Dynasty Warriors Godseekers - recensione
Un Dynasty Warriors tattico, ma non troppo.
La serie Dynasty Warriors è una delle più popolari nel campo videoludico per quanto riguarda il genere hack & slash/musou. Con un numero veramente esagerato di episodi della saga principale e di altrettanti spin-off, ha battuto il terreno di praticamente ogni console da quando ha debuttato nel 1997 sulla prima PlayStation, comparendo recentemente anche su PC.
Se da un lato lo spin-off Samurai Warriors cambiava leggermente setting proponendo le stesse meccaniche, recentemente lo sviluppatore Omega Force si è dedicato alla produzione di trasposizioni del suo format per universi di giochi totalmente diversi, come quelli di One Piece, The Legend of Zelda e Berserk.
In attesa del prossimo capitolo principale Dynasty Warriors 9, Omega Force propone anche in Europa, su PS4 e PS Vita, Dynasty Warriors: Godseekers, uno spin-off che si discosta nettamente dagli ultimi poiché abbandona il solito stile action in favore di un approccio tattico, che lo rende più simile ai Dynasty Tactics usciti tempo addietro su PlayStation 2.
Dynasty Warriors Godseekers narra la storia del giovane condottiero Zhao Yun, che insieme all'amico Lei Bin s'imbatte in una creatura quasi divina, Lixia, ai piedi di un misterioso altare tra le rovine della civiltà ribelle Yellow Trubarn. I due giovani si troveranno così catapultati e coinvolti insieme con Lixia in una vicenda politica dell'ultima fase della Dinastia Han, prendendo parte a storiche battaglie, assieme a personaggi noti del franchise, che gli appassionati della storia cinese sicuramente apprezzeranno.
La trama di Godseekers è raccontata tramite una serie di cut-scene che intervallano le fasi di battaglia. In queste scene, mai di durata troppo ampia, gli avatar dei personaggi si scambiano battute facendoci entrare nel vivo delle vicende. Il voice acting è rigorosamente in giapponese ed i sottotitoli solamente in inglese.
Quindi, come abbiamo già accennato prima, questo spin-off della longeva serie musou abbandona il canonico stile action, in cui dovevamo affrontare centinaia e centinaia di nemici nel bel mezzo di sconfinati campi aperti contando solo sulle nostre armi e sulle nostre abilità, in favore di un approccio tattico a turni, che chi ha giocato a titoli come Final Fantasy Tactics, Grand Kingdom o Disgaea conoscerà abbastanza bene.
Il giocatore comanderà a turno le varie unità del gruppo di Zhao Yun e dei suoi amici. Inizialmente avremo a disposizione solo Zhao e Lei, ma man mano che proseguiremo l'avventura altre truppe si uniranno alla nostra causa. Le prime battaglie sono guidate da essenziali tutorial. Il sistema di combattimento a turni ha bisogno di un po' di attenzione ma non è per niente paragonabile, in termini di complessità e profondità (ad esempio) a quello di Grand Kingdom. Se in quest'ultimo erano disponibili fino a 18 tipi di unità diverse, quelle presenti in Godseekers sono appena una manciata, che si differenziano in unità di attacco, difesa, ranged, melee o tecniche. Ognuna di esse, ovviamente, ha il suo utilizzo specifico a seconda della situazione, ma le linee guida sono abbastanza di rapido apprendimento.
Le unità si muovono sul campo di battaglia in una griglia fatta a scacchiera. Ognuna di esse ha un grado di mobilità legata alla classe ed all'attributo destrezza. Per muoversi e portare a segno degli attacchi è necessario spendere dei punti di energia da una barra che si recupera man mano che i turni passano. Alcune unità sono in grado di eseguire attacchi ad area che coinvolgono più pedine nemiche, ed altre sono capaci di eseguire potenti attacchi mosou, che una volta lanciati saranno accompagnati da una breve cut-scene. Questi attacchi, assieme a quelli Synchro, sono i più potenti a disposizione, ed il segreto per vincere le battaglie sarà proprio imparare a padroneggiarli e ad utilizzarli nei momenti chiave della battaglia.
La barra Synchro si va riempiendo man mano che eliminiamo nemici, maggiore sarà il danno e le unità colpite in un solo attacco e più alto sarà il punteggio relativo. Una volta che la barra synchro si sarà finalmente riempita, si potrà scatenare l'attacco più potente del gioco, che consente di unire le forze di una coppia di vostri personaggi presenti nella stessa area. Non solo si attaccherà due volte in un turno, ma durante l'attacco si potrà potenziare il l'attacco premendo ripetutamente un tasto per aumentare la percentuale di danni inflitti. Al termine dell'attacco si avrà anche un turno extra.
Per portare avanti la storia ci verranno proposte delle battaglie chiave, in cui dovremo sconfiggere vari personaggi, più o meno illustri, della storia cinese. Opzionalmente saranno via via disponibili altre location nella mappa del mondo che offriranno battaglie alternative non obbligatorie, utili a fare esperienza e salire di livello, ed accumulare denaro. Denaro che servirà a potenziare, forgiare o acquistare nuove armi e oggetti. La progressione di ogni personaggio è affidata a un albero di skill con cui potremo sbloccare nuove abilità tramite gli SP, accumulati tramite le vittorie in battaglia. Potremo sviluppare ogni personaggio in maniera molto customizzata, a seconda delle nostre esigenze e dello stile di lotta prediletto.
Le missioni della storia non sono tantissime ed è possibile in teoria completarle in qualche ora. Ma se non le affronteremo con il giusto livello personaggio e l'equipaggiamento adeguato avremo non poche difficoltà: le battaglie si dilungheranno enormemente e finiremo anche per venire sconfitti. Ecco perché conviene cimentarsi in almeno un paio di missioni secondarie a ogni step, per fare un po' di grinding, scoprire al contempo ulteriori retroscena sulla storia ed i personaggi, ed essere pronti allo scontro successivo.
Chi è avvezzo a giochi come Tactics Ogre, Disgaea e compagnia bella si sentirà subito a proprio agio, ma non ci si deve aspettare chissà quale profondità, visto che il gameplay è abbastanza lineare e a volte abbastanza monotono. Saltuariamente le battaglie subiranno dei capovolgimenti di fronte per l'arrivo inaspettato di alleati e rinforzi, ma salvo queste sorprese non c'è molto altro che possa far balzare in alto la tensione.
Tecnicamente, Dynasty Warriors Godseekers risente dello sviluppo multipiattaforma su PS Vita e su PS3 (versione resa disponibile solo in Giappone) e, nonostante l'alta risoluzione, la versione PS4 non è agli standard della piattaforma per quanto riguarda texture ed effetti grafici. Inoltre, il frame-rate ci è parso insufficiente in diverse occasioni, una situazione poco giustificabile visto che non si tratta nemmeno di un action open world ,ma di un rpg tattico. La colonna sonora è d'atmosfera ma non lascia il segno. Almeno però non infastidisce.
Nell'attesa di Dynasty Warriors 9, Dynasty Warriors Godseeker è un buon antipasto. Pur proponendo qualcosa di diverso rispetto agli episodi principali della serie, Godseeker non aggiunge nulla di realmente innovativo rispetto a quanto già visto su altre produzioni ruolistiche a turni. Ed anzi, per non appesantire troppo i fan di meccaniche complesse e tutorial dopo tutorial, il sistema di combattimento e di progressione del personaggio è mantenuto volutamente abbastanza schematico, ed è stato anche mantenuto il contatto con il DNA action della serie tramite le numerose cut-scene. Non è un brutto gioco, ma non brilla certo per originalità e senso di appagamento trasmesso al giocatore. Consigliamo pertanto questo titolo ai fan della serie, ma gli amanti degli RPG a turni farebbero meglio ad aspettare uno sconto per dargli una chance, a meno che non siano anche appassionati della cultura antica cinese.