Dynasty Warriors: Strikeforce
L’ennesimo copia & incolla?
Durante le missioni si acquisisce esperienza, risorse materiali e denaro che può essere investito nei vari negozi sparsi lungo la mappa di gioco. Con i punti esperienza, invece, si acquisiscono i poteri Chi. Il nostro personaggio può equipaggiarsi con quattro abilità Chi, che agiscono secondo gli effetti della loro specialità: possono renderlo più veloce, aumentarne la potenza degli attacchi oppure migliorarne la possibilità di cura.
Allo stesso modo, recandoci nelle varie botteghe ci viene data l’opportunità di incrementare le caratteristiche base del nostro personaggio: il suo potere d’attacco, ad esempio, può essere migliorato a livello di velocità o raggio d’azione. Facendo visita al fabbro si possono forgiare nuove armi oppure aggiungere qualche modifica a quelle già presenti nell’arsenale.
Le armi e i potenziamenti sono acquistabili sfruttando anche una combinazione tra soldi e oggetti ritrovati dopo ogni battaglia. Se comunque si cerca qualche oggetto in particolare, si può sempre far visita al Mercato per barattare ciò che abbiamo nella sacca con qualche altro tipo di bottino. Queste sono caratteristiche di gioco che sembrano essere state importate direttamente dal Monster Hunter di Capcom e che calzano a perfezione nel mondo di Dynasty Warriors. Oltretutto tali modifiche hanno una buona incidenza sul gameplay, e costituiscono un discreto elemento in grado di variare un sistema di gioco ormai trito e ritrito e assaporato in ogni tipo di Dynasty Warriors.
Le missioni secondarie, anch’esse presenti all’interno delle varie città, servono per accumulare punti esperienza in più oppure per scovare determinati bonus nascosti, sbloccabili soltanto dopo aver ucciso un tot di nemici entro un certo limite di tempo. Queste missioni possono essere utili anche per sbloccare ulteriori quest indispensabili per comprendere al meglio la storia che fa da sfondo al gioco.
Come ogni Dynasty Warriors che si rispetti, c’è una bella dose di contenuti all’interno dei cinque capitoli in cui si struttura Strikeforce, tra personaggi, armi e tesori da scoprire. Un’altra chiave di lettura interessante è la modalità in cooperativa, che permette di giocare online con altri tre amici. Un netcode robusto e un offline che si integra perfettamente con le partite in Rete, impreziosiscono ulteriormente questa nuova esperienza nelle lande di Dynasty Warriors.
Nonostante qualche difetto, ormai cronico della serie, Strikeforce ha il merito di allungare la vita di Dynasty Warriors con alcune trovate intelligenti. Non c’è un nuovo passo verso quella rivoluzione che si era intravista con Bladestorm, ma nemmeno un fallimento completo, da bocciare in toto. C’è un gioco discreto, che cerca in alcuni elementi di gameplay ben riusciti di mascherare i suoi punti deboli e una meccanica che, per certi versi, ha segnato ormai il passo…