Sacred 3: Ancaria è cambiata - prova
La serie rompe con la tradizione.
Avendo passato un numero di ore che si aggira tra le 6.000 e le 12.000 su titoli come la trilogia di Diablo, Baldur's Gate: Dark Alliance (e seguito #1), Fallout: Brotherhood of Steel, Champions of Norrath (e seguito #2), oltre che sul secondo capitolo della serie Sacred, non ho potuto non esaltarmi all'idea di tornare nel regno di Ancaria per una sbirciatina in anteprima a questo terzo capitolo.
Sono passati 6 anni dall'uscita dell'ultimo episodio della saga e di acqua sotto i ponti ne è scorsa parecchia. Il team Ascaron Entertainment, responsabile della serie fin dagli albori, è scomparso e il testimone è passato nelle mani del Keen Games. I volenterosi ragazzotti teutonici hanno reso chiare fin da subito le loro intenzioni: dare al franchise una sterzata introducendo numerose novità. Intenzione lodevole, soprattutto dopo un secondo titolo piuttosto floscio, ma sinceramente non mi aspettavo un cambio di direzione così netto.
Sacred 3 ci riporterà ancora una volta ad Ancaria, che tanto per cambiare è minacciata da una forza malefica di cui non sto qui a parlarvi, ci sarà tempo nella recensione. Come potete facilmente intuire, questa ennesima minaccia verrà contrastata dal solito manipolo di eroi senza macchia e senza paura, accorsi dagli angoli più remoti del regno dopo aver risposto al richiamo dalla più anziana componente dell'ordine delle Serafine.
Il primo impatto con il gioco, già localizzato in italiano, non concede grossi scossoni. Tutto sembra rimasto più o meno inalterato, dalla visuale fissa a volo d'uccello al cast di personaggi giocabili, cinque per la precisione, ognuno con la sua bella arma personale e il suo set di abilità.
"Sacred 3 sembra più un hack 'n' slash alla Dynasty Warriors in 2D che un rivale di Diablo 3"
Basta poco però per accorgersi che l'Action-GDR griffato Deep Silver sembra avere molta "action" e poco "GdR". Il gameplay è improntato sull'azione frenetica, molto più che in altri esponenti del genere, con orde di nemici particolarmente nutrite fin dall'inizio e il giocatore impegnato più che altro a non farsi sopraffare.
Sacred 3 sembra più un hack 'n' slash alla Dynasty Warriors "bidimensionale" che un rivale di Diablo 3 come era lecito aspettarsi. I personaggi si evolvono ma in maniera automatica ad ogni passaggio di livello, senza alcuna possibilità di personalizzazione dell'equipaggiamento data la totale mancanza di qualsiasi tipo di loot. I nemici più imponenti dopo essere passati a miglior vita concedono come unico regalo dei globi luminosi in grado di ricaricare l'energia del protagonista e il suo "mana".
In alternativa si possono anche ottenere quantità di denaro variabili, ma a questo punto sorge spontanea la domanda: a cosa serve dello sfavillante oro in un gioco che ha perso per strada qualsiasi traccia "ruolistica"? Semplice, dei bei completi pre-impostati che danno al giocatore una soddisfazione quasi pari a quella di trovare una collanina di plastica in un uovo di cioccolata da 30 euro.
Le uniche libertà concesse al giocatore sono rappresentate dalle abilità speciali che vanno scelte nel corso del gioco... davvero poca roba. Come se non bastasse, sembrano essere scomparse nel nulla le cavalcature e qualsiasi elemento esplorativo che caratterizzava i capitoli precedenti così come altri esponenti dello stesso genere.
"Anche la progressione dell'avventura è stata cambiata radicalmente"
Anche la progressione dell'avventura è stata cambiata radicalmente. Sacred 3 infatti è strutturato in livelli che costellano una mappa e possono essere affrontati con un ordine non prestabilito. A prescindere dalla scelta, tuttavia, quello che ci aspetta sono orde di nemici dotati di un IA prossima a quella di uno spigolo e qualche combattimento con boss tanto grossi quanto prevedibili.
"Sacrilegio" grideranno alcuni di voi, ma sinceramente nutriamo ancora un filo di speranza sulla bontà finale dell'esperienza di gioco. Ok, non sarà più il titolo che volevamo, ma in fondo dopo centinaia di ore passate a Sanctuary una boccata d'aria fresca potrebbe farci anche bene, no? In più il gioco Deep Silver può vantare un comparto grafico piuttosto buono che riesce almeno ad appagare l'occhio.
La versione preview fornitaci consentiva solo di utilizzare il pad Xbox 360/PC, mappato in maniera sufficientemente comoda, e non l'accoppiata tastiera/mouse. A prescindere dalla scelta iniziale, ogni personaggio possiede un attacco primario, uno secondario utile per sfondare difese o scudi, una mossa evasiva o parata, e due abilità assegnate ai tasti dorsali. Queste ultime hanno un uso limitato a delle barre, che possono essere ricaricate con i globi di cui parlavamo poco fa.
Il gioco era fruibile solo in finestra e non dava la possibilità di personalizzare le impostazioni grafiche. Per tutta la durata del test, l'engine di gioco non ha mostrato particolari tentennamenti, anche in presenza di numerosi nemici su schermo, ma per analizzare a fondo il comparto tecnico dovremo per forza attendere la versione finale.
Siamo in periodo di fine scuola e non posso esimermi dal rubare il termine "rimandato a settembre" per questo Sacred 3. In realtà l'appuntamento con l'uscita nei negozi, e la conseguente recensione, è fissato per l'inizio di agosto. Le possibilità di un ritorno alle origini sono nulle, ma confidiamo in una versione finale che offra un po' più di succo (rappresentato anche dalla modalità co-op per quattro giocatori) e qualche motivo in più per passare sopra alle gravi perdite di questa terza uscita.