Dynasty Warriors 9 - recensione
Il musou si evolve e diventa open world, lasciando più di qualche dubbio.
Signori della guerra in eterno conflitto, orde di soldati che volano con un singolo colpo di spada, mazzate surreali che violano ogni legge della fisica. Gli appassionati del genere sapranno benissimo di cosa stiamo parlando. Ma per i profani possiamo descrivere i musou come una tipologia di giochi basati sulla potenza disarmante del protagonista di turno, mescolata sapientemente con una dose concentrata di strategia bellica.
Nel paese del Sol Levante la serie Dynasty Warriors, punto di riferimento del genere con tutti i suoi numerosi spin-off, ha sempre fatto registrare un enorme successo, non sempre compreso in Occidente, ma che negli ultimi anni sta iniziando ad espandersi anche qui da noi.
Complice della diffusione del verbo di Omega Force sono i titoli su licenza che la software house giapponese ha sviluppato di recente. Da Hyrule Warriors, passando per Attack on Titan, One Piece: Pirate Warriors, sino ad arrivare a Fire Emblem Warriors, il musou sembra essere pronto quindi al grande salto di qualità e a conquistare definitivamente l'Occidente. Ma dovrà passare necessariamente diverse prove d'esame e possiamo considerare Dynasty Warriors 9 come il primo rilevante banco di prova.
La più grande critica fatta alla saga di Dynasty Warriors è da sempre la sua quasi totale immobilità nell'introdurre nuovi elementi di gameplay, nello svecchiare le meccaniche e nel rendere appetibile il prodotto anche ai nuovi giocatori. Ma il tempo di questa pigrizia produttiva sembra essere finito, o almeno così sembra. Omega Force ha finalmente deciso di compiere il passo decisivo nell'evoluzione del genere, probabilmente utilizzando la saga di Dynasty Warriors come cantiere per l'introduzione di nuove meccaniche, per poi pian piano innestarle anche ai titoli su licenza.
La prima enorme novità in Dynasty Warriors 9 è l'esordio dei meccanismi open world. Niente più labirintiche mappe da percorrere con i nostri invincibili generali, quindi. Abbiamo invece a disposizione un antico mondo completamente esplorabile, che propone una miriade di cose da fare. Come potete immaginare questo è un cambiamento rivoluzionario, che muta quasi drasticamente la natura della serie. Infatti ad affiancare questa grande trasformazione vi è l'introduzione di nuove meccaniche e di idee più o meno originali, pronte a completare il nuovo impianto di gioco.
Siamo nel secondo secolo d.C. e Cao Cao, della famiglia Wei, è chiamato a sedare la temuta rivolta dei Turbanti Gialli, in una Cina devastata dai conflitti dei signori della guerra. Nonostante i nomi e gli avvenimenti richiamino eventi storici, come da tradizione, la trama non ha alcuna pretesa di stampo documentaristico, piuttosto viene utilizzata come pretesto per mettere in moto una serie di eventi che ci permettono di esplorare liberamente il mondo di Dynasty Warriors 9.
Man mano che si avanza nella storyline principale si renderanno disponibili nuovi generali che si uniranno alle cause di Cao Cao, tutti completamente giocabili. Omega Force non rinuncia quindi ad uno dei principali punti di forza della serie. Alla fine del gioco saranno selezionabili oltre ottanta personaggi, dotati di uno stile di combattimento personalizzato , con cui si potranno affrontare i vari capitoli della trama.
Il sistema di combattimento rimane fedele allo spirito della serie e non presenta particolari tecnicismi, ma tende piuttosto a buttare tutto in caciara e in frenesia da button mashing. I protagonisti possiedono una serie di attacchi semplici che possono essere combinati con gli attacchi muta-stato e con il distruttivo attacco musou, quando l'apposita barra è carica. Tutto come da tradizione.
Avanzando nella storyline ci accorgiamo di quanto il mondo di Dynasty Warriors 9 sia vivo e in costante mutamento. Mentre siamo impegnati a portare a termine una determinata missione, siamo continuamente aggiornati degli esiti delle altre battaglie che si combattono ai confini dei territori da noi occupati. Dove la nostra zona si incontra con quella di una fazione nemica troviamo sulla mappa l'icona di due spade che si incrociano. Possiamo liberamente partecipare a queste battaglie per rosicchiare pian piano i territori avversari. Ma occhio, perché se ci concentriamo su un unico versante altri nemici potrebbero cercare di sfondare dall'altra parte dei nostri territori.
Ad arricchire ulteriormente l'open world vi sono anche il nuovo sistema di caccia, con la possibilità di utilizzare arco e frecce e un approccio stealth, e l'introduzione dei nemici potenti, in cui possiamo incappare esplorando liberamente la mappa. In generale queste nuove meccaniche sembrano realizzate in maniera frettolosa. Infatti sono pochi gli stimoli che ci spingono a mollare le missioni principali per dedicarci a questo tipo di esplorazione.
Innanzitutto la ricompensa in termini economici, di loot e di esperienza è nettamente inferiore rispetto ai compiti principali. In secondo luogo l'esplorazione del mondo di Dynasty Warriors 9 non è poi così piacevole, in quanto, purtroppo, dal punto di vista tecnico il titolo sviluppato da Omega Force è mediocre in quasi tutte le due declinazioni.
Graficamente il titolo Koei Tecmo è rimasto alla generazione scorsa, dotato di animazioni legnose e per nulla armoniche e, come al solito, zeppo di nemici che si muovono in maniera identica, a volte addirittura all'unisono. La colonna sonora originale, anche se ben eseguita e arrangiata, risulta essere però ridondante e ripetitiva, in quanto presenta un numero limitato di brani.
Il comparto audio in generale non sembra affatto eccellere, cadendo anche in fastidiosi bug in cui le voci dei protagonisti vengono meno. Nonostante il frame rate rimanga sempre solido in presenza di centinaia di nemici, abbiamo assistito all'improvvisa apparizione dal nulla di interi plotoni di soldati, così come alla loro scomparsa, lasciandoci con l'amaro in bocca in alcune sezioni di gioco.
Nonostante tutte queste cadute di stile, istintivamente non si può non voler bene a Dynasty Warriors 9. Il titolo Omega Force sembra essere un ragazzino che dalle medie passa alle superiori, trovando davanti a sé una quantità di ostacoli quasi insormontabili e anziché mollare si butta a capofitto in questo nuovo universo. L'impressione è che questo gioco sia un groviglio di sperimentazioni di diverse meccaniche a cui la software house giapponese non aveva mai avuto modo di lavorare.
Sul mero piano delle idee Dynasty Warriors 9 è un prodotto coraggioso, che cerca di amalgamare il genere hack and slash con un nuovo impianto strategico, ruolistico e in parte stealth. Purtroppo la messa in pratica di questa visione è insoddisfacente in quasi tutti i suoi aspetti e potrebbe persino infastidire i puristi del genere. Ma se consideriamo il titolo Koei Tecmo come un'apertura mentale, una strada da poco imboccata per far evolvere una saga fin troppo spesso accusata di pigrizia, non possiamo che riempirci di speranza per quanto concerne l'avvenire del genere musou.