E3 2019 - No Straight Roads - prova
Un action-rhytm game a dir poco splendido.
Al giorno d'oggi capita sempre più spesso di vedere grandi nomi dell'industry abbandonare il nido rappresentato dai massimi publisher per lanciare il proprio studio indipendente. È sempre più raro, tuttavia, che queste nuove entità riescano ad alzare il sipario su progetti seriamente interessanti. Non è assolutamente il caso di Metronomik, software house fondata da Waz Hanmer, lead game designer di Final Fantasy XV, e Daim Dziauddim, concept artist di Street Fighter V, studio che nel corso dell'E3 ci ha presentato l'affascinante No Straight Roads.
Come spiegare di cosa si tratta? No Straight Roads è un videogioco action che, per certi versi, ricorda molto da vicino il gameplay di Kingdom Hearts e Nier: Automata, se non fosse per la contaminazione portata dall'importanza della musica, a dir poco fondamentale nell'economia dell'opera ma non impattante al punto da trasformare l'amalgama in un rythm-game puro.
Le splendide note della colonna sonora originale, infatti, scandiscono il battito della battaglia alternando un meraviglioso stile EDM al rock incarnato dai protagonisti, trascinando la lotta per la buona musica persino al centro della sceneggiatura. Dietro le centinaia di disegni animati alla perfezione si nasconde un pretesto narrativo semplice ed immediato: in un mondo governato dai signori dell'Electro Dance Music, ovvero l'etichetta discografica No Straight Roads, la band indie rock Bunk Bed Junction, composta da Mayday e Zuke, lotta per il controllo delle sale concerto cittadine.
Scopo dell'avventura è proprio quello di farsi largo fra una serie di stage ambientati nelle concert hall più ambite di Vynil City, abbattendo orde di nemici grazie alla forza di chitarra e batteria per raggiungere boss fight meravigliosamente caratterizzate. Pur avendo poco in comune con i rhytm-game tradizionali, come ad esempio Crypt of the Necro Dancer, coloro che presteranno grande attenzione al sottofondo musicale riceveranno un aiuto fondamentale per comprendere tanto i tempismi legati al "parry" quanto gli stessi moveset degli avversari, sempre sottolineati da un colpo di cassa e rullante.
Il gameplay rimane saldamente ancorato all'anima dell'action puro, forte di numerose combo, schivate rapide, i sopracitati parry e anche una meccanica di attacchi a lungo raggio sottesi alla raccolta delle note musicali; NSR è veloce, immediato, frenetico eppure estremamente pulito e rilassante, un titolo del quale godere rigorosamente in cuffia, per non perdere neppure un secondo del costante sottofondo chillout.
Lo scopo di Metronomik era proprio questo: riuscire a regalare un ruolo di primaria importanza all'apparato della OST senza prendere a modello meccaniche già incontrate in altre produzioni. Nonostante l'obiettivo musicale sia stato raggiunto appieno, ciò che ci ha maggiormente colpiti è la qualità della regia e dell'art direction: Vynil City è una fucina di sfondi spettacolari, animati egregiamente e ancor meglio inquadrati; Mayday si fa largo lungo percorsi coloratissimi, alcune volte in primo piano e altre in isometrica, prendendosi il palco con prepotenza o stagliando la sua ombra contro la silhouette del pubblico.
Del resto, l'incredibile risultato non deve stupire, perché Hanmer ha pescato alcune delle personalità artistiche più talentuose dell'industry, affiancandole con successo ad una serie di giovani promesse; le concept art sono opera di Ellie Yong, al suo primo contatto con l'industria del videogioco, ma il suo tratto è stato supervisionato da Jarold Sng, artista alle spalle di Gears of War. La stessa colonna sonora, invece, ha conosciuto la mano di James Landino, celebre per Sonic Mania, e Falk Au Yeong, al lavoro su FFXIII e Kingdom Hearts, accompagnati da nomi del calibro di Funk Fiction e Andy Tunstall.
Alla fine, musica e arte sono riusciti a sposarsi alla perfezione, ma è il gameplay a fare da vero collante al pacchetto, risultando godibile, immediato e dotato della giusta dose di complessità. Se, durante il livello, ci si può permettere qualche scivolone, contro i boss è tutta un'altra storia, perché ciascuno mette in campo una straordinaria mole di combo, moveset e arene differenti, testando costantemente la capacità di fondersi col ritmo e di rispondere per tempo alle minacce, incarnando un briciolo dell'anima di Dark Souls.
Nel corso della prova ci siamo confrontati con DJ Subatomic Supernova, un disc-jokey che sfruttava l'etichetta NSR per diffondere i suoi pezzi fino agli angoli più remoti dell'universo. L'arena non era altro che un'orbita circolare attorno al nemico, un sentiero lungo il quale schivare rapidamente i suoi attacchi per poi riuscire a colpire dalla distanza, sfruttando la "torretta robot" in dotazione a Mayday e le onnipresenti note musicali. Dopo un paio di fasi coinvolgenti, il DJ è esploso in un enorme buco nero, introducendo una sezione di fuga che si sarebbe conclusa solamente con l'assolo di chitarra della protagonista.
Se le concert hall e gli avversari in forze alla NSR dovessero dimostrarsi altrettanto ben caratterizzati, dotati di meccaniche uniche e di uno stile sonoro personale, No Straight Roads potrebbe rivelarsi ancora meglio della piccola gemma che già promette di essere. Il lavoro della Yong, poi, si è dimostrato a dir poco fantastico, e la costruzione estetica di Vynil City è qualcosa di unico nel suo genere, tanto che a volte sembra di essere precipitati all'interno di un video dei Daft Punk.
Insomma, nel corso della pur breve presentazione non abbiamo incontrato nemmeno una singola sbavatura, confrontandoci invece con uno stile folle, un gameplay convincente e una colonna sonora che è la pietra focale dell'intera opera. No Straight Roads arriverà su PS4 e PC con una finestra di lancio prevista per il 2020, ma non è escluso che possa raggiungere, in futuro, anche altre piattaforme. Se avete il ritmo del sangue, vi consigliamo di tenere lo sguardo calamitato su questo primo ed esuberante lavoro di Metronomik, una fra le sorprese più interessanti di questo E3.