne.
Joypad alla mano, ci ritroviamo insieme al nostro compagno (controllato da un altro giornalista) in un palazzo abbandonato dell'isola: la nostra missione è far saltar in aria l'edificio piazzando alcune cariche esplosive in cerca d'aiuto, visto che l'elettricità è venuta a mancare e l'unico modo per farci notare dall'esterno è quello di far brillare il grattacielo.
Per questo motivo anche all'interno di costruzioni siamo costretti ad affidarci alla nostra amata torcia, une delle poche fonti di luce su cui possiamo contare; peccato solo che gli zombie siano attratti dal suo bagliore ed è quindi necessario l'uso di un po' di materia grigia se si vogliono evitare scontri superflui.
Mentre ci facciamo strada nei corridoi del palazzo, ecco che emerge la prima vera novità di Dead Island, ovvero le sfide co-op (totalmente opzionali) nelle quali ai partecipanti viene fornito un obbiettivo come sterminare il numero maggiore di zombie o arrivare dal punto A al punto B più velocemente del compagno. Nella versione finale naturalmente ne saranno presenti altre ancora, ma al momento non ci è dato sapere quali saranno.
Dopo aver piazzato le cariche il nostro compito è trovare una via di fuga attraverso una spaccatura del pavimento, evacuare l'edificio attraversando l'immancabile sistema fognario e, una volta arrivati all'esterno, far detonare gli esplosivi mentre davanti a noi il sole lentamente si appresta a tramontare.
Dying Light mette a disposizione oltre 100 armi diverse ma a differenza del suo parente stretto si è dotati di abilità fisiche maggiori, quali la possibilità di tirare calci (utili per evadere da situazioni spiacevoli), e soprattutto di un'agilità che permette di arrampicarsi e rendere la vita un po' più difficile ai nostri avversari, sempre se questi non portano il nome di Night Hunter.
I Night Hunter sono delle velocissime creature che attaccano esclusivamente durante la notte (ma dai?) e richiedono un'interessante strategia per essere eliminati: non potendo essere eliminati con le armi in nostro possesso, l'unica cosa da fare è utilizzare la torcia ad ultravioletti per allontanarli e mettersi alla ricerca dei loro bozzoli e distruggerli.
Grazie al nostro speciale sesto senso è possibile, ma soltanto per pochissimi secondi, individuare sulla piccola mappa la posizione dei nemici e organizzarci di conseguenza. Fortunatamente eliminare le uova degli Hunter non richiede molto tempo o armi particolarmente potenti, ma la sensazione di essere costantemente braccati in luoghi completamente bui alza considerevolmente i ritmi di gioco e la pressione intorno a noi.
Durante la demo il Night Hunter era controllato da uno sviluppatore di Techland ma chiunque potrà vestire i panni della creatura notturna: se si lascia la propria partita online aperta infatti, un altro giocatore potrà mettersi alla caccia dei protagonisti usando il mostro, anche se al momento non sappiamo quali benefici si potranno ottenere uccidendo i propri avversari.
Visto che la squadra condivide lo stesso numero di vite, è superfluo ricordare che la comunicazione tra giocatori riveste un ruolo fondamentale in Dying Light, quindi se siete intenzionati ad accaparrarvi il titolo di Techland, l'acquisto di un paio di cuffie è praticamente obbligato.
Vale la pena spendere anche due parole sul nuovo Chrome Engine 6, il motore grafico creato appositamente da Techland per la nuova generazione di console e computer, che riesce a gestire un numero impressionante di elementi senza il benché minimo problema.
Gli effetti di luce come quelli della torcia e delle esplosioni sono notevoli, ma ci riserviamo di esprimere un giudizio definitivo in sede di recensione visto che è da valutare se la stessa qualità grafica sarà mantenuta anche nelle versioni per console (perlomeno quelle commercializzate lo scorso anno).
La versione finale permetterà fino a quattro giocatori di collaborare tra di loro ma ancora non è chiaro se gli sviluppatori abbiano in mente di rendere fruibile l'esperienza in cooperativa anche per gli utenti che giocano su piattaforme diverse. Il titolo, lo ricordiamo, uscirà il prossimo 20 febbraio non solo su PC ma anche su PlayStation 4, Xbox One, Xbox 360 e PlayStation 3.
Insomma, nonostante manchino ancora diversi mesi all'uscita di Dying Light nei negozi, il titolo di Techland ha già dimostrato di poter soddisfare le aspettative di coloro in cerca di un buon survival in prima persona, dotato di un comparto tecnico modesto e un gameplay interessante.
Restiamo in attesa di scoprire se il team polacco abbia in serbo altre sorprese e se si deciderà prima o poi a rivelare qualche informazione sulla trama, tutt'ora avvolta da un alone di mistero.