Enermax Saberay - recensione
La nuova linea di case tutto incluso di Enermax parte dal modello Saberay.
La scelta del case non è più un aspetto scontato come accadeva anche solo una decina d'anni fa: un elemento basilare nell'assemblaggio degli home computer è rimasto tecnicamente fermo al passato per oltre un decennio, non solo come estetica, ma anche come funzioni e praticità di assemblaggio. Negli ultimi cinque anni le aziende più quotate di questo settore hanno tutte imboccato una strada ben precisa che vede nella realizzazione di case ATX middletower il cavallo di battaglia di tutti i produttori. Enermax non è ovviamente da meno e ci propone il Saberay, un case di fascia medio-alta venduto con tre ventole sul frontale e una ventola nella parte posteriore già pronte per essere collegate all'alimentazione e avere quindi a disposizione un sistema dissipante pronto all'uso.
Il case appena tolto dalla confezione colpisce per l'eccellente qualità costruttiva: tutto metallo SPCC da 0,8 millimetri e vetro temperato da 4 millimetri per la parte frontale e laterale: la sensazione di robustezza è eccellente così come la rifinitura dei materiali e la loro lavorazione. Il Saberay è un case molto curato anche negli assemblaggi interni, privi di superfici taglienti che conferiscono al telaio una tenuta molto rigida, merito anche del pannello in plexiglass laterale che contribuisce alla solidità della struttura.
Sulla parte superiore frontale è presente il pannello di controllo del case con vari pulsanti e prese. Oltre all'accensione e al reset, abbiamo la possibilità di modificare la velocità delle ventole tra tre preset ma anche di ciclare tra la tipologia di colorazione (sei colori fissi più l'RGB multicolore) e cinque effetti specifici. Tramite un apposito tasto è possibile anche passare dal controllo manuale a quello della motherboard: integrato nel case è presente un hub per il controllo colore dei dispositivi compatibile con i più importanti standard in commercio ovvero Asus Aurasync, AsRock RGB Led, MSI Mystic Light e Gigabyte RGB Fusion. Completa il pannello nella parte superiore due prese USB 2.0, due prese USB 3.0 e gli immancabili jack da 3,5 per cuffie e microfono vecchio stile da collegare poi internamente alla scheda madre o alla scheda audio. Niente presa USB-C, ed è un po' un peccato, vista la diffusione sempre più crescente di questo standard.
Il montaggio, come per tutti case dotati di cable management non è immediato visto che occorre pianificare con grande attenzione tutti i passaggi dei cavi di alimentazione e passaggio dati dalla parte superiore a quella retrostante del case dove si trova la paratia su cui poggia la scheda madre su cui in genere si montano i dischi a stato solido da 2,5 (massimo 6, occupando gli slot di quelli da 3,5), mentre quelli da 3,5 (massimo due) si possono posizionare solo nella parte interna di fronte alla motherboard. Chi non dispone di dischi da 3,5 e nemmeno di un lettore DVD potrà permettersi il lusso di dedicare la parte interna del case all'installazione di una scheda video (lunghezza massima 42 centimetri) o di un sistema di raffreddamento avanzato come il LiqTech 240 che abbiamo recensito qualche mese fa, oppure aggiungere dissipatori aggiuntivi nella parte alta o bassa.
Tutto lavoro extra ampiamente compensato dalla pulizia dell'installazione che non lascia cavi a spasso per il case, ma soprattutto a una facilità d'intervento in tempi successivi per sostituire qualche componente o anche solo per effettuare della pulizia. Elemento caratteristico di questo case rispetto a soluzioni simili è il posizionamento dell'alimentatore: invece di essere nella parte alta, si trova in quella bassa, con un tunnel di uscita dei cavi che lo pone in buona posizione per alimentare la scheda video mentre rende un po' più problematico arrivare in alto a un eventuale lettore DVD. Questo accorgimento obbliga anche a spostare nella parte superiore eventuali ventole supplementari o radiatori di sistemi a liquido, soluzione comunque facile da implementare grazie a tutti gli agganci standard presenti per ventole da 120 o 140 millimetri o per i radiatori dell'azienda tedesca ma anche quelli di marchi concorrenti. Un bell'extra è rappresentato dal contenuto della confezione: sono disponibili due pannelli frontali: quello standard in acrilico fumé permette di vedere le ventole in movimento e ne favorisce la diffusione dell'illuminazione: tramite un sistema di sgancio rapido è possibile sostituirlo con una griglia metallica che garantisce un afflusso di aria nettamente migliore alla parte interna del case (come vedremo tra poco).
Oltre alle tre ventole RGB da 120 millimetri sul frontale, è presente una ventola da 140 mm già premontata nella parte posteriore e, nel caso di sistemi di raffreddamento tradizionali, è quella che svolge il grosso del lavoro sporco di dissipazione del calore. Il problema non si pone se vorrete installare un sistema a liquido, che permette di montare il radiatore quasi in ogni posizione, ma occorre pensare con attenzione a come espellere il calore: la soluzione più efficace è quella di espellere il calore anche verso l'alto, visto che, oltre alla ventola da 140 millimetri, se ne possono montare fino a tre nella parte superiore da 120 (o due da 140 millimetri). Noi abbiamo usato proprio questa soluzione utilizzando proprio le tre ventole presenti nel pacchetto Revobron che avevamo recensito qualche tempo fa, confrontandola con la soluzione a ventola singola nella parte posteriore, ma anche installando il LiqTech 240.
Il PC della prova era praticamente lo stesso che abbiamo messo in pista per provare il LiqTech 240, solo che stavolta abbiamo montato il tutto all'interno del case Enermax Saberay: quindi sempre processore Intel I7 8700K su scheda madre Aorus Z390 Elite, scheda video MSI Nvidia GTX 2070 e 16 GB di Ram DDR4@3GHz. Tutti i test si sono svolti con una temperatura ambientale che oscillava tra i 20 e i 21 gradi e il confronto ha visto tre configurazioni di base. Una prima con il case in configurazione standard e dissipatore tradizionale Cryorig CR-H7A, la seconda sempre con il dissipatore tradizionale e tre ventole aggiuntive nella parte superiore, mentre per il terzo abbiamo montato il LiqTech 240 applicato sulla CPU e il radiatore nella parte frontale a ridosso delle ventole d'immissione dell'aria, mantenendo le tre ventole nella parte superiore. Abbiamo overcloccato la CPU a 4,1 GHz e come gioco della prova abbiamo usato l'impegnativo Ghost Recon Wildlands a 1080p a massimo dettaglio: anche in questa configurazione un titolo che mette a dura prova CPU e processore.
Un primo giro in idle con Windows 10 non ci ha fatto rilevare particolari sorprese: 29 gradi con tutte e tre le configurazioni a conferma di un ottimo raffreddamento a prescindere dalla configurazione montata. Abbiamo poi lanciato Ghost Recon Wildlands e dopo averci giocato mezz'ora per far salire la temperatura, abbiamo dato un'occhiata alla temperatura della CPU e abbiamo ottenuto valori di 67°, 62° e 56° gradi nelle tre configurazioni appena descritte. Ottimi risultati, soprattutto se consideriamo che si trattava di una CPU overcloccata e il netto salto termico delle tre configurazioni. I rilevamenti sono stati fatti con le ventole a velocità normale, ovvero l'impostazione intermedia tra quelle permesse dal selettore di velocità sulla parte alta del case. Impostando silence, la rumorosità è leggermente diminuita ma le temperature sono salite di due gradi per tutti i test, mentre a quella massima, sono scese di tre, nel caso del LiqTech 240 anche quattro ottenendo valori che gli appassionati di overclock non mancheranno di apprezzare (64°, 59°, 52°).
Abbiamo anche provato uno stress test usando il programma HeavyLoad e rilevando la temperatura dopo dieci minuti di test ininterrotto: si tratta di uno stress test teorico visto che nell'uso pratico i core non restano mai al massimo per periodi di tempo prolungati, ma anche in questo caso i risultati sono stati confortanti. Con ventole a velocità media, la temperatura nelle tre configurazioni è stata di 74°, 67° e 62° gradi rispettivamente, ben al di sotto di qualsiasi soglia di attenzione. Risultati che confermano le ottime performance di ventilazione di questo case, pur se con soluzioni spinte da quattro, o sette ventole (ma si può arrivare a nove) e l'aggiunta di un dissipatore a liquido.
Va comunque tenuta in considerazione la temperatura d'ambiente normale (20-21 gradi) con cui si è svolta la prova: nelle calde giornate estive la possibilità di avere ventole supplementari e la regolazione della velocità direttamente sul case è un plus decisamente benvenuto, anche se la rumorosità a velocità massima è percepibile. Da tenere anche in considerazione le due diverse mascherine frontali di cui parlavamo all'inizio della recensione: la cover metallica garantisce un afflusso di aria molto più consistente rispetto al quella trasparente, portando le temperature a ulteriori potenziali guadagni: molto utile per chi non vuole rinunciare all'overclock anche nei mesi estivi.
Se l'efficienza e il design sono confermati dalle prove su strada, non abbiamo mai messo in dubbio l'estetica di base fin dalla prima alimentazione: questo Saberay si conferma un case dalla forma tradizionale, ma impreziosito da uno schema colore molto piacevole, non solo per i tre dissipatori RGB presenti all'anteriore, ma soprattutto per le due strisce led che si allungano in un'unica soluzione tra parte superiore e frontale. Una soluzione azzeccata che dona all'unità accesa, soprattutto in ambienti bui, un look veramente intrigante ma sempre elegante, soprattutto se non si esagera con gli effetti colore. Se vogliamo cercare il pelo nell'uovo, le strisce led non possono essere regolate come intensità dell'illuminazione, e potrebbero infastidire un po' chi sta molto al buio tenendo magari il case in posizioni ben visibili e non a fianco della scrivania. Per chi vuole esagerare e intende colorare anche la parte interna, ottima è la visibilità garantita dal vetro temperato, facilmente asportabile senza nemmeno utilizzare strumenti particolari.
Enermax si conferma un'azienda che bada ai contenuti e va detto che non ha lasciato nulla al caso per quanto riguarda l'estetica di un case fatto apposta per essere messo in mostra. Ottimi materiali e rifiniture, meticolosa progettazione della parte interna per permettere ogni genere di configurazione e cable management con grandi possibilità di dissipazione offerte dal numero di ventole e del loro controllo dei flussi. Il tutto è confermato da un'estetica elegante che fa il pari con un prezzo che giustifica i contenuti di un prodotto di ottima fattura, pensato per dare filo da torcere ai concorrenti che sgomitano nell'affollata arena dei case gaming RGB.