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Escape Dead Island: in cerca della verità - review

L'apocalisse zombi cambia isola.

Dell'apocalisse zombi che ha colpito l'arcipelago (fittizio) di Banoi, teatro principale della serie Dead Island, si conosce quasi tutto. Ormai sappiamo che dietro a quel disastro c'è il solito governo scriteriato, la solita multinazionale priva di scrupoli, e il solito manipolo di soldati incapaci di contenere anche il semplice diffondersi di un'influenza.

Come Resident Evil ci ha insegnato a più riprese però, c'è sempre una storia non raccontata, un punto di vista diverso da scoprire e tramite il quale raccontare un'altra storia. In questo caso tale punto di vista è quello di un gruppo di ragazzotti che aspirano a realizzare lo scoop del secolo documentando la presenza di zombi nell'arcipelago e trovando le prove che incolpino formalmente la Geo-Pharm... praticamente una succursale della Umbrella Corporation.

Naturalmente, come avrete già intuito, le cose vanno male (dannatamente male!) e i tre si ritrovano intrappolati nell'isola Narapela, che neanche a dirlo brulica di zombi. La prima e più evidente differenza tra Escape Dead Island e i suoi predecessori riguarda la visuale di gioco, non più in soggettiva ma in terza persona.

Il protagonista è un biondino di nome Cliff, fisico da surfista e lingua sciolta, che aspira a diventare un fotoreporter di grido. Dopo essere approdati sull'isola il suo primo obiettivo è quello di trovare una nuova barca per sostituire quella colata a picco con cui lui e i suoi due amici sono arrivati a Narapela. Ovviamente l'impresa sarà tutt'altro che semplice e si complicherà sempre di più quando i tre scopriranno di non trovarsi su un'isola normale.

Se avete giocato i primi due Dead Island questo volto vi sarà familiare. Si tratta di Xian Mei, uno dei quattro sopravvissuti originali.

Stop, i miei accenni alla trama si fermano qui per evitare di spoilerarvi troppo. Parlando di gameplay, Escape Dead Island è un classico action in terza persona con elementi stealth inseriti nel titolo in questione per dare al giocatore una costante sensazione di pericolo e precarietà.

Nel corso del gioco si entra in possesso di armi da fuoco e da mischia ma Cliff non è un super-soldato come Chris Redfield o un osso duro smaliziato come Frank West, non ha a disposizione un arsenale militare o oggetti di qualsiasi genere con cui difendersi. Le armi sono poche e le munizioni scarse, quindi spesso e volentieri muoversi senza essere visti è la scelta migliore.

A tale scopo, gli zombi che incontrerete (di vario tipo, molti dei quali presi di peso dal "bestiario" della serie) avranno sopra la loro testa un punto esclamativo "alla Metal Gear", che indicherà quanto siete visibili e quanto potrete avvicinarvi a loro per tentare un'eliminazione furtiva. Attiratene uno e in breve tempo anche i suoi amici vi saranno addosso.

Il problema è che nonostante alcuni momenti piacevoli e interessanti non manchino, Escape Dead Island non regala mai al giocatore la sensazione di essere in pericolo. Non si prova neanche un minimo brivido lungo la schiena e i termini "paura" o "orrore" mai come stavolta sarebbero mal riposti in un gioco ad alto tasso di zombie. Anche lo stile scanzonato dei protagonisti, i loro dialoghi da teen-slasher movie e la strizzatina d'occhio a Dead Rising contribuiscono ad avvicinare questo titolo più ad un avventura in stile Goonies che ad un survival horror.

Lo stile “fumettoso” del gioco si riscontra anche nelle onomatopee che appariranno su schermo quando colpirete qualcosa.

Il riferimento al titolo Capcom fatto poc'anzi si riferisce alla possibilità nel corso del gioco di scattare delle fotografie che servano a documentare il disastro provocato dalla Geo-Pharm. Il problema maggiore di questo aspetto del gameplay è che una volta azionata la macchina fotografica con la croce direzionale, i movimenti del protagonista diventano mortalmente lenti e per tornare a giocare ad una velocità decente è necessario riporla.

Ora, visto che i protagonisti del gioco sono degli aspiranti fotoreporter a caccia di scoop, sarebbe stato importante sviluppare al meglio questo aspetto del gameplay. Per come è stato implementato nel gioco, invece, risulta addirittura fastidioso.

Dal punto di vista tecnico, gli sviluppatori svedesi del team Fatshark hanno realizzato un gioco che fa delle tinte forti uno dei suoi marchi distintivi. Colori sparati e grafica in toon-shading potrebbero far storcere un po' il naso ai puristi degli zombi-game ma alla fine la formula funziona... se non fosse per la discreta mole di bug e glitch riscontrati in fase di recensione.

In almeno tre occasioni sono stato costretto a caricare l'ultimo salvataggio perché il protagonista era rimasto intrappolato in una cassa o il gioco non consentiva di rompere un ostacolo essenziale per proseguire. In altre occasioni ho assistito a nemici che spuntavano dal nulla e almeno una volta sono sicuro di aver visto risorgere uno zombi. Ok, gli zombi risorgono sempre... ma questo era stato fatto a pezzi e ognuno di questi pezzi si muoveva autonomamente.

All'inizio del gioco non si controlla Cliff ma un misterioso 'ninja' in cerca di prove in un quartier generale della Geo-Pharm.

Tra alti e bassi (sia di trama che di gameplay) la fine della storia arriva all'incirca dopo circa 6 ore, finite le quali si ha a disposizione la consueta modalità New Game + che però poco o niente aggiunge all'esperienza, se non la possibilità di ricominciare con l'armamentario già potenziato. Va detto però che il gioco fornisce una discreta quantità di collezionabili da trovare (tra documenti nascosti, cartoline e fotografie da scattare) e che la ricerca degli stessi potrebbe allungare non poco la longevità di base.

Detto questo, ci si aspetterebbe che Escape Dead Island venga distribuito digitalmente ad un prezzo che non superi i venti euro... e invece no, verrà messo in vendita al prezzo di 39 euro.

Avendo giocato fino alla nausea i due capitoli principali attendevo con curiosità questo spin-off, che purtroppo si è rivelato ben al di sotto delle aspettative. Un vero peccato, con un po' di sforzo in più avrebbe potuto essere molto più interessante, appassionante e utile per ingannare l'attesa in vista di Dead Island 2.

4 / 10