Enter the gungeon - recensione
Proiettili, una tonnellata di proiettili.
Nel settembre del 2011 usciva un titolo che, pur senza le fanfare del marketing, avrebbe creato parecchio entusiasmo tra gli amanti dei roguelike indie, ossia The Binding of Isaac. Definibile come uno shooter 2d basato su loot e dinamiche roguelike, riusciva a sposare la sfida snervante dei migliori roguelike con la curiosità e il divertimento degli action RPG. Il tutto immerso in una narrativa tanto malata e bizzarra da aggiungere altra curiosità al pacchetto finale, e anche un certo grado di affezione ed empatia per il protagonista dell'avventura.
Il successo fu incredibile e le copie vendute, solo su Steam, sfiorano a oggi i tre milioni di unità. Prevedibile quindi aspettarsi non solo l'arrivo di titoli simili ma, potenzialmente, la nascita di una sorta di micro-genere basato sul gameplay e, forse, sull'estetica di The Binding of Isaac.
Enter the Gungeon è in effetti il primo titolo a ispirarsi palesemente a The Binding of Isaac e ad offrire gli stessi stilemi di gameplay. L'azione è quella tipica degli shooter 2d, la progressione, la difficoltà e il permadeath sono quelli classici del roguelike e, infine, anche l'estetica e il tono narrativo dell'intera produzione sono scanzonati e bizzarri.
Ma Enter the Gungeon non è un clone, i suoi valori sono assoluti e le variazioni che propone risultano tutte originali e ben sviluppate. The Binding of Isaac viene utilizzato come calco generico ma il lavoro degli sviluppatori e degli artisti è tutt'altro che derivativo. Certo non c'è molto da inventare in termini di dinamiche ma, come spesso succede, è il tutto che alla fine risulta molto superiore rispetto alla mera somma degli elementi singoli.
Iniziamo col dire che la narrativa che sostiene l'avventura è sicuramente leggera e fitta di riferimenti alla cultura pop: videogiochi, film, fumetti ma anche attualità hanno ispirato gli artisti e gli scrittori del team. Per qualche ragione il protagonista, che impersoniamo, deve recuperare una famosa pistola in grado di uccidere il passato (!); detta pistola riposa negli abissi di un dungeon in cui regna sovrano il tema, appunto, delle armi da fuoco. Da qui il nome, Gungeon.
Per il resto la storia la si mette velocemente da parte perché è l'azione che conta in Enter the Gungeon e lo capirete presto perché il gioco non si perde in preamboli ma vi butta direttamente nella mischia. Scelta del personaggio (tra quattro inizialmente disponibili), analisi di armi, abilità attive e passive, magari il breve tutorial iniziale (che fa sempre bene, ed è legato a un achievement) e si parte.
Come detto il vostro personaggio può utilizzare diverse armi ed equipaggiare abilità attive e passive. Alcune le avete di partenza, altre, moltissime, se ne trovano durante l'avventura. Di più, la gestione del loot è una parte fondamentale del gioco.
Ripulendo le varie stanze del gungeon dai mostri otterrete infatti dei bossoli che fungono, ovviamente, da moneta. Tali monete sono spendibili presso shop appositi che hanno un inventario random di armi e abilità. Oltre a questo si trovano in giro chiavi che aprono forzieri, nei quali troverete, ancora, armi o abilità.
Ogni livello si svolge così in un certo numero di stanze in cui si affrontano nemici, si raccoglie loot e monete e, in generale, si cerca di non morire o di non subire danni. Questo in preparazione dello scontro con il boss del livello per il quale, va da sé, bisogna cercare di arrivare il meglio armati (e protetti) possibile. Il gameplay prevede anche mini-giochi, qualche enigma, tanti secret e sorprese.
Come detto il tema è completamente basato sulle armi da fuoco. Questo vuol dire che tutti gli scontri tendono a svolgersi a distanza e a utilizzare, per l'appunto, proiettili. Tuttavia questo non esaurisce la varietà del gioco perché "sparare proiettili" è una frase piuttosto generica, e in effetti le armi offerte da Enter the Gungeon giocano su questa genericità in maniera abbastanza geniale.
Ogni arma non solo ha un'efficacia diversa ma tende il più delle volte anche a comportarsi in maniera particolare e irripetibile rispetto alle altre. Che ne dite di una pistola che spara incudini? O di un archibugio che lancia, pronunciandole, le lettere della parola "bullet"? E una pistola ad acqua vi sembra una buona arma? Forse contro nemici basati sul fuoco, o forse se si possono elettrizzare le pozze d'acqua lasciate sul pavimento...
E ancora, la pistola di Judge Dredd vi sembra una buona arma per affrontare un boss? E il primo Winchester della storia? Sicuramente meglio di una pistola a forma di cestino dell'immondizia o un barile che spara pesci...e via di seguito con un umorismo che non è fine a sé stesso ma anche utile a generare un arsenale che offre sempre scelte interessanti tra una alternativa e l'altra.
Anche il fatto che le armi abbiano munizioni limitate (tranne quella iniziale del vostro personaggio) aumenta la quantità di scelte interessanti nel gioco costringendo il giocatore non solo a selezionare l'arma giusta per ogni situazione, ma anche a gestire le munizioni e gli oggetti che permettono di ottenere una ricarica di proiettili.
La dinamica degli scontri è anch'essa molto interessante perché mescola la grande varietà di armi con quella dei nemici e anche con gli scenari. I nemici sono diversi in quanto ad abilità e resistenza ai vostri proiettili e le varie tipologie di stanze (in numero finito ma assemblate ogni volta in ordine diverso) offrono ripari e capacità di manovra diversi. Come in The Binding of Isaac ci sono voragini da evitare (saltando o...volando!) ma in più troviamo la possibilità di utilizzare i tavoli come ripari, ribaltandoli.
Questa semplice novità aggiunge molto ad alcuni scontri, come anche altri trucchi e trappole sfruttabili in nostro favore. Insomma attraversare i livelli del Gungeon è sempre interessante e divertente anche se le stanze sono già viste e i nemici già sconfitti un milione di volte.
Altre meccaniche d'azione da segnalare sono la capriola, che permette di schivare i proiettili nella prima metà dell'animazione, fondamentale soprattutto negli scontri con i boss, e, infine, le cartucce a salve che permettono di far scomparire, in un determinato istante, tutti i proiettili nemici sullo schermo.
A proposito di boss...veniamo a un discorso spinoso, quello della difficoltà. Enter the Gungeon arriva presto a un livello di difficoltà decisamente alto per il quale l'esercizio che vi troverete a compiere sarà di schivare una marea di proiettili cosparsi sullo schermo. Se la cosa può assumere proporzioni limitate durante il gioco normale diventa invece la regola nei boss più avanzati.
Francamente certe situazioni mi sono parse eccessive ma il livello di difficoltà alto fa parte del DNA costitutivo di ogni roguelike che si rispetti, quindi ci limitiamo a segnalare la cosa che i più masochisti di voi non tarderanno di apprezzare.
Il comparto grafico, lo avete capito da altri riferimenti, è di ottima fattura con uno stile 2d basico ma molto simpatico e ricco di personalità. Scoprirete fin dove si può arrivare personalizzando un proiettile, mentre vi farete grasse risate con le citazioni e i tantissimi riferimenti ad altri personaggi dei videogiochi.
In ultimo segnaliamo un ottimo audio, soprattutto per quanto riguarda effetti sonori molto soddisfacenti e fracassoni. Anche questo aiuta a confezionare quello che è un titolo tematicamente pressoché perfetto e che a livello di gameplay non mancherà di soddisfare gli amanti del genere. Il prezzo è ottimo per una produzione di questo livello, e la possibilità di gioco cooperativo locale interessante, anche se fa un po' rimpiangere l'assenza della stessa modalità online.