Dynasty Warriors 9 Empires Recensione: Romanzo secolare
Il regno ha bisogno di voi... ancora una volta!
A parecchi anni di distanza dall'uscita di Dynasty Warriors 9, si affaccia sui lidi occidentali l'immancabile capitolo parallelo pseudo-strategico, Empires.
Per chi finora non si è mai avvicinato a queste serie "cugine" è bene fare un piccolo preambolo: mentre la saga principale è composta da titoli prettamente votati all'azione, con battaglie su larga scala contro centinaia di nemici in stile Musou e ben poco spazio lasciato al ragionamento, i relativi spin-off si svolgono in livelli più ristretti, prevedono sempre corpose battaglie ma aggiungono al tutto elementi tattici e gestionali.
Spesso e volentieri i due titoli condividono buona parte degli assets e ovviamente anche la quasi totalità del cast, immerso fino al collo nelle atmosfere del celebre Romance of the Three Kingdoms, tomo fondamentale della letteratura cinese che da sempre ispira romanzi, film e sì, anche videogiochi.
Sappiamo cosa state pensando: questo è il solito sequel che aggiunge poco di nuovo a quanto visto finora e che si limita ad aderire alla formula "bigger" senza provare ad essere "better". In effetti, dopo tutto questo tempo, aspettarsi qualcosa di nuovo o quantomeno di meglio rispetto al titolo da noi recensito la bellezza di sette anni fa era più che lecito, ma purtroppo ci duole anticiparvi la mancanza di un vero e proprio salto generazionale, sia in termini di gameplay che sotto il profilo tecnico.
Partiamo proprio da quest'ultimo. Il tempo passato avrebbe dovuto essere più che sufficiente agli sviluppatori per prendere confidenza con le nuove console, al fine di sfruttarne potenza e peculiarità. Il risultato invece è assai deludente e riuscire a scorgere qualcosa di veramente next-gen è impresa praticamente impossibile.
Giocato su PlayStation 5, Dynasty Warriors 9 Empires non si avvantaggia più di tanto dei caricamenti lampo concessi dall'SSD, non utilizza granché le caratteristiche del DualSense e l'audio 3D rimane purtroppo una chimera. Come se non bastasse, non è raro riscontrare cali di frame rate assolutamente inspiegabili vista la non certo mostruosa quantità di "materia" mossa e la semplicità dei modelli poligonali usati durante le battaglie.
La possibilità di scegliere diverse modalità giocando sul connubio risoluzione/fluidità non migliora più di tanto la situazione, al punto che paradossalmente il gioco sembra migliore con un cap di 30 fps. A prescindere dalla scelta, tuttavia, Dynasty Warriors 9 Empires potrebbe tranquillamente essere scambiato per un titolo degli "early PS4" e anche all'epoca in giro si vedeva assai di meglio.
Uno contro mille. È questa la proporzione sbandierata a più riprese per pubblicizzare l'intera serie musou di Tecmo Koei e in effetti anche questa volta il gioco ruota attorno a battaglie in cui voi sarete messi contro eserciti che contano sulla quantità piuttosto che sulla qualità dei loro membri.
I campi di battaglia ridotti rispetto alla serie principale danno però spazio a meccaniche un po' più articolate del semplice "andiamo in giro e falciamo tutto ciò che si muove". Una volta scelto il vostro generale tra i moltissimi disponibili, o dopo averne creato uno da zero con l'ottimo editor, arriverà il momento di scendere in campo e decidere come volete portare avanti la vostra modalità Conquista. È questo il cuore pulsante del gameplay di Dynasty Warriors 9 Empires.
Inizierete senza alcuna affiliazione in una sperduta regione del regno ma ben presto verrà il momento di stringere alleanze per accrescere la vostra potenza e influenza. Il tempo verrà scandito da un calendario, che vi chiederà di volta in volta di scegliere quale azione intraprendere. Affari interni, diplomazia, gestione delle risorse e addestramento militare sono le categorie principali.
Scegliendo di sviluppare uno qualsiasi di questi elementi influirete su diversi aspetti del vostro dominio, inclusi ovviamente l'economia, le difese del regno, la fiducia dei comandanti e il morale dei vostri sottoposti. Le decisioni che prenderete influiranno sulla vostra reputazione facendo di voi un buon regnante o uno spietato tiranno, titoli che alla lunga avranno ripercussioni sia sulla fiducia degli altri regnanti che del popolo.
Nessuna di queste meccaniche raggiunge la profondità dei migliori strategici/gestionali in circolazione, ma tutte insieme compongono una discreta ragnatela di opportunità ed opzioni che di fanno possono dare vita a risultati abbastanza diversi in termini di difficoltà della progressione di gioco.
Tra una riunione e un'attività secondaria arriverà prima o poi il momento di scendere in campo e sarà in quel momento che la natura musou di Dynasty Warriors 9 Empires prenderà prepotentemente il sopravvento. Le possibilità di successo nelle mini-campagne dipende dalla conquista delle basi nemiche, dei territori rivali e in particolare delle fortezze che li dominano.
Attorno alle loro mura si scateneranno scontri estremamente caotici, durante i quali il gioco tenterà di mettere ordine aggiornandovi sull'andamento delle battaglie. Una volta eliminata la resistenza esterna, conquistate le basi di vedetta e costretto in ritirata i comandanti nemici potrete entrare e dare vita allo scontro finale che nella maggior parte dei casi significa confrontarsi con un generale nettamente più forte degli altri.
Oltre ad operare direttamente sul campo domando un combat system che, pur mettendo a disposizione una discreta quantità di attacchi, non invoglia certo alla sperimentazione, potrete utilizzare anche una serie di tattiche che acquisirete con il tempo e che vi consentiranno di chiamare rinforzi, serrare i ranghi, prendere possesso di dispositivi nemici (arieti, catapulte e torri) e persino evocare aiuti esoterici come nebbie velenose in grado di danneggiare gravemente lo schieramento nemico. Ovviamente anche l'esercito nemico potrà fare lo stesso, ma in tal caso verrete avvertiti e potrete sventare i suoi piani, nel caso abbiate successo otterrete ricompense aggiuntive alla fine della battaglia.
Tali strategie tornano utili principalmente nelle fasi più avanzate del gioco e in particolar modo nelle Battaglie Difensive, che vi chiederanno di difendere un particolare obiettivo e/o comandante alleato per un determinato periodo di tempo. Nel corso del nostro test abbiamo sperimentato che buona parte delle battaglie preliminari possono essere vinte senza troppa difficoltà preoccupandosi quasi esclusivamente di eliminare gli ufficiali avversari. Nel 90% dei casi questi saranno circondati da battaglioni di difesa assolutamente inutili che non avrete difficoltà a spazzare via. La classicissima carne da macello.
Ogni assedio si concluderà con la conquista del territorio corrispondente e con il conseguente accrescimento del potere del vostro generale. A quel punto le parti gestionali descritte poco fa si ripeteranno ma diventeranno sempre più impegnative. La tipica ripetitività della formula di gioco è stata in parte frenata dall'introduzione di più variabili nella parte gestionale, soprattutto per quanto riguarda le alleanze politiche.
Il sistema di "affinità" già visto nell'ottavo capitolo è stato raffinato ed è legato ora più strettamente alla classe del vostro personaggio, che influisce più marcatamente anche sul comportamento sul campo dei soldati di fanteria, della cavalleria e degli arcieri. Sono state inoltre aggiunte delle battaglie speciali, ispirate a reali eventi storici, che si attivano quando determinate condizioni vengono raggiunte durante il gioco ed eventi secondari specifici per alcuni dei personaggi principali.
In Giappone la stampa specializzata si è sperticata in lodi e ha affibbiato voti altisonanti a questo ennesimo spin-off della serie Dynasty Warriors, ma sappiamo bene quanto questo genere in patria venga visto attraverso un filtro non propriamente obiettivo. Saremmo tentati di bocciare mortalmente questo nono Empires ma alla fine dobbiamo ammettere di esserci abbastanza divertiti in sua compagnia... nonostante tutto.
Il remix di gameplay proposto forse non soddisferà chi era affezionato alle modalità precedenti ma risulta discretamente amalgamato seppur non particolarmente profondo. Imperdonabile invece la mancanza di un vero e proprio salto generazionale sotto il profilo tecnico.
Eppure, nonostante la sua pressoché totale immobilità, la formula di gioco continua a macinare consensi e le vendite sono evidentemente incoraggianti anche in occidente, altrimenti da tempo queste due serie sarebbero sparite dagli scaffali del vecchio continente.
Lo "zoccolo duro" di appassionati resiste ed è proprio a loro che questa ennesima uscita è rivolta. Gli imperturbabili fan del franchise non vedranno l'ora di perdere altre decine di ore sviscerando ancora una volta luoghi, vicende e personaggi della Cina Imperiale narrata nel Romanzo dei Tre Regni.
Se non vi riconoscete in questa categoria potete farne a meno o in alternativa recuperare l'ottavo capitolo disponibile ormai per una manciata di spiccioli. Nel caso vi servisse un aiuto per decidere, potete sempre scaricare la demo di Dynasty Warriors 9 Empire disponibile per tutte le piattaforme.