E3 2018: I tripla A cambiano data di uscita, ma lo fanno tutti insieme - editoriale
Tanti blockbuster si staccano dalla finestra autunnale. Problema: ci hanno pensato quasi tutti.
Ottobre-novembre era un periodo troppo affollato: i titoli che si facevano concorrenza erano troppi. Così i produttori hanno cercato un altro spiraglio, un altro periodo durante il quale commercializzare il proprio gioco e dargli maggiore respiro: l'inverno inoltrato e l'inizio della primavera. Dalla fine di gennaio a marzo insomma. C'è solo un piccolo intoppo: a questa rinnovata strategia ci hanno pensato un po' tutti.
Con le nuove date di uscita svelate nel corso dell'E3, possiamo configurare un nuovo periodo di affollamento. Soprattutto di produzioni molto attese, che catalizzano su di loro l'attezione mediatica e commerciale: Anthem, Metro Exodus, Days Gone e Crackdown 3, per esempio, usciranno tutti il 22 febbraio. The Division 2 aspetterà qualche settimana in più: 15 marzo, a circa tre anni dal debutto del primo capitolo (8 marzo 2016). Potremmo infilare anche Kingdom Hearts 3, che Square-Enix ha deciso di pubblicare il 29 gennaio; stesso discorso per il rifacimento di Resident Evil 2, previsto il 25 gennaio.
Come se per evitare un'autostrada affollata, tutti avessero avuto la stessa idea: prenderne un'altra. Cambia il periodo di tensione commerciale, ma non la sua natura: aver spostato da ottobre-novembre a febbraio-marzo il carico delle uscite non esclude nessuno dalla baraonda nei negozi. Qualcuno vince, qualcuno perde. Electronic Arts, per esempio, dovette subire le conseguenze della sua decisione quando lanciò sul mercato Titanfall 2 a ottobre 2016, a breve distanza da Battlefield 1 e Call of Duty Infinite Warfare. Il risultato? Nonostante fosse un buon gioco, venne schiacciato dai due pesi massimi e le vendite ne hanno fortemente risentito.
Non serve sbirciare il calendario del prossimo anno per notare questo andamento, perché qualcosa si è già comunque mosso quest'anno. Il fatto che Sony abbia lanciato God of War ad aprile, per esempio, è un segnale. Lo stesso approccio l'azienda giapponese lo usò l'anno scorso per Horizon: Zero Dawn, distribuendolo nei negozi europei il 1° marzo. Erano perlopiù casi sporadici, in cui un gioco poteva allargare le braccia e prendersi un po' di spazio in più; in un momento commerciale generalmente morbido, arrivava un titolo tripla A e catalizzava su di sé l'attenzione. Vuoi anche per la qualità dei titoli, la scelta ha premiato le vendite.
God of War è arrivato a tre milioni di copie nei primi tre giorni di presenza sul mercato, mentre Horizon: Zero Dawn è stato il gioco più venduto a febbraio 2017 sul PlayStation Store statunitense nonostante sia stato lanciato il 29 febbraio, l'ultimo giorno del mese. Resident Evil 7, per avere un altro riferimento, fra il 29 gennaio e la fine di aprile dello scorso anno ha venduto 3,5 milioni di copie, sebbene il risultato sia comunque stato inferiore alle aspettative di Capcom.
Nel 2019 ciò potrebbe diventare ufficialmente la norma. Sia esclusive di prime parti sia tanti giochi multipiattaforma intendono buttarsi alle spalle il tradizionale periodo natalizio. Ha poco senso, potrebbero pensare, avere fretta di lanciarsi in un periodo propizio insieme ad altre decine di pari; meglio tenersi da parte e prendere tutta la scena. Un ragionamento che, però, sembra abbiano fatto tanti produttori, di fatto non sfoltendo la calca.
Perlopiù, però, parliamo di volti inediti come Anthem e Days Gone. Non sono appuntamenti regolari e, quindi, possono permettersi decisioni diverse. I vari FIFA, Pro Evolution Soccer, persino Assassin's Creed - che sembra tornato ad avere una cadenza annuale dopo l'anno sabbatico successivo a Syndicate - per ora mantengono la finestra fra settembre e novembre come propria. I consumatori ci sono ormai abituati e spostarsi di punto in bianco potrebbe significare alienare una parte del pubblico occasionale, che rappresenta una ghiotta fetta del loro successo.
Anche Rockstar Games non è ancora pronta a rinunciarvi: Red Dead Redemption 2 sarà bell'e pronto il 26 ottobre. Altrettanto Call of Duty e Battlefield, i cui nuovi capitoli si daranno battaglia a una settimana di distanza: Black Ops 4 il 12 ottobre e Battlefield V il 19 dello stesso mese.
Cercando di sfuggire alla ressa autunnale, i produttori - chissà se coscientemente o meno - ne hanno creata un'altra, quella primaverile, che caratterizzerà una seconda finestra temporale molto ghiotta. Difficile pensare che tanti giochi attesi pubblicati lo stesso giorno non possano mangiarsi a vicenda. Senz'altro buttare nella mischia tante produzioni in poche settimane a ottobre-novembre è una situazione complessa sia dal punto di vista del consumatore (i videogiochi costano mediamente 60 euro con rare eccezioni) sia da quello aziendale, che punta, nella previsione pessimista, a tornare in pareggio con gli investimenti compiuti.
Una nuova sfida commerciale, il cui esito sarà molto interessante da valutare: sarà stata un'idea vincente? Fra circa un anno lo sapremo.