Earthlock: Festival of Magic - recensione
JRPG in salsa norvegese.
Da sempre la sfida nel campo dei (video)giochi di ruolo si è combattuta tra la scuola giapponese e quella occidentale. Cosa succede però se uno sviluppatore europeo decide di realizzare una sua visione dei classici JRPG? Il risultato lo avete sotto gli occhi, si chiama Earthlock: Festival of Magic ed è stato sviluppato dal team scandinavo Snowcastle Games dopo l'ormai consueto finanziamento Kickstarter. Inizialmente previsto solo per PC, il gioco è riuscito a conquistare la fiducia degli investitori al punto da raggiungere anche il mercato console.
Le sue caratteristiche sono quelle canoniche, che più canoniche non si può. Classico party di personaggi, classico sistema a livelli di esperienza, classici oggetti da inventario (pozioni, cibi vari, amuleti e così via) e ovviamente i classicissimi scontri a turni che tanto ci piacciono. Gli sviluppatori sono andati sul sicuro insomma, ma hanno portato a termine il loro "compitino" in maniera encomiabile.
Earthlock: Festival of Magic è un clone di cose già viste, ma questo non dev'essere visto necessariamente come un difetto. Sin dai primi istanti si ha la piacevole sensazione di essere tornati a casa. Di essere entrati in un territorio che conosciamo già alla perfezione. Qualche piccola sorpresa comunque non manca. La più importante è rappresentata da un interessante sistema di Talenti che permette di personalizzare il cast di personaggi in modo insospettabilmente profondo. In parte ci ha ricordato la Sferografia di Final Fantasy X miscelata ad una sorta di puzzle da comporre.
Immaginate una griglia piena di carte coperte, ad ognuna corrisponde un diverso talento che aumenta le statistiche di base o aggiunge nuovi poteri. Si possono sbloccare (e di conseguenza utilizzare) solo i Talenti adiacenti ad una carta che abbiamo già scoperto e per farlo abbiamo bisogno di punti da guadagnare nel corso del gioco o tramite il canonico crafting. Un sistema alternativo ai classici "alberi delle abilità" ma che funziona alla grande essendo al tempo stesso semplice ma anche molto versatile. I Talenti, infatti, non sono legati ad un singolo personaggio e possono essere scambiati tra i membri del party.
Altra "feature" interessante di Earthlock è rappresentata dalla possibilità di combattere in coppia, sbloccando così attacchi impossibili da utilizzare per un singolo personaggio. Possono essere abbinati attacchi elementali, così come incantesimi di cura e via dicendo. Sperimentare le varie combinazioni oltre che divertente può dare vita a risultati inaspettati e molto utili in battaglia. Altra componente tattica è data dalla possibilità di spostare gli elementi del gruppo (con perdita di turno) in base alla situazione richiesta dalla battaglia, per sfruttarne le abilità specifiche.
Imparare a sfruttare al meglio tutte queste caratteristiche è fondamentale per riuscire ad andare avanti. Se i combattimenti standard infatti non rappresentano un grande ostacolo per i veterani del genere, alcuni boss vi faranno sudare non poco ma riuscire a buttarli giù sarà un'esperienza decisamente appagante.
Dal punto di vista narrativo, vera e propria spina nel fianco di questo genere, Earthlock purtroppo non riesce ad affiancarsi ai migliori esponenti del genere. La trama del gioco è standardizzata fino alla morte e priva di quei colpi di scena necessari per risvegliare di tanto in tanto l'interesse del giocatore. Graficamente il gioco si fa apprezzare per uno stile semplice ma azzeccato, ma cede inspiegabilmente il fianco a problemi di frame rate che non dovrebbero esistere in un titolo del genere. Nulla di particolarmente grave o vistoso, sia chiaro, ma stiamo pur sempre parlando di un gioco che non mette di certo alla frusta l'hardware su cui gira.
Snowcastle Games ha operato un "copia e incolla" di quanto visto nei JRPG degli ultimi decenni, permettendosi però di aggiungere un pizzico di ammirevole originalità e profondità nel combat system. Earthlock: Festival of Magic non è un gioco perfetto. Non va neanche vicino ad esserlo, ma rappresenta un atto d'amore tutto europeo a quei giochi con cui molti di noi hanno passato pomeriggi e nottate negli ultimi 25 anni.
Giocatelo se fate parte di questa categoria e curatevi poco del numero scritto qui sotto. Se riuscirete a passare sopra ai suoi molti "difetti di ingenuità" vi ritroverete a vivere un'avventura sì riciclata, ma che non potrà non sollevare nei vostri cuori qualche guizzo di nostalgia.