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Elden Ring: Spiegazione della trama e guida alla lore

Cerchiamo di risolvere la Lore di Elden Ring spiegando la trama intessuta da FromSoftware e Martin!

Elden Ring poggia le basi della sua componente narrativa su una costruzione del mondo atipica, proprio come tutti gli scenari che hanno fatto la storia delle opere di FromSoftware. Sta infatti al giocatore, e soprattutto alla community, unire i pezzi di un gigantesco mosaico capace di svelare quotidianamente nuovi dettagli, tessendo l'incantesimo che regala un sapore unico a questo genere di produzioni.

Per alcuni critici questa rappresenta una formula embrionale della narrativa contemporanea, ma è innegabile che una simile interpretazione abbia fatto la fortuna di tutti i titoli della casa, radunando gli appassionati attorno al falò per discutere delle centinaia di sfumature che caratterizzano i mondi straordinari di Miyazaki.

In questa pagina abbiamo raccolto quelle che sono le nostre teorie, in continuo aggiornamento, in modo da condividere con voi le idee che ci siamo fatti riguardo l'Interregno. Ovviamente, vi chiediamo di partecipare attivamente a questa pagina! Se avete delle teorie, se avete scoperto qualcosa, se semplicemente volete condividere le vostre idee, scriveteci nei commenti, e noi aggiorneremo questo compendio con le tesi più interessanti della community!

Aggiornamento 27/03/2022: Aggiunte la Volontà Superiore e la sezione dedicata ai DLC, aggiornate tutte le altre.

Non c'è bisogno di dire che questa pagina contiene mastodontici spoiler riguardo la trama di Elden Ring, inclusi tutti i finali e i dettagli che si possono ricavare da boss fight, descrizioni degli oggetti e segreti, quindi proseguite con la lettura a vostro rischio e pericolo!

Tutte le teorie riguardo la "Lore" di Elden Ring:

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La Storia Completa dell'Interregno

Nel corso dell'Era Primordiale il “mondo conosciuto” era governato dai Draghi, che capeggiati dal Lord Draconico Placidusax sedevano in vetta all'ordine dell'epoca dominando anche sulle Belve Umane, cui avevano concesso il dono dell'Intelligenza. Questo status quo, d'altra parte, era destinato a giungere al termine: il “dio” venerato da Placidusax fu infatti sconfitto al seguito del sopraggiungere di un'altra “divinità esterna”, ovvero la Volontà Superiore, che infine tagliò due delle teste di Placidusax (Talismano dello Scudo Grande del Drago) costringendolo a ritirarsi nella ferita del tempo di Farum Azula in attesa del ritorno - che non sarebbe mai avvenuto - della sua divinità esterna.

Placidusax regnava durante l'Era Primordiale, ma il suo dio venne infine sconfitto.

Narrano le leggende, infatti, che molto tempo fa la Volontà Superiore fece cadere una Belva tramite una meteora dorata sull'Interregno, e questa si insediò proprio dentro il Crogiolo della Vita, dando origine all'Anello Ancestrale e di conseguenza all'Albero Madre (Incantesimo Stelle Ancestrali - Elmo Albero del Crogiolo). Dopo aver sconfitto la divinità dei draghi e ferito il "Lord Ancestrale" Placidusax, infuse di potere i deboli umani, trasformandoli in Avatar che al fine si radunarono sotto il comando di Marika, una Numen proveniente dalle Città Eterne che fu eletta dalla Volontà Superiore per assumere il ruolo di suo araldo e divinità terrena.

Prima dell'ascesa di Marika, infatti, gli "umani" erano deboli creature che abitavano per lo più le Città Eterne di Nokron e Nokstella, complessi di palazzi e templi costruiti dai "Numen". Stando alle ultime testimonianze lasciate da queste civiltà, la società era organizzata in dinastie, come ad esempio quella di Uhl, che al netto dell'arretratezza potevano contare su una serie di "tecnologie magiche" all'avanguardia, nonché di un qualche genere di sistema legale. Abbiamo, ad esempio, più di un documento che racconta del processo che si è tenuto nei confronti di Shabriri, un calunniatore estremamente detestato dal popolo, nonché un personaggio al quale furono cavati gli occhi a causa delle sue blasfemie. Nelle sue orbite ormai vuote, in seguito, si sarebbe annidata per la prima volta la Fiamma Frenetica, una terribile divinità esterna.

La Volontà Superiore, dopo aver concesso la Grazia dell'Oro agli umani e alla dinastia di Marika, si preoccupò di stipulare una serie di "assicurazioni" che sarebbero scattate in caso di tradimenti futuri: impiantò nel mondo le sue Dita, entità che avrebbero dovuto fungere da fari dei suoi intenti nel caso in cui l'araldo prescelto (ovvero Marika) o chi per lei avesse dovuto tentare di soppiantare la sua autorità (cosa che - come sappiamo - accadde veramente). Allo stesso modo, in futuro, avrebbe affiancato a Lord ed Empirei delle particolari Belve Umane (come ad esempio Blaidd a Ranni, Maliketh a Marika e il Reggente Serosh a Godfrey) che, sottomesse alla volontà delle Dita, sarebbero intervenute in caso di tradimento.

La Volontà Superiore inviò una meteora contenete una Belva nell'Interregno, generando l'Anello Ancestrale.

Nel nuovo mondo sorto sotto i raggi dell'Albero Madre, Marika tentò di accrescere l'influenza della Volontà Superiore attraverso una serie di violente guerre di conquista volte a farle assumere il completo controllo dell'Interregno. A questo scopo, Marika scelse il guerriero sanguinario Hoarah Loux come Primo Lord Ancestrale, colui che sarebbe divenuto il suo consorte e capoguerra assumendo il nome di Godfrey, al quale poi si sarebbe affiancato anche Godwyn l'Aureo, il figlio primogenito della coppia. “In principio tutto era in opposizione all'Albero Madre, ma attraverso incessanti vittorie militari questo divenne incarnazione dell'Ordine” (Protezione dell'Albero Madre).

La prima di queste guerre si combatté contro i draghi che, subodorato ciò che stava avvenendo all'ombra dell'Albero Madre, attaccarono direttamente la neonata città stato di Leyndell, rendendo vana la protezione delle mura per la prima volta nella sua storia. Gli umani, dal canto loro, riuscirono a vincere dopo una strenua resistenza solamente trasformando parti dei draghi abbattuti in armi capaci di scalfirne scaglie, nonché facendo propri gli Incantesimi Draconici partoriti dalla specie per usarli contro di loro. Ciò accadde principalmente grazie all'intervento di Godwyn l'Aureo, che dopo aver sconfitto il potentissimo drago Fortissax - fratello di Placidusax - strinse con lui un'amicizia inscindibile (Rimembranza di Fortissax), dando origine al fiorente culto del drago nella Capitale.

Nel frattempo, una nuova minaccia era emersa da ovest, ovvero quella rappresentata dal Regno di Caria, terra di stregonerie guidata dall'Astrologa Rennala, regina che aveva imposto il suo dominio sull'Accademia di Raya Lucaria, luogo in cui stregoni leggendari del calibro di Azur e Lusat avevano dipanato per anni i misteri delle stelle donando al mondo l'arte della Stregoneria Scintipietra Primordiale. Si dice, infatti, che la Stregoneria provenga proprio dagli astri. Era ovvio che Rennala, e con lei la famiglia di Caria, avrebbero opposto una strenua resistenza alle mire espansionistiche di Leyndell, anche perché dietro il potere dell'Accademia sembrava celarsi un'altra divinità esterna proveniente dai margini del cosmo (la Luna Oscura).

Radagon è Marika.

Fu allora che si verificò un avvenimento chiave: la figura di Marika si divise in due separate entità (quest di Miriel / Corhyn / Maschera d'Oro), dando vita a Radagon, l'incarnazione maschile della divinità prescelta dalla Volontà Superiore. Radagon e Marika, da questo momento in avanti, avrebbero rappresentato due facce della stessa medaglia, l'Ordine Interno e l'Ordine Esterno: mentre Marika avrebbe mantenuto le redini di Leyndell, Radagon avrebbe marciato in testa al suo esercito dorato verso Liurnia Lacustre.

Durante le incessanti battaglie, però, Rennala e Radagon finirono per innamorarsi l'uno dell'altra. Non è chiaro se Radagon si sia effettivamente innamorato di Rennala, o se volesse semplicemente annettere Caria e soprattutto fare suoi i segreti della conoscenza della Stregoneria al fine di inseguire l'ardente desiderio di perfezione e completezza: sta di fatto che Radagon e Rennala convolarono a nozze, e quest'ultimo si insediò sul trono di Caria al fianco della Regina della Luna, studiando la saggezza che avrebbe portato alla fusione di Incantesimi e Stregonerie propria del Fondamentalismo dell'Ordine Aureo.

Mentre una guerra era giunta al termine, un'altra guerra era iniziata: quella contro i giganti e la loro divinità esterna del fuoco. Marika aveva percepito la Fiamma Eterna che la specie custodiva fra le montagne come una pericolosissima minaccia per la sopravvivenza dell'Albero Madre, e così indirizzò una campagna di sterminio capeggiata da Godfrey nel cuore delle Terre Proibite, allo scopo di distruggere una volta e per sempre la Forgia dei Giganti. E fu così che, guidati dalla grazia benedetta che ne incendiava d'oro gli occhi, Godfrey e il suo esercito fecero piazza pulita di questi avversari, tanto che il Primo Lord sconfisse in uno scontro diretto il misterioso Signore delle Tempeste.

La sconfitta di questi nemici invincibili, d'altra parte, fece svanire una volta e per sempre la benedizione della grazia dagli occhi di Godfrey - un guerriero per vocazione destinato a non aver più alcun avversario degno da affrontare. Inoltre, Marika realizzò che non era possibile spegnere definitivamente la Fiamma Eterna, perché era per l'appunto opera di una divinità esterna, pertanto optò per l'unica soluzione possibile: maledire i giganti e condannarli per l'eternità a tendere alla loro preziosa fiamma, strappandogli per sempre gli occhi che questi ospitavano nel petto. Il fatto che la fiamma sopravvisse, d'altra parte, portò diversi membri della campagna a restarne ammaliati, dando origine a una nuova forma di venerazione verso la divinità esterna del fuoco.

Godfrey perse la grazia e divenne il primo Senzaluce.

Nel frattempo, Radagon e Rennala ebbero tre figli: non è chiaro se questi figli fossero discendenti diretti della regina di Caria o siano invece stati generati tramite l'Uovo d'Ambra della Rinascita (una sorta di "utero divino") donato da Radagon a Rennala, ma fu allora che ebbe inizio la storia di Ranni, Rykard e Radhan. Questi furono i secondi tre semi-divini a graziare l'Interregno dopo i primi tre nati da Marika e Godfrey, ovvero Godwyn, Morgott e Mogh, di cui gli ultimi due furono tuttavia rinchiusi sotto terra in quanto appartenenti alla razza dei "Presagi" dotati di corna, nel migliore dei casi destinata all'esilio o alla prigionia.

Tornato dalle Vette dei Giganti, Lord Godfrey perse definitivamente la benedizione della grazia, diventando una creatura insignificante agli occhi della regina Marika: Hoarah Loux divenne dunque il Primo Senzaluce, e in quanto tale fu esiliato dall'Interregno assieme a tutti gli altri guerrieri ormai abbandonati dalla benedizione dell'Albero Madre. E fu così che la regina rimase priva di un consorte, e i Senzaluce vennero banditi dall'Interregno per la prima volta.

Marika richiamò dunque Radagon a Leyndell, e la seconda incarnazione umana-divina della Volontà Superiore non esitò ad obbedire: abbandonò le terre di Caria facendo sprofondare nella follia Rennala, e corse al fianco dell'unica vera regina nel cuore dell'Albero Madre. Fu allora che il potere della Volontà Superiore toccò il suo apice, e questa sorta di coppia divina incestuosa diede alla luce dei figli, ovvero i gemelli Miquella e Malenia, mentre l'Era dell'Albero Madre raggiungeva il punto di massimo splendore.

La Notte dei Neri Coltelli

La Disgregazione che da il via agli eventi di Elden Ring, in realtà, non fu una causa ma una conseguenza. La causa dell'inizio del tracollo dell'Era dell'Albero Madre, infatti, risiede invece in un momento imprecisato del passato, un momento che ha coinvolto diverse entità centrali nella vicenda di Elden Ring, attori che hanno preso una decisione chiara e inequivocabile: spezzare il legame con la Volontà Superiore e liberarsi dal controllo delle Dita.

Dagli elementi che abbiamo a disposizione, sono tre i personaggi coinvolti in quella che sarà ricordata come la “Notte dei Neri Coltelli”, ovvero una congiura che portò al furto della Runa della Morte e al suo conseguente utilizzo per assassinare la progenie divina di Marika. In quella notte saranno in tantissimi a perire, ma due nomi di semidei spiccheranno sopra tutti gli altri: quello di Godwyin l'Aureo, che morì solo nell'anima, e quello della Principessa Ranni, che morì solamente nel corpo.

Godwyn fu il primo semidio a morire nell'anima.

Se da una parte abbiamo la certezza matematica che sia stata Ranni a rubare la Runa della Morte al fine di sfuggire al controllo delle “sue” Due Dita, dall'altra sappiamo anche che il Pretore Rykard è stato coinvolto nel complotto (Artiglio Blasfemo) e avrebbe dovuto sfidare Maliketh in caso la congiura fosse trapelata, ma soprattutto sappiamo (set dei Neri Coltelli) che le donne assassine che composero le file dei Neri Coltelli erano Numen (provenienti dalle Città Eterne) strettamente legate a Marika. Possibile, dunque, che la stessa Marika sia stata coinvolta nella congiura organizzata per uccidere i suoi figli?

Questa è senza ombra di dubbio la sezione più oscura di Elden Ring, pertanto entreremo nell'ambito della pura speculazione (seppur interamente basata su elementi presenti nel titolo).

Opzione A - Marika era coinvolta nella Notte dei Neri Coltelli

È possibile che Marika sia giunta in questo periodo a conoscenza della reale essenza della Volontà Superiore: questa divinità esterna, infatti, sembrerebbe utilizzare l'Albero Madre per “inseminare” l'Interregno secondo un meccanismo parassitico (ce ne informa il Mangiasterco) accrescendo il proprio potere secondo il ciclo di rinascita eterna che ne caratterizza l'Ordine.

  • È possibile, in questo caso, che Godwyn l'Aureo sia stato "innestato" nelle radici dell'Albero Madre (ecco perché farebbe parte della corteccia al Trono del Principe della Morte) ben prima della sua morte per diventare una nuova fonte di "carburante" per la Volontà Superiore, e da questo presupposto nascerebbe il desiderio comune di dargli “una vera morte”, concetto che viene menzionato nella descrizione dello Spadone Epitaffio Dorato (forgiato proprio per commemorare la morte di Godwyn da un fratello, probabilmente lo stesso Rykard) e reiterato in altre circostanze. Se questa teoria fosse corretta, Marika avrebbe preso parte alla Notte dei Neri Coltelli nel tentativo di “salvare” i suoi figli da un destino peggiore della morte, trovando importantissimi alleati in Ranni e Rykard e costruendo proprio in questo momento la volontà di tradire l'Albero Madre.
Le assassine Nume dei Neri Coltelli erano legate a Marika: ma erano sue subordinate o sue nemiche?

Il fatto che Marika stessa abbia preso parte alla Congiura dei Neri Coltelli è suggerito anche dalle descrizioni legate a Maliketh, la Lama Nera: questo fratellastro di Marika, infatti, era un Chierico Bestia a cui la regina affidò la Runa della Morte per liberare l'Interregno dallo stesso concetto di morte. Nelle descrizioni a lui relative, d'altra parte, si parla del fatto che Marika l'abbia tradito, e che dunque abbia preso parte in prima persona alla Notte dei Neri Coltelli, magari suggerendo a Ranni dove ottenere la Runa della Morte. Magari Marika non ha agito per altruismo, bensì per egoismo, volenterosa di soppiantare il potere della Volontà Superiore e ascendere al ruolo di vera "divinità esterna". In ogni caso, se questa tesi fosse corretta Marika, Ranni e Rykard avrebbero complottato per rovesciare la Volontà Superiore.

Opzione B - La Regina dagli Occhi Crepuscolari era coinvolta nella Notte dei Neri Coltelli

C'è però un'altra teoria che si sta facendo rapidamente strada, ed è una teoria strettamente legata a una figura che viene menzionata in tantissimi oggetti individuati nell'Interregno: la Regina dagli Occhi Crepuscolari. Questo personaggio viene citato spesso negli equipaggiamenti e nelle magie legate ai Sacriderma, i custodi della Fiamma Nera, apostoli “deicidi” che quest'ultima ha addestrato nell'arte di eliminare creature divine.

I Sacriderma avevano ottenuto il potere della Fiamma Nera Ammazzadei da una misteriosa Regina, ma Maliketh sigillò la morte fatidica.

L'unica informazione certa che abbiamo a questo riguardo sta nel fatto che Maliketh abbia sconfitto la Regina dagli Occhi Crepuscolari, riuscendo infine a sigillare la “morte fatidica” e a privare tutte le creature abilitate ad usare le Fiamme Nere del loro potere deicida. È possibile, infatti, che la Regina dagli Occhi Crepuscolari fosse una Nume nemica di Marika, pertanto anch'essa originaria delle Città Eterne, e che sia stata proprio lei a guidare le lame dei Neri Coltelli nella fatidica notte che portò alla morte di Godwyn e di molti altri semidei, proprio nell'ottica di eliminare le divinità.

Proprio questo sarebbe il peccato capitale di cui si sono marchiati i Numi delle Città Eterne, sprofondate nell'infinita oscurità in seguito alla punizione loro inflitta dalla Volontà Superiore: cercando di imbrigliare la morte fatidica (cosa che riuscirono a fare, come scopriamo dalla quest di Ranni) i Numi capeggiati dalla Regina dagli Occhi Crepuscolari avrebbero tentato di liberare il mondo dalla Volontà Superiore, forgiando oggetti e sviluppando incantesimi capaci di uccidere gli dei. Sarebbe la Regina dagli Occhi Crepuscolari, insieme a Ryard e Ranni, ad aver avviato il complotto secondo questa teoria.

Opzione C - Il piano di Ranni e di Rykard

La terza soluzione, che probabilmente è la più accreditata, vuole Ranni e Rykard come unici attori attivi dietro la Notte dei Neri Coltelli: la ragazza avrebbe sottratto la Runa della Morte per sfuggire al controllo delle Dita per abbracciare la divinità esterna della "Luna Nera" (e forse perché abbandonata assieme al fratello dal padre Radagon, evento che spinse loro madre Rennala sull'orlo della follia), ben consapevole che, per poter sopravvivere, assieme al suo corpo sarebbe stata necessaria anche la morte dell'anima di un divino, che sarebbe stato proprio Godwyn. Un corpo e un'anima morti, di conseguenza, fecero una morte completa.

Questa soluzione, d'altra parte, collide col fatto che per tutta la durata della missione di Ranni lei e i suoi associati vengano attaccati da membri dei Neri Coltelli, che non smetteranno di darle la caccia fino a portare Iji alla morte e Blaidd alla follia (oltre ad eliminare diversi membri dei Neri Coltelli durante la missione, ne troviamo i cadaveri proprio accanto a Iji e Blaidd). Possibile che in seguito al tradimento le assassine dei Neri Coltelli siano state condannate a dare la caccia in eterno alle persone che le avevano reclutate?


L'unico elemento su cui abbiamo nozioni precise sta nelle conseguenze della Notte dei Neri Coltelli: molti semidei morirono, e tra di essi i primi furono proprio Ranni e Godwyn. La prima morì solo nel corpo, mentre la sua anima continuò a vivere attraverso un ricettacolo. Il secondo, invece, morì solamente nell'anima. Per la prima volta la morte entrò a far parte dell'Interregno, aprendo una ferita che non si sarebbe più sanata. Oppure la ferita era già aperta, e risedeva proprio nella volontà di Marika di liberarsi dall'influenza della Volontà Superiore...

La Disgregazione

Alla fine, Marika decise di adottare una soluzione drastica: distruggere l'Anello Ancestrale. Voltando le spalle alla Volontà Superiore, la regina inflisse un colpo devastante con il suo martello all'insieme di rune che governavano il mondo, mandandolo completamente in frantumi. Voleva distruggerlo per poi ricostruirlo secondo un nuovo Ordine? Voleva semplicemente danneggiare la Volontà Superiore per liberarsi dalle sue catene invisibili?

Le teorie più accreditate, in questo senso, sono due. In primis c'è chi ritiene che Marika sia rimasta schiava della sua sete di potere, e volenterosa di rimpiazzare la Volontà Superiore abbia inseguito diversi tentativi di golpe: il primo risederebbe nella Notte dei Neri Coltelli, mentre il secondo nella frantumazione dell'Anello Ancestrale. Questa tesi è supportata dalle informazioni che ricaviamo da Gideon Ofnir, che scrutò nelle vere intenzioni di Marika rimanendone sconvolto.

In secondo luogo, c'è chi ritiene che Marika semplicemente volesse liberarsi e liberare il mondo dal parassitismo della Volontà Superiore, interpretazione che offrirebbe invece una lettura in chiave positiva del personaggio di Marika. Secondo questa teoria, Marika avrebbe finalmente realizzato il meccanismo parassitico alla base della Volontà Superiore, che si alimentava delle morti e delle rinascite degli abitanti dell'Interregno, e avrebbe agito per porvi fine attraverso Ranni, Rykard e soprattutto Melina, che fu addestrata a porre fine alla vita dell'Albero Madre.

L'ultima teoria, quella offerta dalla missione di Corhyn e di Maschera d'Oro, suggerisce invece che la Disgregazione fu il risultato della scissione tra Radagon e Marika: quando l'Ordine Perfetto fu spezzato in Ordine Interno e Ordine Esterno, la perfezione degli dei venne meno, e il peccato divenne parte della loro essenza. In questo senso, i semi-dei dell'Interregno avrebbero iniziato a comportarsi come umani, incorporandone i difetti al punto da iniziare a "peccare", secondo un sentiero che avrebbe portato alla distruzione dell'Anello Ancestrale.

A prescindere dalle motivazioni, Marika non aveva fatto i conti con la sua altra metà, ovvero Radagon, che a differenza della controparte femminile era rimasta oltremodo fedele al Fondamentalismo dell'Ordine Aureo. Radagon tentò senza successo di ricostruire l'Anello Ancestrale, mentre Marika fu condannata dalla Volontà Superiore a divenirne nient'altro che un inerte recipiente, crocifissa nel cuore dell'Albero Madre, il tutto mentre i Senzaluce avrebbero alimentato silenziosamente il potere della divinità esterna.

La Disgregazione ebbe allora inizio: i frammenti dell'Anello, ovvero le Rune Maggiori, finirono ciascuna nelle mani di un membro della progenie divina, empirei (gli empirei sono "i più divini fra i divini") o meno che fossero. Fu allora che la devastazione della guerra investì l'Interregno, perché i possibili eredi al trono di Marika iniziarono a darsi battaglia nel tentativo di inseguire il potere o la propria visione del mondo. A ciascuno degli empirei, ovvero Ranni, Malenia e Miquella, furono affiancate delle Dita, in modo che tentassero di guidarli verso il ruolo di Lord, mentre nell'Interregno furono inviate le Vergini delle Dita, che avrebbero dovuto aiutare gli aspiranti campioni inconsapevoli di stare alimentando il potere della divinità esterna.

Vediamo il destino che toccò a ciascuno dei semidei:

Ranni, Astrologa Principessa della Luna

Ranni non partecipò ai conflitti. Ormai invisibile ai mille occhi della Volontà Superiore a causa della sua morte apparente, l'Astrologa si ritirò a vita privata nell'inseguimento del suo piano originale: per prima cosa, avrebbe ripercorso la storia delle città di Nokron e Nokstella per mettere le mani sugli artefatti blasfemi creati dalla Regina dagli Occhi Crepuscolari per uccidere gli dei, con l'unico fine di liberarsi per sempre dalle “Due Dita” che avrebbero dovuto guidarla.

Ma c'è di più: Ranni, nel corso delle sue ricerche a Raya Lucaria, si era imbattuta in una Luna Oscura, probabilmente un'altra divinità esterna, che concesse alla ragazza la visione di una futura Era delle Stelle. Un universo oscuro e avvolto nell'ignoto, ma intrinsecamente libero dall'influenza e dal dominio della Volontà Superiore. Quello che avrebbe dovuto fare era molto semplice: eliminare le Due Dita e, in caso se ne fosse presentata l'occasione, trovare un campione in grado di traghettarla fino all'Albero Madre per inseguire il suo sogno di cambiamento e di solitudine.

Pretore Rykard, Divoratore di Campioni e Dei

Inizialmente, Rykard e i dissidenti di Villa Vulcano presero parte alle battaglie, tanto che sul Monte Gelmir si consumò uno degli scontri più violenti dell'intera Disgregazione. In seguito, però, il Pretore e i suoi seguaci dovettero confrontarsi con un'amara consapevolezza: non era possibile, per dei semplici semidei, confrontarsi con delle divinità esterne. E fu allora che Rykard prese la decisione di macchiarsi di una blasfemia imperdonabile.

Rykard assunse la forma di un Serpente Divoratore, garantendo a sé stesso la vita eterna e soprattutto la capacità di consumare Campioni - e potenzialmente anche divinità - allo scopo di ottenere il potere necessario per opporsi alla Volontà Superiore. È solo questo lo scopo di Villa Vulcano e di Lady Tanith: formare Campioni abbastanza potenti perché si dimostrino degni di alimentare le viscere di Rykard, concedendogli involontariamente la propria essenza al fine, un giorno, di soggiogare le divinità esterne.

Morgott, il Benedetto dalla Grazia

Di tutti i membri della progenie divina, Morgott era l'unico ancora benedetto dalla grazia, pertanto capace di compiere il medesimo percorso che poi sarebbe toccato al nostro protagonista. Ma Morgott rimase rinchiuso in esilio sino all'inizio della Disgregazione, momento in cui per la prima volta poté spezzare le catene e tentare la scalata al ruolo di campione come il più forte tra i discendenti di Godfrey. Giunto alle porte dell'Albero Madre, tuttavia, questi dovette fare i conti con una terribile verità: non era possibile oltrepassare i barbigli ed ergersi infine al ruolo di Lord. Tutto faceva pensare a un tranello della Volontà Superiore, apparentemente impegnata a mantenere lo status quo e ad ingannare orde di aspiranti campioni convinti di poter ascendere al Trono. Sterminandone a migliaia dall'inizio della Disgregazione, in un certo senso Morgott ha tentato di concedergli pietà.

Miquella, il più Temibile degli Empirei

Miquella era l'empireo più intelligente, ed era visto da molti come l'unico legittimo erede di Marika. Come tutti i figli di Radagon e Marika, d'altra parte, anche lui era affetto da una disgrazia, che nel suo caso era rappresentata dalla maledizione dell'eterna infanzia: Miquella, infatti, non poteva crescere. Malenia lo considera l'empireo più temibile e intelligente, anche troppo per la Volontà Superiore: è evidente, infatti, che Miquella abbia tentato - nelle Terre del Sacro Albero che portano il suo nome - di elevarsi a ricettacolo per la creazione di un nuovo Sacro Albero, uno che fosse finalmente libero dall'influenza della Volontà Superiore e che, soprattutto, fosse in grado di salvare la vita della sorella gemella.

L'unico interesse del ragazzo era infatti quello di curare la gemella Malenia dalla malattia della Marcescenza Scarlatta che l'aveva piagata per tutta a vita, un obiettivo che inseguì con tutte le proprie forze fin quando si rese conto che l'Ordine Aureo non sarebbe stato in grado di provvedere, abbandonando definitivamente la via del Fondamentalismo su cui era stato indirizzato dal padre Radagon, una persona verso la quale aveva nutrito grande stima (al punto da creare incantesimi apposta per lui, come Triplo Anello di Luce). Il piano era semplice: innestarsi tramite un bozzolo dentro un nuovo Sacro Albero fino a trovare il modo di liberare qualsiasi entità dall'influenza delle divinità esterne. Sfortunatamente, il bozzolo di Miquella fu rubato a Elphael da Mogh, che era convinto di poter tramutare il giovane in un vero dio usando un altro sistema. Stando a Gideon Ofnir, tuttavia, Miquella è ancora vivo e vegeto, seppur attualmente in stasi.

Malenia, Lama di Miquella e Dea della Marcescenza

Malenia è la più potente degli empirei, ma come tutti i figli di Radagon e Marika è nata affetta da una disgrazia, che nel suo caso era il morbo della Marcescenza Scarlatta, talmente violento da portarle via un braccio e una gamba e condannarla a un'infanzia di stenti. Un giorno, Malenia incontrò un maestro di spada che l'addestrò nell'arte del combattimento (Talismano della Portatrice di Protesi), e fu allora che trovò sé stessa, venendo riconosciuta come una Valchiria da tutti i popoli dell'Interregno, la più potente fra i guerrieri ad aver mai calcato queste terre. In seguito alla Disgregazione, Malenia viaggiò fino a Elphael insieme a Miquella nel tentativo di curare la Marcescenza Scarlatta che l'affliggeva fin dalla nascita.

Quando le guerre della Disgregazione raggiunsero il culmine, e sembrava ormai chiaro che Radhan il Flagello delle Stelle sarebbe emerso vincitore, Malenia abbandonò Elphael e discese con il suo esercito di Marcescenti fino a Caelid, per combattere l'ultima battaglia che separava entrambe le fazioni dal dominio sull'Interregno. Alla fine, Malenia ebbe la meglio, ma per riuscirci fu costretta a sbocciare per la seconda volta nella sua vita nella Marcescenza Scarlatta, devastando per sempre le Terre di Caelid e portando Radhan alla follia eterna. Tornata a Elphael, purtroppo, scoprì che Miquella era stato rapito, e si trovò nuovamente sola e priva di uno scopo.

Generale Radhan, il Flagello delle Stelle

Radhan, figlio di Rennala e Radagon, era il più potente fra i semidei (ma non era un empireo). Cresciuto con l'ossessione verso la figura di Godfrey, dedicò tutta la sua vita alla guerra e all'addestramento, nell'inseguimento della leggenda del suo idolo (la sua armatura si ispira proprio a Godfrey). Divenne celebre per aver ucciso una “cometa”, il che potrebbe fare riferimento a una creatura aliena del calibro di Astel, quella che si rivelò il flagello di Nokstella. La vicinanza agli astri di Caria e la parentela con Radagon lo resero un guerriero formidabile, in grado persino di controllare la gravità stessa e di interferire con i moti delle stelle. Lui, però, era più interessato a manipolare la gravità per non separarsi dal suo vecchio cavallo, cui era estremamente affezionato.

Guerriero onorevole, passò come un ariete in mezzo alle guerre della Disgregazione imponendosi su qualsiasi avversario gli si parasse di fronte, probabilmente nel sogno di inseguire il destino di Godfrey e imporsi come Lord Ancestrale. Purtroppo, quando le guerre sembravano ormai concluse, sul suo cammino si parò Malenia, che per sopravvivere alla netta supremazia di Radhan si trovò costretta a ricorrere alla Marcescenza Scarlatta, privandolo definitivamente del senno e condannandolo eternamente a pascersi come un cane dei corpi dei caduti sul campo di battaglia. Alla fine della Disgregazione, Radhan è solamente in cerca di una morte onorevole.

In fin dei conti, Radhan è stato uno dei personaggi più positivi fra quelli emersi dalla progenie divina: l'unico motivo per cui viene messo a tacere risiede nella volontà di Malenia di innestare suo fratello gemello sul Trono, in modo da salvarsi dalla Marcescenza e inaugurare un'era di libertà dalla Volontà Superiore. Sfortunatamente, il piano non si sarebbe mai realizzato. Al momento della narrazione, il fatto che Radhan sia ancora in vita è di per sé sufficiente ad escludere completamente dallo scacchiere "La Luna Nera" e le altre divinità legate alle stelle, dato che il generale le ha sigillate per sempre fuori dall'Interregno. Con la sua morte, però, tutto cambia in un istante.

Mogh, il Signore del Sangue

Fratello gemello di Morgott dimenticato dalla Grazia, Mogh crebbe nell'ombra ove restò anche in seguito alla Disgregazione e fu proprio nell'ombra che incontrò una divinità esterna: La Madre Senza Forma. Rinchiuso nelle profondità del sottosuolo, Mogh entrò in comunione con questa entità scoprendo la meraviglia del "sangue che eruttava nel fuoco", e fu allora che si erse come Signore del Sangue e paladino della Vera Madre (entità di cui in effetti sappiamo pochissimo). Alla fine, agendo alle spalle di Malenia, Mogh rubò il bozzolo di Miquella dal Sacro Albero di Elphael, nel tentativo di elevare l'empireo a divinità e inaugurare una nuova dinastia di empirei. Nonostante la copiosa quantità di sangue che Mogh ha offerto a Miquella nel corso degli anni, tuttavia, il giovane non ha mai risposto ad alcun sollecito, rimanendo sospeso nella stasi del suo bozzolo.

Le Divinità Esterne

La Fiamma Frenetica: il tutto deve tornare uno.

Uno degli elementi centrali - seppur estremamente nebulosi - di Elden Ring risiede nella figura delle “divinità esterne”, entità che sono molto diverse dai concetti di “dio” e “semidio” cui l'Interregno ci mette costantemente di fronte. Le divinità esterne sono infatti esseri che giocano su un piano superiore dell'esistenza, e sono proprio coloro che influenzano le sorti dei meri “dei”. Vediamo quali sono e diamo un'occhiata alle loro storie.

  • La Volontà Superiore: La divinità esterna al centro di Elden Ring è la Volontà Superiore, entità che in passato fece cadere una Bestia sulla terra, proprio nel crogiolo della vita, dando origine a quello che sarebbe divenuto l'Anello Ancestrale. Si tratta infatti di una divinità esterna proveniente dallo spazio, capace di irradiare quella che viene definita “grazia” e di utilizzare le Dita come veicolo della propria essenza. La Belva Ancestrale è l'incarnazione fisica della Volontà Superiore, ed è evidente che il suo scopo sia quello di accrescere costantemente il proprio potere: l'Albero Madre, a conti fatti, non è altro che un organismo parassitico volto al costante auto-miglioramento.
  • La Divinità dei Draghi: Non sappiamo molto di questa divinità, e ciò che sappiamo è l'eredità del Lord Draconico Placidusax, che dovette assistere inerte alla sconfitta del suo “dio” per mano della Volontà Superiore, non appena questa giunse nell'interregno. Si dice che questo dio fuggì di fronte alla Volontà Superiore e che, ancora adesso, Placidusax ne attende il ritorno riposando nella ferita del tempo di Farum Azula.
  • La Fiamma Frenetica: Questa misteriosa entità è la divinità degli ultimi, dei reietti, degli sconfitti, di tutti coloro che sono rimasti schiacciati dal peso dell'Ordine Aureo. Si tratta dell'unica entità che la Volontà Superiore e i suoi emissari temono apertamente, probabilmente perché consci che il suo potere potrebbe distruggere in un battito di ciglia l'Albero Madre. Si annidò nelle orbite vuote di Shabriri dopo che gli furono cavati gli occhi, e riuscì addirittura a prendere il possesso delle Dita, incarnandosi nelle Tre Dita che riposano sotto Leyndell. Non ha uno scopo: insegue solamente il caos e la distruzione, mascherandosi dietro l'assunto che "Il tutto debba ritornare Uno per eliminare le differenze e la sofferenza".
  • La Madre Senza Forma: Anche nota come la Madre della Verità, questa divinità capace di eruttare nel fuoco e nel sangue si è manifestata sotto terra ai soli occhi di Mogh, fornendogli la capacità di assorbire il potere altrui per mezzo del sangue. Si tratta di una fra le divinità esterne riguardo la quale esistono meno informazioni.
  • La Divinità della Marcescenza Scarlatta: Una delle divinità esterne di cui abbiamo più informazioni. Sappiamo che in passato ha assunto la forma di uno scorpione e sappiamo soprattutto che esiste una strana leggenda: in passato, una fata donò a uno spadaccino cieco un'agile spada, che questi utilizzò per sconfiggere e sigillare una divinità della Marcescenza Scarlatta (Talismano della Ballerina Blu). Quest'uomo è probabilmente il mentore di Malenia: nel Talismano della Portatrice di Protesi si parla infatti di uno spadaccino che addestrò la giovane al combattimento, facendole trovare sé stessa. Non è chiaro, d'altra parte, se la divinità della Marcescenza sia proprio Malenia (la leggenda dice che la terza volta che Malenia sarebbe sbocciata si sarebbe tramutata nella divinità) o se l'uomo abbia sigillato la divinità e poi addestrato una giovane Malenia. Sappiamo che viene venerata da un "gregge", e anche che è la divinità scelta dai parassiti che affollano l'Interregno (come ad esempio Gowry).
  • La Divinità del Fuoco: Abbiamo diverse informazioni anche riguardo questa divinità, che si manifesta sotto forma di un singolo occhio. Un tempo era la guida dei giganti, ed era una figura ammaliante al punto da assorbire nel suo culto anche diversi soldati e monaci inviati da Leyndell durante la campagna militare. Si dice che Marika in persona, alla fine, abbia sconfitto questa divinità esterna, ma che sia stata in seguito colpita da una maledizione: i capelli rossi di Radagon, che lui tanto odiava, deriverebbero proprio dalla replica di un tratto tipico dei giganti del fuoco.
  • La Divinità della Luna Oscura: Una divinità di cui sappiamo poco e nulla, se non il fatto che è stata estremamente vicina a Caria e all'Accademia di Raya Lucaria, fino a incontrare la giovane astrologa Ranni e mostrarle il futuro dell'Era delle Stelle.

Melina

Chi è Melina?

Di tutti i misteri ancora irrisolti di Elden Ring, la figura di Melina rappresenta senza ombra di dubbio il più difficile da districare. Questa ragazza, nonostante la pesante influenza che ha su ciascun segmento della trama principale, è anche una delle entità riguardo le quali esistono meno informazioni nell'interezza dell'interregno. Chi diavolo è Melina?

Il fatto che il suo nome inizi con la lettera “M” è un indizio piuttosto importante. Se ci pensate, i figli di Godfrey e Marika iniziano per “G”, tutti quelli di Rennala e Radagon iniziano per “R”, mentre quelli generati da Marika e Radagon iniziano con la “M”. Melina, di conseguenza, potrebbe essere una figlia segreta di Radagon e Marika, l'unica empirea di cui nessuno è a conoscenza. Ciò sembra ulteriormente confermato dal fatto che Melina parla di una “madre” che l'ha generata “dentro l'Albero Madre” senza rivelare "il suo scopo".

Alcune informazioni provengono dalla “Lama dell'evocazione”, l'arma impugnata dalla donna: “Pugnale concesso a colei che intraprese un lungo viaggio per assolvere al suo dovere. Il potere della sua precedente padrona, la vergine della fiamma, è ancora infuso al suo interno. Chi cammina accanto alla fiamma, un giorno troverà la via della morte fatidica”. I suoi abiti, invece, vengono “indossati dalle fanciulle che intraprendono un viaggio alla scoperta del proprio destino”.

Le uniche altre informazioni che abbiamo a disposizione derivano dalla Fiamma Frenetica, dal momento che Melina si oppone strenuamente all'ottenimento di questo potere da parte del Senzaluce, arrivando ad abbandonarlo definitivamente qualora dovesse ottenerlo e a minacciarlo di porre fine alla sua vita. Se, infatti, si ottiene il finale del Signore della Fiamma Frenetica mantenendo in vita Melina, la giovane compare dopo il filmato finale, svelando il suo occhio chiuso come un occhio blu e affermando che inseguirà ovunque il Senzaluce per portargli la morte fatidica.

L'occhio di Melina si attiva quando deve portare la morte fatidica al nostro Senzaluce.

L'Empirea di cui nessuno è a conoscenza

Tutti questi elementi fanno pensare che Melina sia l'entità generata da Marika nel tentativo di ingannare la Volontà Superiore, nascondendola al loro sguardo in ragione della sua forma spiritica, al fine di bruciare i barbigli dell'Albero Madre e, soprattutto, di vigilare sul fatto che la Fiamma Frenetica non rada al suolo l'Interregno. Una sorta di “arma segreta” occulta alle Dita che fosse in grado di accompagnare un Campione Senzaluce (ecco perché Marika avrebbe bandito i Senzaluce: perché si addestrassero sino a riuscire ad abbattere la Volontà superiore) fino all'interno dell'Albero Madre, magari nell'ottica di portare a termine il piano di Ranni.

Molti giocatori, infatti, hanno notato la somiglianza che esiste fra la “forma spiritica” di Ranni e Melina stessa, senza contare che Ranni sembra conoscere molto bene la cavalcatura Torrente e il suo precedente proprietario. Dal momento che è stata proprio Melina a donarci Torrente, è possibile che fra le due ragazze esista un qualche genere di collegamento, che tuttavia non è sostenuto da alcuna prova tangibile (e soprattutto leggibile) presente nei confini di Elden Ring. Quello che è leggibile, invece, è che Melina sia...

La Regina dall'Occhio Crepuscolare

Nel finale della Fiamma Frenetica, Melina apre finalmente il suo occhio chiuso rivelando un'iride crepuscolare. Sull'occhio chiuso, inoltre, è impresso un tatuaggio che ricorda l'Artiglio della Bestia, simbolo delle Belve Ecclesiastiche come Gurranq e Maliketh. Dal momento che Maliketh ha "sconfitto la Regina dagli Occhi Crepuscolari e ha sigillato la morte fatidica" e che Melina proprio in quel finale parla di "portare la morte fatidica al Lord della Fiamma Frenetica", è possibile che la ragazza sia proprio la Regina dagli Occhi Crepuscolari. Nell'Incantesimo "Rituale di Nera Fiamma" si dice che la Regina dagli Occhi Crepuscolari "era un'empirea scelta dalle Dita".

Tutti questi elementi farebbero pensare al fatto che Melina sia proprio la Regina che ha addestrato i Sacriderma nella via deicida e che ha custodito la morte fatidica fino alla sconfitta giunta per mano di Maliketh. Nel Finale della Fiamma Frenetica, infatti, la ragazza apre il suo occhio solamente dopo la morte di Maliketh. Inoltre, sembra essere proprio lei a condurci a Farum Azula per trovare la morte fatidica: in un caso per permetterci di entrare nell'Albero Madre, nell'altro per ucciderci in quanto incarnazione della Fiamma Frenetica.

L'Interregno come lo conosciamo oggi

Un mondo spaccato e sospeso nell'eternità.

L'Interregno, al momento della narrazione, è un continente che si erge oltre il mare di nebbia, e abbiamo la certezza che non sia l'unico agglomerato di terre emerse nel “pianeta” dove si svolge Elden Ring. La particolarità dell'interregno sta nell'Albero Madre, immensa fonte di energia impiantata dalla Volontà Superiore. La Volontà Superiore non è un concetto astratto, bensì una “divinità esterna” che ha innestato il seme del suo potere nel Crogiolo della Vita generando l'Albero Madre, e concedendo infine a una regina, ovvero Marika, lo status di divinità.

Dal momento che la regina Marika ha ottenuto lo status di divinità, ha avuto inizio una particolare età dell'oro. È stato infatti “l'Ordine Aureo” a guidare per un tempo imprecisato la vita nell'Interregno: quando si parla di Ordine Aureo non bisogna pensare a un ordine di cavalieri, o un'ideologia di chierici come fu al tempo la Via Bianca su Dark Souls, ma a un vero e proprio “Ordine” nel senso cosmologico del termine. L'Ordine Aureo è l'insieme di leggi che governano la “fisica” dell'Interregno: in questo mondo, ad esempio, non esiste la morte, perché la Runa della Morte non fa parte dell'Anello Ancestrale che sorregge le fondamenta dell'universo. La “vera morte” è intesa, nell'Ordine Aureo, come il ritorno all'Albero Madre.

Questa è la ragione per cui ci risvegliamo a un Luogo di Grazia dopo ogni sconfitta, ed è la medesima ragione per cui Rogier, nell'inseguimento della morte, ha probabilmente utilizzato il santuario sul fondo di Castello Grantempesta, o idealmente il Grafopugnale Nero, per praticarsi una sorta di eutanasia.

La Disgregazione che ha devastato il mondo è ormai giunta al termine, e i Senzaluce vengono chiamati disperatamente ad assolvere il proprio scopo: tentare di radunare abbastanza Rune Maggiori per poter ricostruire l'Anello Ancestrale e ristabilire l'equilibrio nell'Interregno, ormai martoriato da anni di guerre e popolato dalle spoglie di soldati ormai decrepiti e condannati a un'eternità di conflitti, possibilmente prolungati dalla Volontà Superiore per garantire lunga vita all'Albero Madre. Su questo sfondo, si alza dalle ceneri anche un Senzaluce sconosciuto, il protagonista di Elden Ring, che guidato dalla benedizione della grazia si incammina verso la ricostruzione dell'Anello Ancestrale.

Ricostruzione alla quale, d'altra parte, vogliono prendere parte anche altri Senzaluce, spesso imponendo la propria idea e la propria visione del mondo:

Fia e la Libertà nella Morte

Fia, la Compagna di Morte, è una Senzaluce che fu adottata dal cavaliere di Leyndell Lionel Cuordileone e che, molto probabilmente, ebbe una relazione con Godwyn l'Aureo nel periodo antecedente la Disgregazione. È possibile, di conseguenza, che le sue mire legate alla libertà della morte derivino proprio dalla morte di Godwyn l'Aureo, che divenne “Principe nella Morte” nel senso più letterale del termine possibile, ovvero “primo nella morte”. Fu allora che la donna realizzò la condanna che l'eternità dell'Interregno infliggeva a tutti i suoi abitanti, incapaci di conoscere la vera morte e destinati, nel migliore dei casi, a “tornare all'Albero Madre”.

L'obiettivo di Fia, di conseguenza, è quello di impadronirsi di entrambe le metà del Marchio del Millepiedi che apparvero sulle carni dei primi morti dell'Interregno, ovvero Ranni e Godwyn, al fine di realizzare una vera Runa della Morte. Ricostruendo l'Anello Ancestrale e innestando all'interno la Runa della Morte, la mortalità diverrebbe un principio cardine del nuovo Ordine Aureo, portando definitivamente al termine l'eternità dell'Interregno.

Maschera d'Oro e l'Ordine nella Totalità

Maschera d'Oro, nonostante la fedeltà assoluta all'Ordine Aureo, inizia a metterne in dubbio i fondamenti quando si trova di fronte all'enigma irrisolvibile di Leyndell: com'è possibile che le divinità abbiano distrutto l'anello e vogliano ricostruirlo? Com'è possibile che il Fondamentalismo abbia fallito? La risposta sta nel segreto del dualismo della divinità: una volta che Maschera d'Oro si rende conto che Radagon e Marika sono la stessa entità, comprende che gli dei hanno commesso degli errori che si ripeteranno inevitabilmente dopo la ricostruzione dell'Anello Ancestrale. Da quel momento, infatti, l'Ordine Perfetto è venuto meno e gli dei si sono rivelati capaci dei medesimi peccati commessi dai mortali.

Così scommette tutto sul Perfetto Ordine: un Ordine non più scisso ma totale che non si basi esclusivamente sulla Fede ma anche sull'intelligenza: “La Fede può accecare la gente nella ricerca della verità, ma l'Intelligenza può svelare il reale significato”. Innestando la Runa del Perfetto Ordine nell'Anello Ancestrale, Maschera d'Oro spera di inaugurare un nuovo Ordine in cui i peccati delle divinità non possano ripetersi.

Mangiasterco e la Vendetta

Anche se siamo portati a pensare al Mangiasterco come a un freddo, spietato e folle assassino che evira le proprie vittime, si tratta di uno fra i pochi Senzaluce che hanno colto l'inganno dell'Ordine Aureo e ne hanno svelato gli oscuri segreti. Mangiasterco è consapevole che il ciclo di morte e rinascita alla base dell'interregno è il frutto dell'operato di un organismo di natura parassitica, ovvero la Volontà Superiore. Il problema è che, anziché combattere questo potere sovrannaturale, l'unico scopo del Mangiasterco e riversare la maledizione nelle generazioni nate all'ombra dell'Albero Madre, condannando per sempre chiunque prenda parte al ciclo di morte e rinascita, facendo sprofondare nella disperazione un mondo che ha inflitto eoni di disperazione.

Gideon Ofnir e il Vero Controllo

Gideon Ofnir, reggente della Tavola della Grazia, è un Senzaluce che ha votato la sua intera esistenza alla ricerca della conoscenza, in modo da divenire Onnisciente ed ergersi a unico vero signore del mondo spezzato dalla Disgregazione. Il suo interesse, infatti, risiede nella preservazione dello status quo, unica condizione nella quale può fregiarsi di un potere persino superiore a quello di un Lord Ancestrale. Gideon, infatti, tesse la sua tela nell'Interregno senza neppure aver bisogno di tentare di eliminare i portatori dei frammenti.

Vuole conoscere l'ubicazione esatta e le intenzioni di ogni semidio, e nell'inseguimento di questo scopo arriva addirittura a commettere genocidi (come quello degli Albinauri) nel tentativo di strappare i pochi veli d'incertezza che gli rimangono. Resta ossessionato, infatti, dal destino di Miquella, di Malenia, di Ranni e di Mogh, personaggi che sono riusciti a nascondersi dai suoi mille occhi. Sta a noi decidere se fornirgli la conoscenza che gli manca per raggiungere la vera Onniscienza. Onniscienza che, d'altra parte, gli sarebbe completamente strappata di mano se solo riuscissimo a sedere sul Trono Ancestrale, il che fa del Senzaluce il suo peggiore nemico. In fin dei conti, "un uomo non può uccidere un dio", almeno secondo Gideon.

La storia di Ranni della Luna Nera: dalla Ribellione fino all'Era delle Stelle

Ranni era una dei figli di Radagon, generale di Leyndell e incarnazione maschile di Marika, e Rennala, regina di Caria e reggente dell'Accademia di Raya Lucaria. Il matrimonio tra questi due personaggi si celebrò per metter fine alla violenta guerra che imperversava tra la capitale reale e il regno di Caria, che era giunta in stallo a seguito del collidere fra le Stregonerie Scintipietra Cariane e gli Incantesimi provenienti da Leyndell.

Ranni era un'Astrologa, ovvero una studiosa delle stelle, proprio come la madre. Numerosi registri legati alla Stregoneria Scintipietra, e soprattutto alla scuola primordiale di Raya Lucaria, raccontano degli Astrologi come dei primi studiosi ad aver osservato l'energia che avrebbe dato vita alla “moderna” magia. Gli stregoni Azur e Lusat ad esempio, padri fondatori della Stregoneria Scintipietra, avevano scrutato nei recessi degli astri scoprendo gli abissi stellari e l'oscurità della “corrente originaria”, l'elemento che portò la Stregoneria nel mondo.

La leggenda dice che Rennala l'Astrologa camminava con lo sguardo rivolto verso il cielo, finché una notte scoprì la Luna Piena “ammaliatrice”, e da quel momento divenne regina di Caria prendendo il controllo dell'Accademia di Raya Lucaria, che fu conquistata da quel potere. Guidata per mano da sua madre, anche Ranni scrutò i cieli notturni ma scoprì invece una Luna Nera: “una visione di gelo e tenebra, ammantata di misteri occulti”.

Come suggerito anche dal colore della Rimembranza di Rennala, è estremamente plausibile che la famiglia di Caria sia toccata da una divinità esterna differente dalla Volontà Superiore. Sarebbe proprio questa caratteristica a rendere Ranni un'Empirea (divina tra i divini): mentre Malenia e Miquella sono figli di due divini toccati dalla Volontà Superiore, ovvero Radagon e Marika, Ranni sarebbe figlia di due divini toccati da divinità diverse, ovvero Rennala e Radagon.

Sarebbero questi i motivi alla base del tradimento e della ribellione di Ranni: in quanto Empirea, infatti, la Volontà Superiore le affiancò delle Dita che avrebbero dovuto guidarla verso il ruolo di erede di Marika e araldo della divinità esterna, un destino che Ranni rifuggiva con tutta sé stessa, avendo votato la propria esistenza alle prospettive offerte dalla Luna Nera. La ragazza, pertanto, comprese che l'unico modo per sfuggire all'influenza della Volontà Superiore, e soprattutto al suo controllo, era trovare la morte - perlomeno nel corpo - in modo da potersi ritenere libera.

Ranni incontrò la Luna Nera, e le fu sempre devota.

Fu così che Ranni diventò una fra i diversi architetti che presero parte alla “Notte dei Neri Coltelli”. Complottando insieme a Rykard - e forse anche insieme a una fra Marika e la Regina dagli Occhi Crepuscolari - l'Astrologa riuscì a rubare un frammento della Runa della Morte (o della morte fatidica) da Maliketh la Lama Nera, fratellastro di Marika cui era stato affidato il compito di vigilare sullo stesso concetto di mortalità, che era stato escluso dall'Ordine Aureo.

Ranni riuscì a rubare la Runa della Morte, e utilizzò il potere che questa conteneva per forgiare Grafopugnali capaci di uccidere le divinità che furono in seguito assegnati alle Assassine dei Neri Coltelli. Fu così che la Notte dei Neri Coltelli ebbe inizio: numerosi membri della progenie di Leyndell furono eliminati, ma due soli erano i più importanti: Ranni, che si uccise morendo solamente nel corpo, e Godwyn l'Aureo, che morì solamente nell'anima.

Priva di un corpo, Ranni riuscì a sopravvivere in forma spirituale grazie all'integrità della sua anima, che le permise di abitare il corpo di una “bambola” e tornare a camminare per l'Interregno, questa volta finalmente libera dall'influenza delle Dita e della Volontà Superiore. Fu allora che la Principessa di Caria si creò una sua corte.

In primis scelse la Belva Umana Blaidd, che le fu assegnata in passato dalle Dita come dono e guardia del corpo, e che in quanto creazione delle Dita stesse avrebbe dovuto sorvegliarla e intervenire in caso di tradimento. Poi prese al suo fianco il gigante Iji, dal momento che una guerra necessitava un consigliere di guerra, ed il popolo di Iji era perito sotto i colpi della campagna di sterminio portata avanti da Leyndell. Infine accolse Seluvis, un potentissimo stregone precettore che, seppur incline al tradimento, aveva una conoscenza senza pari dell'Interregno.

Radhan sigillò eternamente i moti degli astri.

Durante gli anni che precedettero l'arrivo del Senzaluce, Ranni si dedicò senza sosta alla ricerca di un metodo efficace per eliminare le Dita e la Volontà Superiore, nonché di un modo per riattivare i movimenti degli astri, eternamente sigillati a seguito della sconfitta di una “Stella Cadente” da parte di suo fratello - il Generale Radhan - che per debellare definitivamente qualsiasi minaccia “extraterrestre” sigillò i moti stellari attraverso i suoi poteri di manipolazione della gravità.

Durante le ricerche, Ranni scoprì l'esistenza di Nokron e Nokstella, Città Eterne che furono punite con un castigo senza precedenti dalla Volontà Superiore a seguito di un terribile peccato capitale di tradimento: nelle Città Eterne, infatti, fu forgiata una Lama capace di uccidere le Dita e qualsiasi emissario della Volontà Superiore. Fu così che Ranni comprese l'importanza di focalizzare i propri sforzi verso Nokron, nel tentativo di recuperare l'arma che scatenò la fine delle Città Eterne.

In seguito alla scomparsa del Generale Radhan, gli astri poterono tornare a giocare le proprie carte rivelando l'accesso a Nokron, luogo in cui il Senzaluce s'impossesserà della leggendaria Lama Flagello delle Dita. Tutto il resto, però, stava andando a rotoli: Seluvis tentò di tradire Ranni per trasformare un'Empirea in una marionetta, e per tutta risposta venne giustiziato da Blaidd. Iji, nel frattempo, temendo che allo scattare del tradimento le Dita avrebbero ripreso il controllo di Blaidd e l'avrebbero usato per uccidere Ranni, rinchiuse la Belva Umana.

La repressione, infatti, non tardò ad arrivare: probabilmente inviate da Maliketh, ancora ferito per il furto della morte fatidica, le Lame dei Neri Coltelli tentarono di attaccare Ranni in piene forze, e riuscirono ad abbattere Iji utilizzando le Fiamme Nere Ammazzadei. Blaidd, però, oppose una strenua resistenza al controllo mentale delle Dita, e riuscì a difendere la padrona finché quest'ultima non sarebbe stata al sicuro. Purtroppo, in quanto creazione delle Dita stesse, alla fine dovette arrendersi al loro giogo perdendo il controllo di sé, ma solamente dopo aver compiuto il suo dovere di primo cavaliere.

Alla fine, Ranni riuscì a uccidere le Dita.

Ranni partì per il viaggio che aveva sognato di compiere fin dalla Notte dei Neri Coltelli: armata della Lama Flagello delle Dita, avrebbe ucciso le Dita che la Volontà Superiore le aveva assegnato. Con gli astri di nuovo in movimento, l'Astrologa non sarebbe stata solamente libera di uccidere i suoi aguzzini, ma anche e soprattutto capace di inseguire il sogno dell'Era delle Stelle, spazzando via il dominio della Volontà Superiore per sostituirlo con quello della Luna Nera cui si era votata fin dall'infanzia.

È qui che si conclude la vicenda di Ranni l'Astrologa: se il Senzaluce deciderà di unirsi a lei in matrimonio, e di assecondare le sue richieste, questa potrà finalmente eliminare qualsiasi influenza della Volontà Superiore, inaugurando l'Era delle Stelle. “Un viaggio lungo mille anni sotto il dominio della Luna. Una notte che avvolge il viaggio verso il Grande Oltre. Un viaggio fatto di paura, buio e solitudine, lungo un cammino che si inoltra nell'ignoto”.

Shabriri, i Mercanti Nomadi, Hyetta e la Fiamma della Frenesia: La Divinità Esterna degli Ultimi

Nel corso dell'Età dell'Oro dell'Albero Madre, il regno di Leyndell governato dalla Regina Marika era un luogo tutt'altro che idilliaco. Fondato sulla guerra e sorretto dal Fondamentalismo dell'Ordine Aureo, l'Interregno era sì una terra di grande ricchezze, di ricerca e di grandi opere, ma anche di continue persecuzioni nei confronti dei più deboli. Basta pensare, ad esempio, al fatto che persino dei figli di Marika come Morgott e Mogh furono rinchiusi sotto terra semplicemente a causa del loro aspetto fisico di “Presagi”, come tradizione imponeva.

Una delle persecuzioni taciute dalla trama principale, tuttavia, è quella avvenuta a danno dei Mercanti Nomadi dell'interregno, creature simili ai Senzaluce che, vivendo senza fissa dimora e occupandosi di “commercio”, erano decisamente mal visti dagli abitanti di Leyndell. Un odio indiscriminato e irragionevole, questo, che portò la regina Marika a prendere provvedimenti senza curarsi delle coneguenze.

Un tempo, infatti, la Grande Carovana viaggiava per l'Interregno stringendo affari nei principali insediamenti che lo punteggiavano. Le accuse, tuttavia, non tardarono ad arrivare: l'intero clan fu accusato di seguire un credo eretico, pertanto furono fatti dei rastrellamenti e tutti gli esponenti noti furono radunati. Dopodiché, la regina ordinò che fossero sepolti vivi in una torre sotto la città di Leyndell, come castigo per il loro ipotetico peccato. Qui, però, il “clan che non sapeva perdonare” invocò l'aiuto di una divinità esterna, la Fiamma della Frenesia, che rispose al richiamo e si insediò sotto forma delle folli Tre Dita negli Abissi Dimenticati di Leyndell.

Furono i Nomadi a evocare le Tre Dita.

Questo culto, d'altra parte, risale a un'epoca ancora antecedente, risalente ad ancora prima del momento in cui la Numen Marika fu scelta dalla Volontà Superiore per divenirne l'araldo. Nel Palazzo di Uhl, in quel tempo parte della Città Eterna di Nokstella, esisteva un personaggio noto come Shabriri (nella mitologia ebraica è il “demone della cecità”), che sarebbe passato alla storia come “l'uomo più detestato di tutti i tempi”. Accusato di calunnia e blasfemia, probabilmente per aver spergiurato di aver giaciuto con una regina, a Shabriri furono infine cavati gli occhi.

La leggenda narra che nelle sue cavità oculari ormai vuote si annidò per la prima volta la “Fiamma della Frenesia”, divinità esterna che iniziò a diffondersi come un morbo tra le file dei fedeli. Con il tempo Shabriri morì a Nokstella - il suo corpo è ancora visibile e circondato di fedeli accecati nel Fiume Ainsel - ma la Fiamma Frenetica gli sopravvisse, tanto che in cima a quelle che al tempo della narrazione sono ormai antiche rovine è sorto un villaggio i cui abitanti sono ormai completamente contagiati dal morbo.

Non è l'unico villaggio di questo tipo presente nell'Interregno: ce n'è infatti un altro pressoché identico nella Penisola del Pianto, la regione a sud di Sepolcride che ospita il Castello di Morne. È curioso che proprio qui sia giunto il morbo della Fiamma Frenetica: uno dei personaggi attraverso i quali ripercorriamo la storia di questa divinità esterna è infatti Hyetta, un'aspirante Vergine delle Dita non vedente che il Senzaluce può incontrare solamente in seguito alla morte di Irina di Morne, un'altra ragazza non vedente che s'incontra proprio nella Penisola.

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È altamente probabile, per non dire praticamente certo, che Hyetta non sia altro che una versione di Irina di Morne “rianimata” dalla Fiamma Frenetica allo scopo di convocarla come vergine al cospetto delle Tre Dita, il che presupporrebbe che la Penisola del Pianto sia ormai interamente caduta preda del morbo (anche Edgar, il padre di Irina, alla morte lascia un Uva di Shabriri). Hyetta, infatti ha bisogno delle “Uve di Shabriri” per proseguire nel suo viaggio seguendo fugaci spiragli di luce, e le Uve di Shabriri non sono altro che bulbi oculari strappati a persone contagiate dalla Fiamma Frenetica. Dal momento che a Hyetta vengono porte diverse Uve da personaggi sconosciuti, è evidente che nell'Interregno esistano dozzine di seguaci della Fiamma Frenetica.

Hyetta sarebbe dunque la “nostra” Vergine delle Tre Dita, e il suo compito consisterebbe proprio nell'assisterci e guidarci sino al colloquio con le Tre Dita negli Abissi Dimenticati di Leyndell. Raggiungendo questa location, infatti, prima si è accolti da migliaia di cadaveri di Mercanti Nomadi del Clan della Gran Carovana, ormai rinchiusi qui da millenni e intenti a suonare melodie nell'attesa di un Signore della Fiamma Frenetica, poi ci si imbatte proprio in Hyetta, che narra di come la Fiamma rappresenti l'ultima speranza dei disperati dell'interregno.

Alla fine anche Shabriri si fa vivo, prendendo possesso del corpo senza vita di Yura, e ci delizia con le sue doti affabulatorie: inizialmente tenta di puntare sul sentimentalismo, invitandoci a non sacrificare la vita di Melina e ad ottenere il potere della Fiamma Frenetica per attaccare l'Albero Madre, dopodiché fa decadere completamente la sua pantomima, perdendosi in un elogio del caus e della distruzione che rimarca ulteriormente la somiglianza della sua figura con quella del “Re in Giallo” e del suo culto nel ciclo di Lovecraft.

La Fiamma Frenetica è questo: caos e distruzione. Ammalia gli ultimi con una promessa di speranza, che poi si tramuta in vendetta, per poi alzare definitivamente il sipario sulle sue reali intenzioni, ovvero ammantare il mondo nel caos e nella distruzione. “Il Tutto deve tornare Uno perché la morte e la disperazione possano sparire dal mondo” è un'affermazione estinzionista, molto vicina alla filosofia messa in scena da numerosi attori emersi dai moderni media giapponesi, basti pensare a personaggi di manga come il Pain di Naruto, oppure a villain videoludici come la Endsinger recentemente emersa da Final Fantasy XIV, così come al Seymour Guado di Final Fantasy X.

Allearsi con la Fiamma Frenetica, di conseguenza, significa arrendersi e abbracciare la distruzione totale come ultima ratio per risolvere l'inevitabilità dei problemi che affliggono l'Interregno.

La Volontà Superiore, Le Dita e le Belve: Una divinità onnipotente che non può agire

Le Dita.

Nella serie a fumetti Hellblazer, nota per aver dato i natali al John Constantine che avrebbe raggiunto la massa attraverso Keanu Reeves, l'incessante lotta fra le forze del paradiso e quelle dell'inferno è regolata da un particolare concetto di “equilibrio”. Un concetto che abbiamo incontrato più volte, e che ha raggiunto anche l'opera videoludica attraverso la mitologia del Diablo di Blizzard Entertainment.

In sostanza, “l'equilibrio” postula che le divinità e le entità superiori non possano agire liberamente nei confini del mondo, ma possano al massimo indicare la via o dare piccole spintarelle ai veri “attori” dei cambiamenti, ovvero gli esseri umani. Perché abbiamo tirato in ballo questo concetto? Beh, perché l'intera trama di Elden Ring ruota attorno al ruolo delle divinità superiori, entità che non-agiscono precisamente nei confini di un sistema che ricalca la formula dell'equilibrio.

La Volontà Superiore, l'essere più potente nella cosmologia di Elden Ring, non può fare praticamente nulla senza un veicolo umano. È per questo che Marika viene resa una dea, ed è per la medesima ragione che le Dita guidano gli aspiranti campioni. Questo genere di limite vale per tutte le divinità superiori che s'incontrano sullo sfondo dell'opera: la Marcescenza Scarlatta non può niente senza il suo gregge, la Fiamma Frenetica necessita di un corpo da ospitare, la Luna Nera non può agire liberamente contro l'Albero Madre, la Madre Senza Forma non avrebbe alcun potere se non fosse entrata in comunione con Mogh.

Il rapporto fra l'umano e la divinità si riduce a una promessa, se vogliamo a un patto nel quale il primo si fa araldo della seconda, senza che l'entità superiore possa esercitare una reale forma di controllo. Così, quando la Belva Ancestrale precipita nel Crogiolo della Vita e pianta il seme dell'Albero Madre, è proprio la Volontà Superiore ad aver bisogno di Marika e non viceversa: senza una regina, una capoguerra che la diffonda nel mondo, la divinità sarebbe costretta a starsene zitta e buona nei confini del suo rifugio dorato.

Le Dita furono interpretate. Ma avevano volontà propria?

Il problema sta proprio nella fragilità dell'animo umano, che è incapace di resistere alla seduzione esercitata da queste forze: Marika accetta senza compromessi l'offerta della Volontà Superiore, Rennala non esita ad avvicinare la Luna Ammaliatrice per prendere il controllo di Raya Lucaria, i mercanti nomadi si piegano alla Fiamma della Frenesia per ottenere vendetta per il proprio clan, e via dicendo.

Una delle domande che ci vengono poste più di frequente riguarda il ruolo delle Dita: cosa diavolo sono queste entità? Beh, le dita assolvono proprio questo scopo: sono esseri impiantati dalla Volontà Superiore nell'Interregno per sussurrare “verità” alle orecchie degli umani. Inizialmente non si riusciva a decifrarle, ma è bastato osservare i loro movimenti per arrivare ad apprendere gli Incantesimi che Leyndell avrebbe utilizzato per conquistare il mondo conosciuto. Vien da sé che, nel corso degli anni, veggenti e vergini sarebbero riuscite a interpretare “correttamente” i loro pensieri.

Nel mondo sono presenti diverse Dita, nient'altro che terminazioni terrene della Volontà Superiore, e ciascuna di queste creature deve assolvere uno scopo. Alcune sono state impiantate per accompagnare i campioni dell'Albero Madre, altre sono state affiancate agli Empirei per guidarli al cammino verso il ruolo di Lord Ancestrale per rimpiazzare Marika, altre ancora dovevano custodire le Rune Maggiori in seguito alla Disgregazione.

Non è chiaro se le Dita rispondano a una “mente alveare” o siano dotate di volontà propria: certamente possono contare su una sorta di individualità, dal momento che Ranni decide di uccidere le “sue” Due Dita, quelle che l'avevano affiancata in quanto Empirea per guidarla verso la divinità, le stesse Dita che le avevano affiancato Blaidd come guardia del corpo e inconsapevole “controllore”.

Maliketh, ombra di Marika, custode della Morte.

Già, perché al pari delle Dita anche le Belve Umane sono soggette alle conseguenze di un patto stretto con la Volontà Superiore, un accordo che risale al momento in cui questa divinità esterna scacciò il “dio” dei draghi venerato da Placidusax, sovvertendo quello che fino a quel momento aveva rappresentato l'ordine dell'interregno. Alle Belve fu concesso il dono dell'Intelligenza, ed in cambio queste divennero “mercenari” al servizio della Volontà Superiore. Maliketh, infatti, viene definito “l'ombra di Marika” e custodisce la Runa della Morte: molto probabilmente il suo scopo è quello di vegliare sulla regina e intervenire in caso di tradimento.

Lo stesso compito che poi dovette assolvere anche Blaidd: concluso il piano di Ranni, infatti, Blaidd perde il controllo di sé stesso proprio perché soggiogato dalla Volontà Superiore, che l'aveva affiancato alla principessa lunare proprio per eliminarla in caso avesse voltato le spalle all'Ordine. È possibile che anche Serosh, il leone sulle spalle di Godfrey, avesse una funzione simile (oltre a limitare la violenza di Godfrey), e il fatto che quest'ultimo venga distrutto senza problemi da Hoarah Loux aiuta a spiegare perché la Volontà Superiore temesse così tanto i Senzaluce.

Visto e considerato l'equilibrio, il ruolo delle Dita e l'impossibilità di agire della Volontà Superiore, cosa sta succedendo nel momento in cui il nostro protagonista tenta l'assalto all'Albero Madre? Con l'Anello Ancestrale in pezzi, ma un mondo ormai piegato al suo servizio, la Volontà Superiore si è rinchiusa dentro l'Albero, utilizzando Marika e Radagon come ricettacoli per mantenere in vita l'Ordine Aureo.

Ormai il contagio parassitico è completo: non è importante sapere se Marika abbia agito per evitare di essere rimpiazzata - e dunque per sete di potere - o per liberare la sua famiglia e il mondo dalla divinità esterna. A prescindere dalle intenzioni della regina, la Volontà Superiore ha trovato il modo di alimentare il suo potere mettendo in piedi un ciclo di morte e rinascita, fatto di costanti ritorni all'Albero Madre (ecco perché le Rimembranze sono incise nell'Albero Madre), invitando i campioni Senzaluce a distruggere i semi-dei, ormai tutti traditori, senza la benché minima intenzione di imporre un nuovo, vero Lord Ancestrale.

Ormai quasi tutti complottano contro una Volontà Superiore assente.

È proprio questo il più grande errore commesso dalla Volontà Superiore: salvo pochi fondamentalisti, l'Interregno è ormai sovrappopolato di entità e personaggi che fanno interessi completamente diversi. Tutte le divinità esterne tentano di distruggere l'Albero con i propri araldi, quasi tutti i semi-dei hanno intrapreso il sentiero della ribellione, in molti sono rimasti fedeli a Marika - che non significa sottomettersi alla Belva Ancestrale - pertanto è pieno di attori che tentano di sovvertire l'Ordine Aureo. Non è rimasto, invece, quasi nessuno in difesa dello status quo rappresentato dall'Ordine Aureo in frantumi.

E dato che la divinità esterna, come sempre, non ha alcuna libertà di agire, il destino dell'Interregno è nelle mani di ciascun Senzaluce che percorrerà il cammino della grazia fino a diventare Lord Ancestrale. Il problema è che quel Senzaluce potrebbe aver udito le parole di Ranni restandone ammaliato, oppure quelle di Shabriri e della Fiamma Frenetica, oppure ancora quelle dei vari Senzaluce che operano in opposizione all'Ordine Aureo.

I possibili DLC: Tutto quello che ancora non sappiamo

La lore di Elden Ring è talmente fitta e articolata da mettere sul piatto inevitabili risvolti oscuri che, per la maggior parte, avvolgono in una coltre di nebbia determinati avvenimenti del passato. Proprio per questa ragione, la classica formula DLC che già abbiamo visto nelle “opere madre” di Miyazaki si sposerebbe perfettamente con la formula dell'Interregno.

In Artorias of the Abyss, nei confini di Dark Souls, siamo stati portati nel passato, al momento in cui figure diverse figure mitologiche erano ancora in vita, al fine di far luce sull'Abisso, un tema estremamente trattato ma mai veramente spiegato. In Bloodborne, soprattutto, The Old Hunters ci ha guidato fino al momento in cui la maledizione toccò Yharnam per la prima volta, svelando il terribile segreto che si celava dietro il cupo destino della metropoli.

Allo stesso modo, sarebbe oltremodo importante poter far luce su determinati momenti del passato dell'interregno, per dare una risposta ai pochi quesiti - e un aspetto ai pochi personaggi - che ci sono stati posti senza che venisse offerta una risposta plausibile. Ecco, quindi, quali sono i punti oscuri su cui un DLC potrebbe fare chiarezza.

  • La Notte dei Neri Coltelli

Viene da sé che la Notte dei Neri Coltelli è uno degli elementi più oscuri nell'intera linea del tempo di Elden Ring. Le informazioni riguardo questo evento sono spesso contrastanti, non è chiara l'implicazione di Marika, non è chiaro il ruolo della Regina dagli Occhi Crepuscolari, non è chiaro soprattutto il perché sia stato assassinato Godwyn l'Aureo, e non è neppure chiaro se la principessa Ranni si sia uccisa o sia invece stata uccisa per vendetta.

Un DLC ambientato in quest'epoca sarebbe fondamentale per dipanare i più grossi dubbi che ancora si possono nutrire riguardo l'intreccio, perché è proprio nella Notte dei Neri Coltelli che risiedono le vere motivazioni che portarono alla Disgregazione e, di conseguenza, all'intera narrativa di Elden Ring.

Scoprire, ad esempio, che Godwyn fu ucciso da Marika per mantenere il Trono Ancestrale, potrebbe cambiare completamente la luce attraverso la quale leggiamo la sua figura. Perché, poi, la dea prescelta dalla Volontà Superiore avrebbe dovuto distruggere l'Anello Ancestrale? E perché la Notte dei Neri Coltelli fu l'evento scatenante dei cambiamenti? Suvvia, FromSoftware, dacci le risposte che meritiamo!

  • La Morte Fatidica e la Regina dagli Occhi Crepuscolari

Se ci fosse un premio per l'elemento di lore più citato che viene meno spiegato ed esplicitato in assoluto, il concetto di “morte fatidica” vincerebbe a mani basse il primo premio. Se già la “morte” in senso stretto è difficile da leggere alla luce dell'Ordine Aureo, perché di fatto non è possibile morire definitivamente e tutto l'Interregno è sospeso in una nebulosa eternità, il fatto che in alcuni casi si parli di Runa della Morte e in altri di Morte Fatidica rende l'amalgama ancora più complicato.

Maliketh, la Lama Nera, ha sigillato la morte fatidica sconfiggendo la Regina dagli Occhi Crepuscolari. La morte fatidica viene citata anche da Melina, nel finale della Fiamma Frenetica, quando la ragazza giura di portarla al protagonista anche in capo al mondo. Facendo due più due, dal momento che l'occhio di Melina è sigillato dal marchio della bestia e che la Regina è un'empirea scelta dalle Dita, è quasi evidente che la giovane sia proprio la Regina dall'Occhio Crepuscolare di cui parlano diverse descrizioni.

Ok, tutto molto bello, ma chi era veramente la Regina dagli Occhi Crepuscolari? Qual'era il suo ruolo? Era lei la custode della morte prima di Maliketh, oppure lo è diventata solamente dopo la Notte dei Neri Coltelli, in seguito al furto della Runa della Morte da parte di Ranni? Perché si parla di “Morte Fatidica” (tutto maiuscolo in lingua originale)? Dal momento che le informazioni su questi personaggi non mancano, e che ci sono interi boss e incantesimi, fra i Sacriderma e la Nera Fiamma, che ne fanno costante riferimento, ulteriori chiarimenti in questo senso tramite DLC sarebbero oltremodo graditi.

  • La Marcescenza Scarlatta e lo Spadaccino Cieco

Un'altra storia che viene raccontata da diversi oggetti presenti in Elden Ring è quella che coinvolge la divinità esterna della Marcescenza Scarlatta, il misterioso spadaccino cieco e la giovane Malenia, Lama di Miquella. Si tratta di una vicenda dai contorni confusi, che sembra a metà fra il mito e la leggenda, ma esistono dei riferimenti più che mai concreti.

Nel Talismano della Ballerina Blu, si dice che un tempo una danzatrice donò a uno spadaccino cieco una misteriosa lama. Grazie a questo oggetto, questo personaggio divenne un combattente formidabile al punto da sconfiggere a duello una Divinità della Marcescenza, sigillandola per sempre. La divinità in questione potrebbe essere proprio quella venerata dal “gregge” nell'Interregno. Ma c'è di più.

Nel Talismano della Portatrice di Protesi, viene detto che Malenia, nata cieca e privata presto di un braccio e di una gamba, inizialmente non sapeva cosa fare della propria vita. Poi, un giorno, incontro “il suo mentore e maestro di spada”, un uomo che riuscì a mostrarle la via al punto da trasformarla nella guerriera più temuta di tutto l'Interregno. Dal momento che entrambi i personaggi sono ciechi (Malenia compresa) è probabile che si parli dello stesso personaggio. Ma c'è ancora di più!

Nelle Terre del Sacro Albero di Miquella, una carovana sta scortando verso Elphael (città dove risiede Malenia) la Spada Curva del Flusso, un'arma unica e per di più dotata di un moveset completamente unico che sembra proprio una danza. “Si dice che appartenesse a un maestro di spada vestito di blu che combatteva danzando”. È altamente probabile che questa sia proprio la lama del maestro di Malenia, l'uomo che ha sconfitto la Marcescenza Scarlatta. Possibile che abbiamo finalmente trovato la nostra Lady Maria, e che ci sarà un combattimento contro di lui in un DLC?

  • Miquella

Se dovessimo scommettere su uno dei contenuti dell'ipotetica pletora di DLC che amplieranno il mondo di Elden Ring, il personaggio di Miquella sarebbe il candidato numero uno. L'arena in cui si affronta Mogh, e il bozzolo in cui risiede in stasi Miquella, sembrano gridare da tutti i pori che si tratti di un “cancello” per accedere ai contenuti aggiuntivi, dal momento che non è possibile interagire in alcun modo con il semidio (per il momento”.

Di Miquella sappiamo che non era un combattente, pertanto la sua figura si presterebbe perfettamente ad assumere il ruolo di “guida” nei nostri confronti, magari rendendo il senzaluce partecipe dei suoi piani e facendogli dare uno sguardo ai momenti chiave dell'interregno. Stando a ciò che dice Gideon Ofnir, Miquella è ancora vivo e vegeto, quindi questa rappresenta senza dubbio la pista più certa nell'inseguimento ai papabili contenuti aggiuntivi.

“Cosa aspetti Miquella? Rispondimi! Di qualcosa!”. Negli interminabili minuti che abbiamo passato di fronte al suo bozzolo ci siamo sentiti un po' come dev'essersi sentito Mogh dopo aver rapito l'empireo: consapevoli che di fronte a noi risedessero alcuni dei misteri più interessanti dell'Interregno, ma completamente incapaci di svelarli.


Per il momento, la nostra Guida alla Lore e alla Trama di Elden Ring termina qui! Presto sarà aggiornata con le nuove sezioni, ovvero:

  • Nokron e Nokstella, le Città Eterne

Vi ricordiamo di dirci cosa ne pensate! Le migliori teorie saranno integrate di volta in volta in questa pagina in continuo aggiornamento, nel tentativo di costituire una guida all'Interregno che sia in grado di ricostruire per intero l'immenso puzzle di Elden Ring.

Nel frattempo, potete dare un'occhiata al resto delle nostre guide di Elden Ring:

Altre pagine nella Guida di Elden Ring

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