E3 2019: Final Fantasy VII Remake - prova
Cronache di una Bombing Mission.
Un treno sferraglia nella notte metropolitana di Midgar. La ragnatela steampunk di metalli e ciminiere ruota attorno a sette imponenti reattori Mako, impianti che raffinano senza sosta il Lifestream, l'energia vitale del pianeta che viene estratta per finanziare l'impero della Shinra, la multinazionale più potente al mondo. Proprio per combattere questa ingiustizia, il gruppo di terroristi Avalanche si prepara a sferrare un attacco in nome della causa ambientalista, ed è intenzionato a piazzare un paio di bombe nel cuore dei reattori cittadini.
Il producer Yoshinori Kitase non ha dubbi: Final Fantasy VII: Remake era l'unica formula possibile per riportare in scena la leggendaria epopea di Cloud Strife. Non sarebbe bastata una semplice versione remastered, bisognava assolutamente scavare a fondo nella caratterizzazione del mondo di gioco e di ogni singolo personaggio, creando da zero un'esperienza che fosse sì familiare, ma che colmasse al tempo stesso tutte le lacune della release originale,
Abbiamo dunque la conferma definitiva che il settimo capitolo sarà resuscitato lungo diversi episodi, o meglio, lungo diverse esperienze stand-alone, e la prima sarà curata e rifinita al punto da necessitare più di un supporto blu-ray per contenere la mole di dati. Così, Midgar non sarà il solito labirinto di tubature e bidonville nel quale si è salvata dal grigiore del cemento solamente una piccola aiuola, ma uno scatolone in cui scoprire numerosi scorci inediti ed un volto nascosto decisamente più vivo e colorato.
Abbiamo avuto conferma anche del fatto che, al 99%, non varcheremo il confine del Settore 7 giocando all'episodio in uscita il 3 marzo 2020. Molto probabilmente non vedremo Kalm Town, né Junon, né tantomeno avremo occasione di cavalcare un singolo Chocobo. Quanti saranno gli "episodi"? Quando sarà possibile godere dell'esperienza completa? Queste importanti domande restano ancora senza risposta, eppure Kitase ha voluto tranquillizzare gli appassionati: l'opera ambientata a Midgar, infatti, sarà imponente quanto una classica istanza stand-alone della saga di Final Fantasy.
Ma torniamo lungo i binari della ferrovia: non appena si ode il tema della Bombing Mission nella versione dell'orchestra Distant Worlds, Cloud salta giù dal treno replicando le stesse movenze dell'introduzione del 1997. Il mercenario ex Soldier di prima classe è stato assoldato dai terroristi per aprire un varco verso l'impianto di raffinazione, e dimostra di sapere il fatto suo abbattendo senza sforzo la coppia di malcapitati soldati Shinra che gli si para di fronte.
Il sistema di combattimento è profondamente cambiato, ma riesce ad omaggiare efficacemente il tradizionale Active Time Battle: se, infatti, è possibile scegliere la strada dell'action puro, sferrando fendenti di Buster Sword con il pulsante quadrato e sfruttando le cariche ATB per affondare la lama o colpire con l'inimitabile Braver, si può anche rallentare il tempo fino quasi a fermarlo prima di selezionare una qualsiasi azione, richiamando la riflessività del classico archetipo a turni.
Il segmento di gioco iniziale ricalca centimetro per centimetro il palcoscenico in pixel che faceva da sfondo al prologo originale, con Jessie, Biggs, Wedge e Barret intenti ad infiltrarsi nella base sotto la protezione di Cloud, scambiando qualche battuta e hackerando i sistemi di sicurezza. Fra dialoghi, cutscene e combattimenti non c'è soluzione di continuità, e tutto si sussegue in modo fluido e naturale, obiettivo raggiunto anche per mezzo di una splendida colonna sonora dinamica.
Allo stesso modo, il rinnovato design dei protagonisti si presenta più affascinante che mai, e Kitase ha sottolineato come siano stati sfruttati tutti i sistemi di animazione più all'avanguardia per sottolineare i tratti distintivi di ciascun personaggio. L'unico elemento che potrebbe far storcere il naso ad alcuni appassionati è il cambiamento del cast dei doppiatori, interamente rinnovato in occasione del restyling.
Se conoscete Final Fantasy VII, saprete di certo che il prologo non è altro che un percorso estremamente lineare, una serie di stanze e corridoi nei quali affrontare qualche battaglia e correre attraverso la struttura della Shinra. Nonostante ciò, abbiamo avuto qualche gradita conferma: anzitutto sono tornati i forzieri e, perlomeno all'inizio, sembra siano collocati nelle posizioni abituali, ma ancor più importante è la presenza delle Materia, saldamente incastonate nell'elsa della Buster Sword.
Tra una combo di attacchi leggeri, fondamentale per caricare l'ATB aprendo il ventaglio delle abilità attive, ed una Limit Break, che nel caso specifico era Cross Slash, c'è spazio per lanciare qualche magia Fire o Thunder, ma non abbiamo avuto alcuna conferma riguardo la presenza delle Summon o delle Materia più tecniche.
Qualche variazione interessante va invece a definire lo stile di combattimento di ciascun personaggio, e si tratta di differenze che diventano evidenti non appena Barret si unisce alla lotta. Anzitutto, ogni membro del party può contare su capacità specifiche: se il leader di Avalanche attacca costantemente dalla distanza e può raggiungere persino i nemici volanti sfruttando una serie di colpi legati al braccio protesico, Cloud mitiga il rischio del corpo a corpo con un'interessante meccanica di parry e contrattacchi che rallenta i movimenti del protagonista ma potenzia considerevolmente l'output di danno.
Unendo all'amalgama la possibilità di cambiare fra un personaggio e l'altro semplicemente premendo i grilletti, oltre all'intervento della sopracitata modalità tattica, che permette di rallentare il tempo per dare ordini anche ai comprimari, otteniamo un risultato che, seppur convincente, resta difficile da valutare dopo una scarna manciata di nemici base ed una singola boss fight. L'interpretazione ibrida del sistema di combattimento sembrerebbe perfetta, ma prima di sbilanciarci vorremmo saggiare qualche scontro più tecnico ed impegnativo rispetto al grezzo Guard Scorpion.
La questione del sistema di sviluppo è ancora nebulosa, ma la presenza delle Materia e dei punti esperienza suggerisce uno schema piuttosto familiare. È invece esente da critiche la resa dell'ambizione narrativa, con ogni membro di Avalanche pronto a prendere la parola e partecipare attivamente allo svolgimento della missione; poi, diciamoci la verità, il mocap e lo stile artistico adottato nella reinterpretazione dei modelli di Aerith e Tifa lascia a bocca aperta, e la qualità della della direzione artistica nel suo insieme è a dir poco eccellente.
Final Fantasy VII Remake si è presentato al vaglio della nostra prova con una demo che, pur mostrando il minimo sindacale nella replica "uno a uno" del prologo originale, ha le carte in regola per soddisfare chiunque, avendo trovato un perfetto equilibrio tra la celebrazione della tradizione e la modernità tecnico-artistica. Le promesse di Kitase non possono fare altro se non alimentare ulteriormente la fiamma dell'hype, perché marzo 2020 non è poi così lontano, e Square-Enix sa di aver per le mani una potenziale bomba, un cancello che aspetta di spalancarsi nuovamente sul cuore della leggenda.