E3 2017: Pro Evolution Soccer 2018 - prova
Sfida accettata.
A stretto giro di posta Konami risponde ad Electronic Arts presentando al mondo la nuova iterazione di Pro Evolution Soccer 2018, in altre parole il prossimo capitolo di PES. L'edizione di quest'anno, a detta del solito Adam Bhatti, sempre più uomo immagine di PES Productions, sarà ricordata a lungo, dato che dal punto di vista produttivo sarà quella che inaugurerà un nuovo ciclo tecnico per la serie. Se tutto andrà secondo i piani, infatti, Konami nei prossimi tre anni utilizzerà questo gioco come punto di partenza, evolvendo e espandendo gli strumenti utilizzati in questa edizione.
Il FOX Engine, ovvero il motore grafico creato da Kojima Productions per Metal Gear e poi adattato per poter essere utilizzato in un gioco di calcio, batterà sempre nel cuore di PES 2018, ma sarà integrato da tutta una serie di tecnologie in grado di colmare le lacune che sono emerse negli anni, che non lo rendevano perfetto per una simulazione sportiva.
Questo ha portato ad avere sette grandi famiglie di miglioramenti. Senza riportarvi schematicamente i contenuti del power point mostrato da Bhatti, possiamo dirvi che le novità dovrebbero aiutare Konami ad avere un prodotto più realistico sul campo da gioco, migliorando quanto di buono fatto lo scorso anno, ma anche a fornire un pacchetto più completo e user friendly, che riesca a rapire il giocatore per tutta una stagione, similmente a quanto fa FIFA con il Viaggio e Ultimate Team.
Per questo motivo Konami sembra finalmente consapevole della necessità di superare alcuni limiti storici della sua esperienza ludica, organizzando, per la prima volta, una beta online per cercare di recepire prima del lancio tutti i feedback che la sua community riuscirà a dare. In questo modo, spera di poter trovare e correggere in tempo tutti gli eventuali errori, sistemandoli attraverso una patch in arrivo il giorno di lancio. Sotto certi punti di vista un cambiamento copernicano da parte di un'azienda (e un popolo) sempre piuttosto refrattaria alle novità. La beta sarà online dal 20 al 31 luglio e consentirà sia di affrontare un 3vs3, una delle novità di quest'anno, sia di giocare una classica partita veloce.
Un altro "punto debole" sul quale l'azienda sta lavorando è quello delle licenze. Bhatti ha voluto rinviare il discorso riguardante il nome dei prossimi ambassador, delle leggende e delle prossime affiliazioni, ma ha detto di attendere grosse novità nei prossimi mesi. Al momento sono confermati gli accordi con il Barcellona, il Borussia Dortmund e il Liverpool, ma abbiamo visto che l'Atletico di Madrid compariva spesso nei filmati di presentazione, lasciandoci pensare a un qualche tipo di collaborazione. Oltre a questi nomi, Konami ha confermato che il "Sinistro di Dio" Diego Armando Maradona sarà tra le leggende MyClub, che tra di loro annovereranno persino Usain Bolt.
Nonostante la presenza del giamaicano possa sembrare fuori luogo, a nostro avviso quella di Konami potrebbe essere mossa più sensata del previsto. Sicuramente dal punto di vista marketing, dato che l'uomo più veloce del mondo porta sempre con sé un seguito mediatico strepitoso. E secondariamente perché una volta messa in soffitto la carriera da olimpionico, Bolt ha deciso di entrare nel mondo del calcio, affiliandosi ad un club di seconda divisione francese. E se ce l'ha fatta ObaOba Martins ad arrivare in Serie A, non vediamo perché non debba farcela lui...
In questa edizione, PES Productions ha lavorato molto per integrare maggiormente la PES League, ovvero il lato eSport di Pro Evolution Soccer, con il resto delle modalità di gioco, oltre che per introdurre diversi miglioramenti nella Master League, in MyClub e MyPlayer. Queste novità saranno però presentate con maggior precisione durante i prossimi appuntamenti stampa. Al momento sappiamo solo che sarà possibile giocare MyClub in compagnia di un amico, che debutterà una divertente modalità online 3 contro 3 (che entrerà a far parte delle "discipline" di PES League) e che sarà possibile giocare partite con una rosa formata da calciatori pescati casualmente dai diversi club.
In occasione dell'E3, infatti, il team voleva concentrarsi sul gameplay nudo e crudo e sulle novità apportate dal punto di vista della fedeltà grafica e di quella simulativa. In PES 2018, infatti, l'intero impianto animazioni è stato riscritto da capo, in modo da migliorare il controllo sulla palla e da ampliare la varietà dei tocchi che è possibile fare.
Durante la nostra prova abbiamo effettivamente percepito un controllo del pallone superiore da parte degli atleti tecnicamente più dotati, che riusciranno a domare la sfera anche nelle situazioni più complesse con stop di esterno o dribbling strettissimi. Allo stesso modo, in base alla pressione avversaria, i calciatori colpiranno il pallone in maniera differente. In situazioni di tranquillità il passaggio sarà un semplice tocco di piatto, mentre con un difensore alle calcagna gli attaccanti proveranno ad alzare un po' il pallone, in modo da evitare il loro intervento.
Il nuovo sistema ha consentito a PES Productions di potenziare anche il sistema di protezione del pallone con il corpo. Alcuni calciatori, Bhatti ha fatto esplicitamente l'esempio di Verratti, hanno una particolare abilità nello schermare la palla con il corpo che consente loro di uscire dalle situazioni più complicate nonostante non abbiano né un fisico, né una velocità sopra la media. Controllando questo genere di giocatori sarà più semplice mantenere il possesso della sfera anche sotto pressione, dato che utilizzeranno la schiena e le braccia meglio degli altri per tenere lontani gli avversari dalla sfera.
L'intera fisica del pallone è stata ridisegnata e ora la palla sembra comportarsi in maniera più realistica che in passato. Per questo motivo sarà difficile vedere le sassate da fuori area che hanno caratterizzato gli ultimi episodi della serie, ma il "sacrificio" consentirà di avere un movimento della sfera decisamente più realistico che in passato. Anche i portieri hanno subito il medesimo trattamento degli altri calciatori e grazie alle nuove animazioni potranno essere più sicuri e reattivi tra i pali, per un maggiore godimento della partita.
Per quanto riguarda la fedeltà visiva, PES Productions ha lavorato molto per ottenere dei modelli poligonali che fossero il più simili possibili alla controparte reale. La tecnica utilizzata per ottenere questo risultato si chiama Real Life Scanning e grazie ad essa il team giapponese è riuscito a riprodurre in maniera impressionante non solo il volto e i tatuaggi dei vari atleti, ma anche la loro corporatura e il modo di muoversi. Attraverso un'altra tecnologia, chiamata Human Motion, lo sviluppatore è riuscito a migliorare la fluidità delle animazioni e il modo nel quale queste si uniscono tra di loro, così da rendere più naturali, per esempio, il passaggio dalla corsa allo scatto.
Anche gli stadi su licenza dovrebbero aver ricevuto un trattamento di questa portata. Non solo gli spalti sono stati scansionati in tutte le condizioni di luce, ma è stata aggiunta anche la strada che porta i calciatori dagli spogliatoi al campo da gioco, in modo da aumentare sensibilmente la scenograficità di questi frangenti.
Anche i calci da fermo sono stati ridisegnati, dando sia all'attacco sia alla difesa diverse opzioni inedite per renderli più imprevedibili. Per esempio, si potrà dire ai propri calciatori di correre in avanti per provare a sorprendere con un lancio lungo la difesa. Una dettaglio davvero minimale che abbiamo apprezzato a dismisura è la presenza di un secondo indicatore sopra la testa dei calciatori che segnala quale atleta andremo a controllare nel caso in cui premessimo il tasto per il tasto del cambio. Questa semplice idea, soprattutto in difesa, stravolgerà il modo di giocare e renderà decisamente più chiara e godibile la fase senza palla, dato che darà modo di scegliere con precisione quale tra due atleti controllare, così da lasciare a noi e non al computer questa scelta.
Il primo impatto con PES 2018 è dunque positivo. Konami sembra aver lavorato alacremente per provare a colmare alcune delle lacune emerse negli scorsi anni, a partire dalla farraginosità del gioco online. PES 2018 sembra piuttosto vario e interessante da giocare, con uno stile compassato, qualche nuova animazione e qualche nuova idea in grado di sorprendere, soprattutto una volta che il pallone è sul campo da gioco. Come gli sviluppatori giapponesi cercheranno di colmare il gap che li separa dalla concorrenza, soprattutto sotto il profilo delle modalità di gioco, ancora non lo sappiamo, ma anche quest'anno la lotta per la migliore simulazione calcistica non sembra così scontata. Per la felicità di noi videogiocatori.