E3 2018: Skull & Bones - prova
Aye, aye, capitano!
Prendete Assassin's Creed IV: Black Flag e togliete tutte quel superfluo alone di serietà, la struttura action adventure e le fregnacce sugli assassini. Fatto? Benvenuti in Skull & Bones. Potrà sembrare riduttivo e un po' sacrilego, ma il nuovo gioco di Ubisoft è esattamente questo, ovvero un'interessante scampagnata nel mondo dei pirati a bordo di vascelli di varie dimensioni, armati fino ai denti, tutti però caratterizzati dalle vele nere e un Jolly Roger ben in vista sull'albero maestro.
Certo, in questi anni sono state approfondite molte meccaniche e sono state aggiunte molte opzioni, ma l'ossatura è quella. Il risultato? Poco sorprendentemente uno spasso. Un po' perché l'atmosfera piratesca, per qualche strano motivo, è sempre vista come goliardica, un po' perché Ubisoft ha disegnato il gioco in modo da creare strane interazioni tra i giocatori. Tra i mari caraibici di Skull & Bones, questi possano cooperare tra di loro, come delle vere e proprie femminucce, o possano tradire gli alleati alla prima occasione propizia per mettere le mani sul bottino, come ogni rispettabile pirata farebbe.
I mari di Skull & Bones, infatti, sono ricchi di tesori, risorse, ma anche di vascelli controllati al computer, da attaccare per guadagnare esperienza e denaro. Queste navi, infatti, conterranno preziosi materiali che, se ottenuti, ci consentiranno recuperare le risorse per migliorare le armi, potenziare la barca o personalizzarla. Ovviamente, però, i galeoni saranno armati e venderanno a caro prezzo la loro pelle. E qui entrano in gioco le altre persone.
Collaborare con i pirati presenti sulla mappa, infatti, consentirà di sconfiggere ancora più agevolmente la nave nemica, o persino di tentare l'assalto a nemici apparentemente inattaccabili. Il problema sorge quando alla fine dell'attacco rimarrà in acqua un unico bottino. Che fare? Cederlo agli altri giocatori per ringraziarli del loro impegno o approfittare di un loro attimo di distrazione per tradire gli alleati e tenere il tesoro tutto per sé? Aye, aye, lo sappiamo, è una domanda retorica.
Ecco quindi che il risultato è un gioco sicuramente più leggero e divertente di un Sea of Thieves, forse meno libero, ma decisamente più consapevole di quelli che sono i suoi limiti e dunque di ciò che serve per aggirarli. Innanzitutto sarà fondamentale avere un buon quantitativo di mappe e missioni da affrontare, in modo da non esaurire presto il divertimento. Inoltre serve un buon sistema di progressione, grazie a quale poter sbloccare armi e potenziamenti in grado di adattare ogni nave al proprio stile di gioco.
Poi servono le sfide, ovvero battaglie o richieste originali e complesse da portare a termine che spingano più persone a giocare tra di loro, magari organizzandosi così da formare un team di vascelli equilibrato.
Durante la demo provata a Los Angeles abbiamo potuto sperimentare tre diverse tipologie di navi. Una veloce e molto forte negli scontri ravvicinati, il classico vascello bilanciato e la corazzata dei mari, lenta, impacciata, ma con decine di cannoni sui fianchi. Scegliere una barca rispetto ad un'altra cambierà il modo di approcciare gli scontri. Gli scafi piccoli, per esempio, sono inutili in un braccio di ferro con una fregata, ma proprio la loro mobilità potrebbe consentir loro di avvicinarsi ad un pericolo evitando le difese e puntando all'arrembaggio
Questo perché Skull & Bones è già divertente, bello da vedere e pulito da giocare, ma senza tutto il contorno di Black Flag sembrano mancare le motivazioni per spingere i giocatori ad affollare i server e fare in modo che non levino l'ancora dopo alcuni giorni di prova. Perché si sa, i pirati sono simpatici e tutto, ma non ci pensano due volte a lasciarti in mutande, come è successo con Sea of Thieves.
Skull & Bones arriverà su Xbox One, PS4 e PC nel corso del 2019.