Electronic Arts: il colosso dai piedi d'argilla
Il suo valore è dimezzato rispetto a 8 mesi fa... cosa succede?
Due "storie di mercato" hanno catturato l'attenzione dell'industria dei videogiochi in questi ultimi mesi: il mezzo flop dell'IPO (Initial Public Offering - Offerta Pubblica Iniziale) di Zynga e il drammatico tracollo di THQ, che ha perso l'80% del suo valore negli ultimi 12 mesi. In tutto questo però, in pochi si sono accorti che un altro colosso, forse il più grande di tutti, ovvero Electronic Arts non se la passa tanto bene. Una rapida occhiata alle sue "performance" degli ultimi tempi rivelano una situazione decisamente preoccupante.
"Questo tipo di fluttuazioni significano movimenti (in uscita) di ingenti quantità di denaro, che svalutano notevolmente la compagnia."
Il valore di mercato di Electronic Arts è sceso del 40% dall'inizio dell'anno e quasi della metà rispetto al periodo pre-natalizio del 2011. Il declino è stato dapprima lento, ma come una valanga nata da un sassolino, ora inizia a diventare piuttosto rapido. Non siamo ancora ai livelli della suddetta THQ, ma è comunque una situazione abbastanza critica... nonostante si stia comunque parlando di una società con una capitalizzazione di circa 4 miliardi di dollari.
Per capire meglio la vera situazione in cui versa EA in questo momento, è opportuno dare un'occhiata a questo grafico, che rappresenta le performance della società negli ultimi 12 mesi.
Il declino è piuttosto chiaro, per non dire lampante, anche per chi non mastica di economia e statistiche. Dopo un'iniziale ripresa culminata verso la fine del 2011, la discesa è stata inesorabile ed arriva sempre più in basso, fino a pochi giorni fa. Le azioni EA valevano circa 25 dollari a novembre, ora non arrivano neanche alla metà, 12.29 dollari. Per società medio-piccole situazioni di questo genere sono anche piuttosto normali, ma per un golem dell'industria come EA questo tipo di fluttuazioni significano movimenti (in uscita) di ingenti quantità di denaro, che svalutano notevolmente il suo valore. Il fatto che questo tren prosegua da più di sei mesi fa sì, inoltre, che l'umore degli investitori non sia affatto buono. C'è preoccupazione e aria di speculazioni nell'aria.
Per vedere ancora più chiaramente dove Electronic Arts si trovi ora e quale possa essere il problema, è importante analizzare le performance della compagnia secondo un più vasto spettro di fattori economici. Il modo più diretto per farlo è tracciare un parallelo tra le prestazioni della società in questione e quelle dell'intero NASDAQ, ovvero l'indice dei principali titoli tecnologici della borsa americana. Nel grafico seguente la linea blu rappresenta ElA, mentre quella rossa è appunto la "National Association of Securities Dealers Automated Quotation", NASDAQ appunto.
Anche in questo caso il risultato dell'analisi è decisamente chiaro e mostra che la situazione per il publisher americano è, se possibile, ancora più allarmante di quanto si poteva pensare solo pochi mesi fa. Come potete vedere i due grafici proseguono più o meno paralleli fino alla fatidica data di novembre 2011, il che significa che il mercato fino a quel punto si "fidava" di Electronic Arts, o quantomeno gli era neutrale. Da quel momento in poi, però, le due linee si separano velocemente: mentre il NASDAQ procede verso l'alto testimoniando buoni guadagni nel primo semestre 2012, EA va in caduta libera perdendo appunto circa il 50% del suo valore iniziale.
Qualcosa è andato terribilmente male, quantomento agli occhi degli investitori. C'è una serie di ragioni che può spiegare questo andamento disastroso, ognuna delle quali assolutamente plausibile. Prese singolarmente forse possono sembrare un po' estreme, ma messe insieme tracciano un quadro molto più chiaro.
"Le performance non proprio esaltanti di SWTOR sono viste senza ombra di dubbio come uno dei motivi del declino di Electronic Arts."
Per prima cosa c'è Star Wars: The Old Republic da considerare. Il declino della valutazione di Electronic Arts è iniziato poco dopo il lancio dell'ambizioso MMO ambientato nell'universo di george Lucas e questa non è certamente una coincidenza. Le aspettative degli investitori nei confronti di SWTOR erano estremamente alte, soprattutto a causa degli altissimi costi che la produzione di questo titoli aveva richiesto (forse i più alti nell'intera storia dei videogiochi), ma anche per via del nome che portava e del team di sviluppo prestigioso che l'aveva creato, Bioware. La possibilità di contrastare Activision Blizzard sullo stesso terreno dell'imbattibile World of Warcraft aveva ingolosito tutti. Bollare SWTOR come un completo fallimento sarebbe però ingiusto, anche se da febbraio il gioco ha perso circa 400.000 iscritti e all'orizzonte già si profila la possibilità del passaggio al modello free-to-play.
Per molti investitori le performance non proprio esaltanti di SWTOR sono viste senza ombra di dubbio come uno dei motivi del declino di Electronic Arts, ma c'è anche da consideare un altro fattore: la leadership di John Riccitiello. Riccitiello è CEO della compagnia dal 2007 e quando arrivò promise grandi cose, delineando una trasformazione che sarebbe dovuta passare per alcuni punti cardine: focus assoluto sulla qualità dei prodotti, adozione della distribuzione digitale come modello principale di business e necessità di cambiare la reputazione non proprio esaltante che una fetta del pubblico nutriva nei confronti della compagnia. Alcuni di questi obiettivi sono stati senza ombra di dubbio raggiunti. Il boom digitale c'è stato e franchise come Mass Effect, Dead Space e Battlefield hanno contribuito a convincere molti degli scettici.
Quando Riccitiello si affacciò sulla ribalta EA nel 2007 si disse che per raggiungere gli obiettivi che la compagnia si era prefissa sarebbero stati necessari tre anni. Ora siamo oltre la metà del 2012 e del processo iniziato non se ne vede ancora la fine. Alla luce di questo è normale che il mercato sia incerto nei confronti di chi aveva pianificato una rivoluzione in tre anni, che a distanza di oltre cinque è ancora lontana dal suo completamento. SWTOR è stato senza ombra di dubbio utilizzato da molti investitori come test ultimo per la strategia di Riccitiello. E' un titolo estremamente ambizioso, creato da uno dei team con la migliore reputazione nell'industria (che lo stesso Riccitiello aggiunse al portfolio EA proprio all'inizio della sua carriera da CEO). I risultati ottenuti finora sono discreti ma non certo esaltanti, come dicevamo, e questo non può che fa storcere il naso a chi si trova dall'altra parte della barricata.
"SWTOR è stato senza ombra di dubbio utilizzato da molti investitori come test ultimo per la strategia di Riccitiello."
Un altro sintomo della scarsa fiducia che gli investitori nutrono attualmente nei confronti del presidente è dato dalla rapidità con cui gli stessi sono riusciti a far circolare il rumor (francamente un po' ridicolo) del possibile acquisto di Electronic Arts da parte della Nexon, colosso giappo-coreano del "free-to-play gaming". Questo episodio ci dice qualcosa di importante, ovvero che i finanziatori della compagnia vedrebbero di assoluto buon occhio un reale acquisto di EA da parte di qualcun'altro.
Anche se i fattori "interni" ad EA sono estremamente importanti per valutare il futuro di questa compagnia, non vanno comunque sottovalutati quelli "esterni", relativi alla situazione generale dell'industria e dell'economia attuale. Moltissimi, anzi praticamente tutti i publisher stanno conoscendo un periodo tutt'altro che florido. Ci troviamo alla vigilia dell'ennesimo cambio generazionale in ambito console, ma a questo si aggiungono i nuovi modelli di business nati in questi ultimi anni e ancora in fase di studio. Non mancano poi i soliti "competitor", vecchi e nuovi, che non stanno certo a guardare. Nel seguente grafico potete vedere le prestazioni di EA degli ultimi 12 mesi confrontate con quelle dei suoi due principali rivali americani, Activision Blizzard e Take Two.
Come potete chiaramente vedere, nei primi 6 mesi la battaglia è stata serrata, ma ancora una volta a partire dall'inizio di quest'anno il declino di EA è stato enormemente più ripido. Take-Two anche non è messa bene, ma il suo crollo si è verificato solo da marzo, anche se in maniera forse ancora più accentuata al punto da fargli perdere il 30% del suo valore in soli 4 mesi.
"Anche Take-Two non è messa bene, ma il suo crollo si è verificato solo da marzo, anche se in maniera forse ancora più accentuata."
Dal canto suo Activision Blizzard è riuscita comunque a mantenersi a galla. La compagnia di WOW e Call of Duty ha retto meglio l'urto e attualmente ha un valore quasi triplo rispetto a quello di Electronic Arts. Se gli investitori dovessero essere obbligati a scegliere in questo momenti, probabilmente avrebbero ben pochi dubbi su quale cavallo puntare.
Tale confidenza deriva da vari fattori. Per prima cosa abbiamo Blizzard, una compagnia che nel tempo ha dimostrato di essere impermeabile a qualsiasi tipo di problema o crisi e che riesce anche a mantenersi distante dalla struttura rigida dell'industria, che impone di lavorare tanto, presto e bene, sfornando titoli d'impatto che incassino molto e in tempi brevi. World of Warcraft potrà anche essere in declino, ma è sempre li e continua ad essere il gioco con i maggiori incassi dell'intera industria dei videogiochi. C'è poi il discorso Call of Duty da fare, piuttosto scontato a dire la verità: un franchise che anno dopo anno produce introiti record. Le galline dalle uova d'oro non dureranno per sempre, ma per ora stanno facendo il loro lavoro dannatamente bene.
Anche per Activision Blizzard, tuttavia, non sono tutte rose e fiori. Quest'ultimo grafico aggiunge un ulteriore fattore a quanto visto finora, ovvero il NASDAQ. Ecco come i tre colossi si comportano nei confronti dell'andamento medio del più grande mercato borsistico del mondo.
In questo grafico i problemi rilevati per EA e Take-Two sono, se possibile, ancora più preoccupanti. Per dirlo in parole povere, entrambe le compagnie si allontanano rapidamante dalla linea rossa, che possiamo decodificare come una sorta di andamento medio delle compagnie americane del settore tecnologico. Activision Blizzard, al contrario, sembra quasi "abbracciare" questo andamento.
Attualmente quindi in cima alla montagna sembra esserci un solo Re, che guarda dall'alto verso il basso i suoi due principali rivali. Gli investitori sembrano sempre più preoccupati dalla situazione di EA e Take-Two, ma rimangono cauti anche su Activision Blizzard perché il quadro dei prossimi mesi non è assolutamente incoraggiante. La sfida che Electronic Arts dovrà affrontare nei prossimi mesi è forse la più dura di sempre. La nuova transizione generazionale è alle porte e forse solo lei ci dirà se le scelte che in questo momento Riccitiello e soci stanno operando sono quelle giuste.