The Legend of Zelda: Spirit Tracks
Il treno dei desideri.
Link torna sul Nintendo DS armato di pennino con la forza delle grandi idee e dell'esperienza maturate in Phantom Hourglass. Spirit Tracks ripercorre infatti abbastanza fedelmente gli schemi del suo maestoso predecessore, ampliando però la formula originale con alcune trovate decisamente interessanti. Ho avuto la fortuna di trovare libera la postazione del DSi, e la sfortuna di non poter portare a casa lo stilo a forma di penna d'oca distribuito al pubblico il primo giorno di fiera. Poco male comunque, perché la versione dimostrativa del gioco ha pienamente fugato qualsiasi mio dubbio in merito a questo inedito capitolo della serie.
La demo contenuta nel DSi presentava tre distinte fasi di gioco, liberamente selezionabili dal menu iniziale. Ho perciò potuto provare il classico dungeon, lo scontro con un Boss di fine livello e una divertente sezione a bordo del famigerato trenino mostrato nel trailer, che qui andrà a sostituire la splendida barchetta del codardo ma simpaticissimo Lineback.
Una volta selezionato il dungeon, la prima sorpresa è stata quella di ritrovarmi in compagnia di un Phantom, uno di quei coriacei cavalieri fantasma incontrati nel precedente episodio in veste di temibile nemico. Tramite apposita icona, potremo prendere controllo direttamente sul forzuto alleato, indicando via pennino traiettorie e azioni da eseguire. Il Phantom si rivelerà fondamentale per superare tutta una serie di ostacoli disseminati lungo il percorso: egli ci consentirà di attraversare interi laghi di lava portandoci sulle spalle o ripararci dalle immancabili fiammate che fuoriescono ad intermittenza dai muri. Chiaramente, sarà possibile anche attivare svariati interruttori proprio grazie all'interazione tra i due personaggi. Meccaniche semplici ed efficaci, nonostante l'evidente sensazione di deja-vù.
Dopo aver concluso il dungeon, ho subito selezionato la parte relativa al treno. Anche qui, il feeling è stato pressocché immediato. La struttura è parecchio simile alle fasi di navigazione di Phantom Hourglass, con il pennino deputato a gestire la visuale e a colpire i nemici a suon di cannonate. L'aspetto intrigante è che, dovendo spesso seguire la rotta dei binari, il tutto assume vagamente un'aurea da puzzlegame, con il nostro eroe intento a far fuori i nemici e ad evitare al tempo stesso la collisione con gli altri treni presenti sulle rotaie. La rotta non è immutabile, e si può decidere di volta in volta di scegliere i vari percorsi in base ad alcuni bivi da selezionare con un semplice tocco sul touch screen.
Lo scontro con il Boss è stato infine abbastanza canonico. Si trattava di un enorme insetto da stordire a suon di tornado (attivabili soffiando sul microfono e direzionabili tramite pennino) per poi infierire con la spada e con nemici esplosivi da rimandare al mittente impiegando la giusta dose di tempismo. Nulla di strabiliante, per carità, ma è ancora presente quella strana alchimia che rende il tutto dannatamente divertente e immediato. Roba che puoi trovare solo sui due schermi Nintendo, per intenderci.
Tecnicamente, Spirit Tracks ripropone un comparto grafico praticamente immutato. L'estetica del dungeon, così come quella dei nemici, è spudoratamente identica a quella di Phanotm Hourglass. Se da un lato ciò è abbastanza rassicurante, dall'altro ci saremmo aspettati un seppur minimo upgrade quanto meno nel livello di dettaglio, se non altro per l'ovvia dimestichezza acquisita col tempo nei confronti dell'hardware. Per il resto, questa nuova avventura zeldiana appare già convincente e ben strutturata. Speriamo solo che sappia prenderci per mano e condurci al lieto fine con la stessa strabiliante inventiva dimostrata a suo tempo dal predecessore.