Elegy for a Dead World: ispirazione binaria - recensione
Scrittori in cerca di una musa? Ecco un videogioco che potrebbe fare al caso vostro.
Creare. C'è chi lo fa continuamente, chi a sprazzi, chi in un determinato ambito e chi invece svaria su più terreni. Che sia per lavoro o semplice diletto, che riguardi la realizzazione di qualcosa di concreto o di suoni, brani, dipinti e, perché no, videogiochi, c'è un elemento che accomuna questo atto che incorpora in sé infinite espressioni: l'ispirazione.
Prendiamo a esempio i videogiochi, una materia sicuramente familiare a tutti noi. Chi di noi non ha avuto di punto in bianco un'idea entusiasmante per un videogioco in una circostanza o nell'altra? Certo, nell'elaborare qualsiasi idea la propria creazione si sviluppa e diventa sempre più articolata, mettendo alla luce risvolti imprevisti e nuove implicazioni. Ma il fulcro è quell'istante lì, in cui scocca la scintilla che accende le polveri creative.
Ebbene, Elegy for a Dead World si propone più o meno di essere la pietra focaia votata ad accendere quella scintilla, un catalizzatore che però mette nel calderone anche qualcosa di interattivo. L'inizio del gioco rinuncia a qualsiasi forma di cerimonia e ci catapulta nei panni di una sorta di astronauta dotato di jetpack in uno spazio aereo che comprende tre portali.
I portali in questione portano ad altrettanti mondi da esplorare. È bene puntualizzare che l'esplorazione consiste solo nello spostamento attraverso lo scenario, senza pericoli o ostacoli di sorta che possano rallentare il nostro incedere e l'osservazione del panorama.
In corrispondenza di determinati punti si può scrivere una propria frase associata a quel particolare luogo, creando una breve storia prendendo spunto dal mondo visitato. Al momento di entrare in un portale è possibile scegliere un template per la propria storia, e in questo caso Elegy for a Dead World fornisce delle frasi preconfezionate a cui andranno aggiunti negli spazi vuoti i nostri input.
La libertà di editing è comunque tanta, ed esiste anche un template libero in cui ogni paragrafo è completamente vuoto in partenza, lasciando quindi piena libertà alla creatività del giocatore. Una volta esplorato completamente il mondo e scritta la relativa storia, c'è la possibilità di editare completamente il testo saltando al punto corrispondente dello scenario, e anche di visualizzare un'anteprima prima di pubblicare la propria opera.
Alla fine la propria storia breve sarà a disposizione di chi vorrà leggerla, e potrà anche essere premiata con un elogio da parte di ciascun lettore che l'avrà apprezzata. La quantità di storie già realizzate è cospicua, e chi è interessato potrà trovarne molte da scorrere. I temi vanno dal cupo e visionario a composizioni umoristiche, con altre varianti originali nel mezzo.
La grafica svolge il suo lavoro abbastanza bene, con paesaggi evocativi sicuramente non da mascella a terra ma evocativi e affascinanti, e le sonorità morbide fanno da buon complemento al comparto visivo.
Elegy for a Dead World non offre altro: non c'è un gioco vero e proprio da affrontare, ma solo l'esplorazione di cui sopra e la stesura delle proprie storie. Il titolo di Dejobaan Games svolge bene la sua funzione di "musa", calando l'utente in un meccanismo che stimola perlomeno la curiosità di provare a postare una propria storia.
La prima obiezione a sorgere spontanea riguarda la presunta necessità di un gioco come Elegy of a Dead World per cimentarsi nella scrittura. Dopotutto, chi sente l'impulso di creare una storia può benissimo farlo senza dover passare per il titolo di Dejobaan.
I (pochi) paletti che indirizzano l'esperienza fungono comunque da guida, e stimolano il giusto interesse. Il problema è che Elegy for a Dead World finisce la sua funzione proprio qui, offrendo poco altro se non il supporto per quella sorta di piccolo club degli scrittori in cui confluiscono gli utenti.
Dejobaan Games ha già dichiarato di non avere piani per aumentare il numero di mondi in offerta, né di supervisionare eventuali mappe create dagli utenti da mettere poi a disposizione della community. È vero che in ogni singolo mondo ci si può sbizzarrire all'infinito, ma visto che sono proprio le atmosfere di ogni singolo scenario a fare da sfondo a ogni singola storia, gli stimoli potrebbero venire a mancare dopo un po' proprio per la scelta limitata in questo senso.
A quel punto, di Elegy for a Dead World rimangono solo le storie già scritte da leggere, ma anch'esse sono comunque limitate nel numero di paragrafi. E, a fronte di tutti questi limiti, resta il fatto che sarebbe bastato veramente poco per fornire più variabili, dando ad esempio la possibilità di scegliere tra diversi personaggi o personalizzare leggermente quello di base.
Per come stanno le cose, Elegy for a Dead World dà la giusta spinta a chi si affaccia all'iter creativo, ma non fa molto altro e offre poco che possa interessare a lungo un novello scrittore, a un prezzo inoltre non proprio abbordabile (€14,99 su Steam). Se la ripetitività è la morte dell'estro, poi, l'esiguo numero di mondi offerti e l'assenza di altri elementi di contorno sono la classica occasione sprecata e anche qualcosa di più.
Da considerare, infine, che nonostante la libertà concessa all'utente nello scrivere non imponga limiti nella lingua utilizzabile, i testi dei template e le opere della community sono comprensibilmente in inglese, il che potrebbe rappresentare un'ulteriore barriera per chi non ne ha una buona padronanza.