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Empire of Sin - recensione

Tattica e strategia nella Chicago anni '20.

Romero Games è la nona azienda fondata dall'ormai leggendario John Romero, la prima in cui lavora con la moglie Brenda (che è lead developer nel progetto); Romero Games è anche un piccolo team di sviluppatori indie con diversi giochi al loro attivo. Insomma, quarant'anni di esperienza della famiglia Romero unita a un team di sviluppatori appassionati, talentuosi ed esperti.

Tutto questo, unito a quanto mostrato dal gioco nei mesi precedenti, ha stuzzicato non poco le fantasie e le aspettative degli appassionati di giochi strategici e tattici. Altro motivo di curiosità e aspettative è il fatto che il tema "gangster" non è mai stato sfruttato a dovere nel genere strategico; il recente Omerta si è rivelato ben poca cosa, e il più antico Gangsters (prodotto da Eidos nel 1998) era un ricettacolo di ottime idee implementate in maniera farraginosa e, a tratti, ingiocabile.

I Romero Games sembra siano partiti proprio da qui, da Gangsters, per portarci una versione non solo aggiornata a livello tecnologico, ma anche riveduta, corretta e arricchita nelle meccaniche di gameplay. L'idea di base è quella di mettere il giocatore nei panni di un boss malavitoso nella Chicago dell'era del proibizionismo e dargli completa libertà strategica e tattica. Questo vuol dire che Empire of Sin ha una natura che sposa più generi.

C'è uno 'strato' manageriale in cui il proprio impero va gestito sui numeri: produzione di alcohol, numero di clienti, consumo, preferenze si incrociano in schermate che assomigliano a un bilancio aziendale e in cui dovrete sempre tenere d'occhio l'eventuale profitto (o perdita) settimanale. C'è una forte componente tattica in cui il vostro personaggio e i suoi gangster se la vedono con le gang nemiche in combattimenti a turni molto violenti e piuttosto veloci.

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Infine ci sono anche componenti RPG (ogni personaggio della vostra banda ha diverse caratteristiche e progressione su un albero di abilità speciale) e narrative, visto che le storie dei boss e di alcuni gangster danno vita a missioni specifiche, dialoghi e in generale un'interazione che va oltre il mero combattimento.

Il gioco si svolge su una mappa di Chicago a due livelli di zoom. Il livello più ravvicinato mostra una città con un livello di dettaglio francamente splendido. A questa altezza vedrete edifici, passanti, automobili per una cinquantina di metri, quindi si tratta di una visuale adatta esclusivamente ai combattimenti tattici, non alla pianificazione. Per pianificare a livello più strategico Empire of Sin offre una mappa stilizzata attraverso la quale potrete vedere l'intera città o i singoli quartieri in cui è divisa.

Questa visuale mostra in maniera molto semplificata gli edifici e le persone utilizzando i colori delle varie gang per comunicarne l'appartenenza; si tratta di una mappa molto più funzionale, ruotabile ma anche abbastanza bruttina e non particolarmente sofisticata a livello di interfaccia. Passerete molto più tempo su questa seconda mappa che sulla prima, e questo è un peccato perché è chiaro che moltissimo lavoro è stato dedicato alla creazione delle strade e degli edifici della città.

L'attività principale in Empire of Sin è l'espansione del vostro impero. Questo vuol dire impossessarsi degli edifici presenti in un quartiere e utilizzarli per fare soldi. Le brewery (distillerie) producono alcohol (e sono quindi un costo), gli speakeasy (locali notturni) lo spacciano (e quindi incassano), i brothel (bordelli) forniscono un piccolo profitto costante, i casinò possono guadagnare o perdere denaro (se riforniti di alcohol aumentano le chance di guadagnare) e gli hotel aumentano il numero di clienti potenziali.

I dialoghi rivelano storie e personalità di boss e personaggi importanti di Empire of Sin ma il tutto ha una profondità limitata.

Per impossessarsi di questi edifici bisogna menare le mani, ovvero entrare con la propria banda (decidete voi chi) ed eliminare i malviventi che occupano il posto...questi possono essere teppisti generici o appartenenti a bande nemiche. Alcuni edifici sono anche acquistabili con denaro sonante, senza violenza, ma si tratta di eccezioni piuttosto rare.

Una volta eliminati gli occupanti potrete quindi decidere di mantenere la specializzazione originale dell'edificio o di cambiarla pagando qualche migliaio di dollari; la scelta dipende ovviamente dalla situazione del vostro impero malavitoso. Questa situazione è ispezionabile usando le varie schermate 'gestionali' offerte da Empire of Sin. Si tratta di schermate fitte di numeri e descrizioni in cui, con un po' troppa fatica, si evincono i dati che ci servono: produzione, consumo, entrate, uscite, preferenze degli avventori. Ma in queste schermate potrete anche ottenere informazioni sulla vostra banda, sui rapporti con le gang avversarie, sulle missioni che avete attive e sulle possibilità di arruolamento di gangster aggiuntivi.

Costruirete la vostra gang pescando da un pool di cinquantacinque (55) gangster dotati di stat, tratti specifici e appartenenti a classi diverse (che dettano l'albero di progressione delle abilità e le armi che possono maneggiare). Questo pool è sempre lo stesso ed è 'contingentato', ovvero limitato dal vostro punteggio di notorietà; al crescere della notorietà potrete accedere a gangster di livello più alto che, però, saranno anche più costosi in termini di percentuale dei vostri profitti che richiederanno come compenso.

I gangster sono quindi fissi e molti di loro sono anche dotati di una storia personale che è legata a missioni secondarie e dialoghi specifici. Ogni personaggio ha anche nemici e amici all'interno del pool, cosa che rende ancora più elaborata la scelta di chi vi accompagnerà per le strade di Chicago.

Investire nei propri locali per migliorarne la profittabilità è un must, soprattutto all'inizio del gioco quando bisogna velocemente arrivare a mettere un segno positivo in fondo al proprio bilancio.

I personaggi vanno poi equipaggiati con armi, armature (un solo slot per corpetti protettivi), munizioni speciali e accessori (bombe, medikit e oggetti che forniscono vari buff). I tratti e le abilità che sbloccherete creeranno all'interno della vostra squadra delle specializzazioni abbastanza chiare: cecchini, specialisti in armi da fuoco più ravvicinate (mitra e fucili a pompa) ed esperti in armi corpo a corpo. Da qui svilupperete velocemente tattiche per i combattimenti.

I vostri gangster acquisiscono fedeltà col passare del tempo e prima o poi dovrete assegnare ad alcuni di loro ruoli come 'lieutenant' (gestiscono quartieri specifici), 'underboss' (riducono i salari) e 'advisor' (aumentano la lealtà degli altri membri). Potrete anche assegnare gangster (o direttamente il vostro boss) al quartier generale di una zona della città; questo vuol dire che lo perderete nei combattimenti ma acquisirete bonus e più guardie per quell'edificio particolare.

Il combattimento tattico scatta quando si entra in un edificio neutro o nemico, quando si incrociano bande belligeranti o quando lo volete voi, selezionando l'opzione 'ambush' mentre passeggiate in città. Ogni personaggio ha due azioni disponibili e il movimento ha quindi due raggi diversi a seconda che si usi una a o due azioni (in perfetto stile Xcom insomma). Le mappe sono tutte piuttosto piccole e non si arriva mai all'ampiezza che abbiamo incontrato in Xcom, in Phoenix Point o in Phantom Doctrine.

Questo, insieme con armi e abilità decisamente letali, crea un gameplay molto immediato in cui le battaglie durano sempre una manciata di minuti. La profondità ne soffre, visto che lo spazio di manovra è limitato e spesso, piuttosto che prendere rischi, è meglio continuare a scambiarsi colpi con poche possibilità di riuscita fino a quando avremo la meglio. I boss dispongono ognuno di un'abilità speciale che li rende unici in battaglia e questo, insieme con un paio di modificatori per la parte economica e uno per la parte diplomatica, è tutto quanto distingue un boss dagli altri.

I combattimenti all'interno dei locali sono claustrofobici e, per questo, un po' limitati in quanto a tattiche utilizzabili.

Tornando ai combattimenti, le abilità specifiche delle classi aiutano a creare decisioni e situazioni interessanti ma non troverete altre innovazioni o idee intriganti in questo aspetto del gioco. In alcune situazioni problematiche alcuni dei vostri personaggi potrebbero reagire in maniera eccessiva e agire di loro sponte creando un interessante variante, ma anche qui si tratta di un'idea già vista.

Ci è piaciuta invece la possibilità di creare imboscate in strada posizionando i nostri personaggi e poi premendo il pulsante apposito per far scattare il combattimento. A volte la battaglia inizia prima, segno che i nemici in zona sono stati in qualche modo allertati, ma non c'è modo di sapere come e perché.

Quando si entra in guerra con un'altra gang le cose iniziano a farsi più complesse visto che verrete attaccati un po' dappertutto; questo vuol dire che i vostri personaggi saranno presi di mira ma anche le vostre guardie in giro e i relativi edifici. Già che ci siamo specifichiamo che ogni edificio può essere migliorato per produrre più denaro, attirare più clienti o disporre di maggiore protezione (guardie).

Questo fa sì che la mappa di un quartiere si trasformi velocemente in un assembramento di edifici colorati e di puntini (anch'essi colorati diversamente) che viaggiano e creano costantemente occasioni di conflitto; anche la polizia è presente nei vari quartieri e si schiera sempre dalla parte della fazione attaccata. Va però considerato anche che la polizia è una fazione a sé stante e quindi si tratta di un altro grattacapo con cui dovrete avere a che fare.

Gli esterni di Empire of Sin sono decisamente ben realizzati e molto atmosferici; li apprezzerete soprattutto durante i combattimenti perché per il resto è meglio utilizzare la visuale dall'alto.

E veniamo ora ai problemi che abbiamo riscontrato in Empire of Sin. I problemi tecnici non sono pochi; si va da glitch nelle animazioni a problemi di contenuti nell'interfaccia passando per missioni che non funzionano e altri bug vari come sparizioni di personaggi, richieste di denaro assurde nei dialoghi diplomatici e anche bug che freezano il gioco e costringono a chiudere l'applicazione da Windows. La prima versione da noi provata era letteralmente zeppa di problemi; una buona percentuale di questi problemi sono stati poi risolti nella patch che troverete al day 1 (e che noi abbiamo avuto un paio di giorni prima della pubblicazione di questa recensione), ma molti problemi sono rimasti.

Lo sviluppatore, rendendosi conto della situazione, ha reso noto alla stampa che ci saranno altre due patch in arrivo dopo il day 1; la prima una settimana dopo e un'altra a gennaio. Inutile dire quanto la cosa sia fastidiosa e ci duole dover penalizzare in fase di voto finale un gioco che avrebbe potuto avere almeno un punto in più con qualche settimana di controllo qualità aggiuntivo.

Oltre ai bug, anche l'interfaccia non ci ha convinto totalmente. Al di là di testi che scompaiono o si sovrappongono, di numeri con decimali infiniti, della minimappa che a volte è vuota e di altre minuzie, l'interfaccia fa un lavoro molto discutibile nel presentare le informazioni al giocatore. La lista delle missioni è semplicemente un elenco di grossi blocchi da scrollare all'infinito, grezza e senza filtri; se si aggiunge che le missioni compaiono in questa lista senza alcuna notifica e senza alcun apparente motivo ecco che la cosa si fa decisamente fastidiosa.

La schermata diplomatica è incomprensibile e anche i tooltip creano più dubbi di quelli che risolvono; Empire of Sin non è un gioco complicato ma l'interfaccia riesce nell'arduo compito di rendere l'esperienza ancora più oscura di quanto non lo sembri. Anche il fatto che le schermate siano fitte di numeri e scritte la dice lunga su come l'intera interfaccia sia stata pensata in maniera 'old style', piuttosto che sposando i nuovi concetti di UI/UX.

Il caro vecchio 'overwatch' ha raggio diverso a seconda dell'arma utilizzata e rimane una tattica privilegiata e molto affidabile, forse troppo.

Il lato strategico e gestionale, interfaccia a parte, è probabilmente quello più solido visto che impossessarsi di edifici rubandoli alla concorrenza per generare più denaro e aumentare la propria forza bruta costituisce un gameplay loop soddisfacente e sfidante, soprattutto quando si inizia a eliminare le gang avversarie. Anche navigare la mappa alla ricerca di opportunità è divertente, mentre ci si assicura che la protezione dei propri racket è sufficiente e che la 'posse' con cui ci aggiriamo è equipaggiata nella maniera corretta. La gestione della gang è interessante e le storie di ognuno dei personaggi offrono un diversivo intrigante rispetto alla costruzione del vostro impero.

I combattimenti tattici sono abbastanza chiaramente l'anello debole del gameplay, non tanto perché funzionino male, ma perché il team si è limitato a un compitino di creare un Xcom semplificato e più veloce, quasi al fine di riportare in fretta il giocatore alla gestione strategica e manageriale, scelta bizzarra visto l'investimento tecnico fatto nella realizzazione della città e dei vari locali.

In definitiva Empire of Sin è un titolo con luci e ombre in cui un combattimento tattico poco ispirato, una ridda di bug e un'interfaccia un po' confusa si affiancano a una direzione artistica eccellente (e anche a una colonna sonora molto tematica e qualitativamente di prim'ordine) e a un gameplay strategico abbastanza profondo e intrigante.

C'è da sperare che il developer lavori alacremente sui bug, limi le imperfezioni e aggiunga magari qualche novità sul lato dei combattimenti (in futuri DLC?) allora Empire of Sin potrà aspirare al voto più positivo che ci aspettavamo.

6 / 10