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Dynasty Warriors 7: Empires - Review

Un grande impero di generali condivisi.

Il franchise di Dynasty Warriors vanta una longevità davvero notevole per una saga che, capitolo dopo capitolo, ha proposto la medesima struttura con una dose minima di cambiamenti. Sarà per il carisma dei personaggi, per il fascino dell'ambientazione o, più semplicemente, per l'impostazione capace di far sentire il giocatore praticamente imbattibile mentre falcia senza problemi centinaia di soldati, fatto sta che anche dopo il passaggio dalla PlayStation 2 alla PlayStation 3, la serie ha continuato con la propria lenta evoluzione.

Pur non rinunciando a spremere una saga capace di garantire ottimi introiti, tuttavia, Tecmo Koei ha avuto l'accortezza di dare in pasto agli appassionati l'interessante variante chiamata Empires, che aggiunge un pizzico di strategia a un'impostazione altrimenti votata all'attacco a testa bassa.

Dynasty Warriors 7: Empires, per l'appunto, rappresenta la variante più strategica di Dynasty Warriors 7, nella quale il giocatore è chiamato a rivivere per l'ennesima volta le vicende della guerra dei Tre Regni vestendo i panni di uno dei numerosi protagonisti armati di tutto punto e, soprattutto, dotati di un'invidiabile conoscenza delle arti marziali.

A differenza di quanto accade nella serie regolare, caratterizzata da un buon numero di modalità tra cui scegliere, la saga Empires offre una sola modalità principale divisa in diverse Campagne legate alle fazioni e ai personaggi del gioco.

"A seconda della posizione sociale selezionata si possono svolgere compiti differenti, più o meno radicati all'interno della macchina politica del regno."

L'ottimo design del gioco rivela tutta la propria forza nell'editor dei personaggi.

Una volta scelta la porzione di storia da affrontare ci si trova di fronte alla mappa della Cina divisa in territori da conquistare usando la diplomazia o le maniere forti. A seconda della posizione sociale selezionata (si va dal semplice ufficiale libero, fino ad arrivare al regnante vero e proprio) si possono svolgere compiti differenti, più o meno radicati all'interno della macchina politica del regno.

L'obiettivo ultimo, in ogni caso, è quello di unificare tutti i territori nel tentativo di creare una Dinastia, compito particolarmente difficile che può richiedere il sacrificio di migliaia di vite o, nel caso di una gestione più accorta e ragionata, la pianificazione di una serie di accordi politici e militari con gli altri leader.

Se pensate che con in questo gioco troverete tutte le qualità dei titoli strategici più blasonati, tuttavia, sappiate che non era intenzione di Tecmo Koei quella di realizzare un gestionale puro, ma semplicemente di aggiungere un pizzico di profondità extra al ramo principale di Dynasty Warriors.

Quando si scende sul campo di battaglia, infatti, Empires mostra chiaramente le sue origini, mettendo il giocatore nei panni del proprio personaggio e invitandolo ad affrontare orde di soldati sfruttando le tecniche a propria disposizione.

"Il gameplay riprende in tutto e per tutto quello di Dynasty Warriors 7, permettendo di sfruttare due set di armi da alternare a piacimento"

Nelle partite in multiplayer è possibile scatenare Attacchi Musou combinati, a patto di trovarsi alla giusta distanza.

Il gameplay riprende in tutto e per tutto quello di Dynasty Warriors 7, permettendo quindi di sfruttare due set di armi da alternare a piacimento in base alla situazione che ci si trova di fronte. Il tasto Quadrato viene utilizzato per eseguire gli attacchi veloci, il Triangolo per quelli potenti e con il Cerchio si scatena la potenza delle tecniche Musou, utili a sfoltire rapidamente le file nemiche o, durante gli scontri con gli ufficiali, a causare danni particolarmente ingenti.

La cosa interessante di Dynasty Warriors 7: Empires è che, a seconda della situazione politica all'interno dei regni e delle scelte effettuate nella fase gestionale, sul campo di battaglia si possono presentare condizioni profondamente diverse in termini di numero di truppe a disposizione.

Trovarsi ad affrontare un esercito tre volte più numeroso del proprio solo perché, durante la fase strategica, la gestione delle truppe è stata colpevolmente trascurata, può trasformare una schermaglia semplicissima in un vero inferno, dove anche la potenza sovrumana del personaggio gestito dal giocatore può non bastare per completare l'obiettivo.

Per cercare di superare difficoltà di questo tipo è possibile fare affidamento sulle carte degli Stratagemmi, veri e propri bonus in grado di spostare in un attimo le sorti delle battaglie. Una pioggia di frecce al momento giusto, la fortificazione di un avamposto e altre manovre simili, infatti, possono aiutare ad annientare (o contenere) anche il più agguerrito degli eserciti.

"Per evitare di trovarsi in serio pericolo durante le battaglie è importante non compiere passi falsi quando si pensa alla gestione politica del regno."

Quando la diplomazia non basta, un martello da guerra può convincere anche i comandanti più orgogliosi.

Per evitare di trovarsi in serio pericolo durante le battaglie, quindi, è importante non compiere passi falsi quando si pensa alla gestione politica del regno. Tale impegno deve essere gestito sia durante i Consigli di Guerra (due volte l'anno per pianificare i sei mesi successivi di gestione del territorio) che con la Modalità Staregica, durante la quale vengono prese le decisioni più immediate che coinvolgono e modificano i rapporti con i regni confinanti.

A seconda delle decisioni prese di possono guadagnare punti prestigio oppure, nel caso di comportamenti particolarmente virtuosi, ottenere preziosi compagni d'armi e leali consorti con cui rafforzare i legami politici tra le varie fazioni.

L'insieme di tutti questi elementi si rivela particolarmente piacevole pur non eccellendo né sul fronte strategico né su quello dell'azione vera e propria. Per cercare di coinvolgere ulteriormente i giocatori i programmatori di Tecmo Koei hanno inserito una dettagliata modalità di creazione dei personaggi, che permette di realizzare il proprio eroe ideale plasmandone sia l'aspetto fisico che le abilità e lo stile di combattimento.

La gradevole aggiunta dell'editor dei personaggi ha permesso al team di inserire anche un'interessante modalità di condivisione online, che permette di far partecipare i generali creati dai propri amici alle proprie campagne militari.

"La gradevole aggiunta dell'editor dei personaggi ha permesso al team di inserire anche un'interessante modalità di condivisione online"

Il multiplayer, fortunatamente, non si limita allo scambio “social” dei personaggi creati con l'editor, ma si estende anche alle battaglie vere e proprie, che possono essere affrontate in compagnia di un amico sia offline che online, dettaglio che aiuta a mitigare l'inevitabile monotonia che, alla lunga, affligge l'esperienza offerta da Dynasty Warriors 7: Empires.

Tecnicamente parlando il motore di gioco è il medesimo di Dynasty Warriors 7 e offre prestazioni piuttosto generiche senza picchi particolari o cali degni di nota. I modelli dei personaggi principali, così come le loro animazioni, sono sicuramente la parte più curata dell'esperienza, ma il fatto che la fluidità d'azione si mantenga quasi sempre su livelli apprezzabili anche nelle fasi più concitate merita di essere segnalato. Peccato che, per ottenere tutto questo, il team di sviluppo abbia dovuto seguire la solita politica basata su ambientazioni spoglie e mob generici scarsamente definiti.

Dynasty Warriors 7: Empires è una piacevole alternativa alla sua controparte puramente action, capace di far passare agli appassionati del genere diverse ore di piacevole divertimento. L'aggiunta dell'editor di personaggi e della possibilità di condividere le proprie creazioni con gli amici è particolarmente gradita e permette, per una volta, di abbandonare i classici generali di cui da anni Tecmo Koei racconta morbosamente le gesta.

7 / 10
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.

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