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E3 2018: Death Stranding e il significato di ciò che abbiamo visto nel nuovo trailer - articolo

La nuova apparizione del gioco avrà fornito le risposte alle tante domande?

Death Stranding, uno dei titoli più attesi e chiacchierati del momento, è tornato a mostrarsi sul palco della conferenza E3 di Sony, come largamente anticipato da Shawn Layden e Hideo Kojima in persona. Mentiremmo se vi dicessimo che quest'apparizione ci ha lasciato pienamente soddisfatti e il motivo di ciò è più psicologico di quanto si possa pensare: da amante impacciata a cacciatrice spietata, Ellie ha mostrato in pochi minuti la caratura del sequel di The Last of Us, mentre Ghost of Tsushima ci ha letteralmente rapito e condotto nel Giappone del 1274, dilaniato dalla ferocia dei mongoli.

La prima opera dell'era "post-Konami" di Hideo Kojima, al contrario, non ha sfoggiato un livello di concretezza paragonabile a quello dei succitati, nonostante sia stata protagonista dello show di Sony per più di otto minuti. Chi si aspettava un breve trailer introduttivo e la successiva entrata di Kojima, magari accompagnata dalle note di I'll Keep Coming dei Low Roar, è rimasto a bocca asciutta e lo stesso può dirsi di coloro che giuravano sulla veridicità dei recenti rumor: le armi provenienti da epoche diverse, il delinearsi del ruolo del misterioso neonato e, più in generale, il desiderato "riordino dei tasselli", erano soltanto frutto di immaginazione.

Tirando le somme, che cosa abbiamo ricevuto in cambio della nostra spasmodica (ma paziente) fame di conoscenza? Proprio come la struttura stessa di Death Stranding, la risposta a questa domanda non è affatto di poca complessità, ma ci è sembrato doveroso provare a formulare delle ipotesi, anche perché alcuni spunti di riflessione, dopotutto, li abbiamo colti. Tuffiamoci quindi nei vasti oceani dell'immaginazione di Kojima, oltre le "Colonne d'Ercole", e cerchiamo di uscirne sani e salvi.

Il gameplay trailer di Death Stranding mostrato durante la conferenza PlayStation di questo E3.Guarda su YouTube

Prima di andare ad analizzare (per quanto possibile) il nuovissimo trailer del gioco, ecco il contenuto della relativa descrizione ufficiale: "Accerchiato da un'ondata di morte a ogni angolo, Sam Bridges deve sfidare un mondo radicalmente trasformato dal Death Stranding. Trasportando i resti del futuro nelle sue mani, Sam si incammina in un viaggio per rimettere assieme un mondo frammentato, passo dopo passo. Cosa si nasconde dietro il Death Stranding? Cosa incontrerà Sam sul suo cammino? Un'esperienza di gameplay totalmente innovativa nasconde le risposte a queste domande e molto altro".

Ma che cos'è il "Death Stranding"? A nostro parere, potrebbe trattarsi di un gigantesco cataclisma, o meglio, del più grande disastro mai registrato nella storia dell'intero universo. Non sappiamo se il succitato sia stato provocato dalla "nostra" smania di giocare a fare Dio, oppure dai misteriosi esseri visti nei trailer: ben più concreta è invece la sua natura di collasso spazio/temporale o, addirittura, interdimensionale. Apprendiamo inoltre che il compito di Sam come "corriere della salvezza" sia proprio quello di rimettere assieme i pezzi di un mondo frammentato: ma come riuscirci?

Quella di Sam Porter non sarà una tradizionale esperienza a mondo aperto, questo è poco ma sicuro. Pur non avendo visto molto del giocato vero e proprio, siamo pronti a scommettere che Death Stranding offrirà una struttura ludica senza precedenti, nel bene e nel male, e che non relegherà il giocatore al solo ruolo di fattorino. La visione di Kojima è estremamente ambiziosa e, forse, ancora troppo ermetica, ma sarebbe incauto pensare che il game designer non abbia fatto alcun tipo di compito a casa per assicurare un intrattenimento di qualità ai giocatori.

Il Decima Engine promette meraviglie dal punto di vista grafico.

Per avere una prima prova di ciò, basti pensare all'intervista rilasciata dal buon Hideo durante la PSX 2017. In quell'occasione abbiamo appreso che Sam/Norman Reedus, una volta morto, non tornerà a un checkpoint. Il vecchio "trucco" che spingeva i giocatori degli anni '80 a inserire un altro gettone nel cabinato, infatti, è un concetto che Kojima ha voluto superare. Il nostro protagonista, di contro, si ritroverà in una sorta di limbo marino sospeso tra le dimensioni.

Da ciò si potrebbe dedurre che le nuove leggi dell'esistenza permettano il susseguirsi di vita e morte senza distinzioni, ma le cose non dovrebbero stare proprio così. Sam, assieme a pochi altri, potrebbe invero essere dotato di abilità fuori dal comune e la nuova sequenza del gioco parrebbe averlo definitivamente confermato.

Dopo la fugace apparizione del misterioso infante, il filmato si apre con le parole del personaggio di Léa Seydoux: attrice ben nota al cinema per la partecipazione in film come The Lobster, 007 Spectree La Vita di Adele. L'avvenente donna si rivolge proprio a Sam, dicendogli che anche lui ha i "Dooms". La controparte di Reedus allora afferma di essere in possesso del "Fattore Estinzione", un qualcosa che gli consente di avvertire la presenza degli esseri che infestano il mondo di Death Stranding.

Fare il fattorino in Death Stranding sarà tutt'altro che facile.

Il personaggio della Seydoux a quel punto fa un'offerta di lavoro a Sam ma quest'ultimo non perde tempo e la declina: egli afferma di occuparsi solo delle consegne e di nient'altro. È tempo per l'evocativa Asylums for the Feeling dei Silent Poets di accompagnare la splendida inquadratura di un paesaggio dai toni islandesi, sia per la palette cromatica che per la forte presenza dei muschi tipici dei "Lava Fields". Dopo alcuni momenti raffiguranti un Sam intento a fare consegne nella vastità di un mondo evocativo e desolato, assistiamo a una sezione in cui è impegnato a superare una zona più ripida. Il comparto animazioni, è praticamente impossibile non evincerlo, ricorda molto da vicino quanto visto in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain e ciò non potrebbe che essere un bene.

Più avanti, dopo un lungo itinerario (composto forse da porzioni di viaggi diversi), lo vediamo estrarre quel che sembra essere un fucile dal sapore squisitamente futuristico. Che sia un'arma capace di contrastare gli esseri interdimensionali? Purtroppo Kojima ha deciso di non mostrare nulla del gunplay, costringendoci ad apprezzare il solo lato esplorativo dell'esperienza di gioco. Ora giungiamo a un momento interessante: Sam Porter sembra soffrire di una particolare reazione allergica, forse scatenata proprio dalla presenza che sta cercando di stanarlo. L'essere finisce per "lasciare il segno" su di una fotografia del personaggio di Reedus, probabilmente appartenente a una vita ormai scomparsa per sempre: l'uomo è ritratto con due donne, che potrebbero essere sua moglie e sua figlia.

Dopo un climax di tensione, le controparti virtuali di Reedus e della Seydoux riescono a sfuggire all'entità. A quel punto riparte, sommesso, il tema di Death Stranding, che torna anche in questo trailer. Sam/Norman da un ultimo sguardo alla foto per poi dirigersi verso la "città". La Seydoux lo avverte: "Timefall", l'implacabile pioggia vista nel trailer della PSX 2017, provoca l'istantaneo invecchiamento (e la morte) di tutti coloro che tocca, ma non può "lavare via il passato". L'ultima sequenza di gioco ci mostra un Sam facile preda delle entità, che cerca di nascondersi in un edificio fatiscente. L'uomo è in contatto radio con una specie di sezione di supporto, che gli fa una strana comunicazione: "se una di quelle cose dovesse mangiarti, tu torneresti ma l'area circostante rimarrebbe un cratere".

Alcune ambientazioni ricordano molto i 'Lava Fields' islandesi.

Per tentare di sfuggire a una situazione che appare sempre più disperata, Sam attiva il grembo artificiale e desta il neonato al suo interno. Inoltre, pare proprio che quest'azione sia collegata all'accensione del segnalatore introdotto da Kojima sul palco della PSX 2017. Grazie a tale strumento, Porter riesce a vedere le decine di esseri che gli stanno dando la caccia e, mantenendo un profilo basso che ricorda le movenze di Venom Snake, cerca di scampare al pericolo. Dopo poco le entità si materializzano dal terreno sottostante e lo risucchiano in una melma di inchiostro nero.

Prima di chiudere questa folle presentazione, Kojima ci mostra altre due brevi scene, stavolta slegate dalla figura di Reedus. Nella prima, il personaggio della Seydoux mangia quello che sembrerebbe essere uno degli esserini visti nel trailer della PSX 2017, recitando una filastrocca che ricorda molto da vicino la storica "mela al giorno che toglie il medico di torno": questi simil insetti sarebbero capaci di difendere le persone dal "Timefall", ma il perché di tutto ciò è ben lungi dall'esser chiaro.

Le inquadrature conclusive ci mostrano un altro ruolo femminile di primo piano, stavolta impersonato da Lindsay Wagner. La donna, che si trova sulle rive della famosa spiaggia vista nel reveal trailer di Death Stranding, si rivolge direttamente a Sam, chiedendogli: "ti ricordi di me?". La conclusione più ovvia, al momento, è che la Wagner interpreti proprio la moglie di Porter.

In definitiva, pur essendo ben lontani dal poter esprimere un giudizio preliminare sull'operato di Kojima, possiamo iniziare a raccogliere i primi pezzi del puzzle. Norman Reedus, tanto per cominciare, ha tutta l'aria di essere un eroe poco convenzionale, braccato non solo dagli esseri che, giocoforza, dovrà tentare di eliminare, ma anche da un passato fin troppo pesante per scivolare via. L'uomo, che potrebbe aver perso la memoria, sembra avere delle abilità fuori dal comune che, ne siamo sicuri, giocheranno un ruolo di primo piano in questa lotta per il prosieguo dell'esistenza.

Diamo il benvenuto al misterioso personaggio interpretato da Léa Seydoux.

Per quanto concerne il cast, ancora poco sappiamo dei personaggi di Mads Mikkelsen, Guillermo Del Toro, Lindsay Wagner e Léa Seydoux ma, in compenso, abbiamo una grande conferma arrivata in queste ore dalla viva voce di Kojima: il cast dell'avventura di Sam Porter non si è ancora mostrato nella sua interezza.

Il gameplay dell'ultimo titolo targato Hideo Kojima ospiterà le armi da fuoco ma, neanche a dirlo, questi scontri avranno ben poco di ordinario. Non è molto ma è pur sempre la conferma del fatto che il gioco non sarà assolutamente un "walking simulator" come molti delusi hanno affermato in queste ore. Con Death Stranding, il papà di Metal Gear Solid sta certamente sfogando un estro creativo smisurato e a lungo represso, eppure stentiamo a credere che non abbia profuso grande cura nella realizzazione della sua struttura ludica.

L'unica vera preoccupazione che sentiamo ancora di provare, riguarda proprio il versante narrativo. Il videogioco ha già visto l'uscita del "suo" Donnie Darko con Bioshock Infinite, ma qui potremmo aver superato e di molto quella complessità al limite del soverchiante. Aver più o meno lasciato intendere che cosa sia successo al mondo, delineandone alcuni elementi, è davvero troppo poco in questo caso, infatti le domande che orbitano attorno a Death Stranding si fanno sempre più numerose. Mikkelsen e Reedus lo hanno detto in più occasioni: "quando pensiamo di aver capito, di aver afferrato alcuni concetti, ecco che perdiamo nuovamente il filo". Ad un certo punto questa fumosità di fondo dovrà necessariamente diradarsi, altrimenti il progetto potrebbe rischiare di cadere sotto i colpi di un'autorialità fin troppo imperscrutabile.