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Ether One - review

La mente umana è piena di angoli bui.

Cosa fareste se vi dicessimo che qualcuno è in grado di penetrare nella vostra mente e di curare tutte le vostre paure, ansie e problemi? Probabilmente direste che abbiamo guardato un po' troppe volte Inception e forse avete ragione visto che proprio il film di Christopher Nolan è probabilmente una delle maggiori fonti d'ispirazione di Ether One.

Il gioco in questione fa parte dell'ormai foltissima schiera di titoli "indie" approdati nel circuito Greenlight di Steam, ma a differenza di tanti altri propone un gameplay che ha poco a che fare con armi, proiettili e via dicendo. Trattasi infatti di un'avventura in prima persona che fa dell'esplorazione e risoluzione di enigmi la sua arma migliore... oltre ovviamente a puntare molto sull'atmosfera di fondo.

Proprio questa investe il giocatore fin dai primi istanti di gioco, fornendo indizi prossimi allo zero su cosa stia accadendo ma coinvolgendolo in una storia sempre più affascinante e sfaccettata. Ci si trova in un laboratorio che per certi versi ricorda quello dell'Aperture Science di Portal, ma giocando non si può non richiamare alla mente capolavori del calibro di Myst e Riven.

Lo stile narrativo e alcune scelte visive fatte dal team di sviluppo ricordano quelle della serie BioShock.

Niente male come punti di riferimento, vero? Non fatevi però ingannare troppo dalle mie parole perché quella che vivrete in Ether One è una storia completamente diversa da quelle a cui siete abituati. Non troverete traccia di eroi senza macchia o di fuggitivi in cerca di vendetta qui, ciò che troverete invece sono delle menti malate nelle quali potrete viaggiare in lungo e in largo alla ricerca dei motivi che le hanno rese così deviate.

"Le meccaniche e i controlli sono talmente semplici che non si vede l'ora di iniziare l'avventura vera e propria"

L'inizio del gioco funge, come al solito da tutorial, ma le meccaniche e i controlli sono talmente semplici che non si vede l'ora di iniziare l'avventura vera e propria. Purtroppo fin dall'inizio si nota qualche grave incertezza nel motore grafico, soprattutto nella fluidità. Il frame rate è tutt'altro che ancorato sui 30 fps e la cosa risulta inspiegabile vista la semplicità delle strutture poligonali che si incontrano per tutta la durata del gioco.

Anche lo stile grafico scelto non presenta effetti particolarmente "onerosi" dal punto di vista del calcolo. Ether One infatti immerge il giocatore in scenari caratterizzati da un cel-shading molto piacevole, che dona al tutto uno stile quasi pittorico, a tratti addirittura distensivo. Anche i ritmi dell'avventura sono tutt'altro che fulminei. Non è richiesta alcuna corsa, nessuno scatto anzi, muoversi lentamente è consigliatissimo visto che molti degli indizi che dovrete trovare potrebbero sfuggire ad un occhio poco attento.

Il sistema di controllo utilizza la solita combinazione tastiera e mouse, ma il gioco supporta anche gamepad e Oculus Rift.

Documenti e note da leggere (tutti in inglese) saranno all'ordine del giorno, ne troverete a decine nel corso del gioco e specie all'inizio sembreranno non avere senso, ma così non è. Date tempo al tempo e tutto vi sarà svelato... o quasi. Non confidate poi di reperire informazioni da NPC perché saranno molto pochi quelli che incontrerete durante i vostri viaggi onirici. Ciò che crea atmosfera e pathos in Ether One sono proprio le sue ambientazioni solitarie, che spaziano da bucolici panorami marini a location decisamente più particolari e bizzarre.

"Ciò che crea atmosfera e pathos in Ether One sono proprio le sue ambientazioni solitarie"

Rispetto ad altri giochi simili, inoltre, il titolo Paper White Games non mette a disposizione un inventario infinito ma consente solo di portare un singolo oggetto per volta. Niente paura perché quasi subito avrete accesso ad una sorta di campo base (che in realtà è il vostro laboratorio) chiamato The Case, nel quale potrete lasciare qualsiasi cosa troviate per poi tornare a riprenderla in caso ne abbiate bisogno.

Come spesso accade nelle avventure, molti degli oggetti di cui verrete in possesso sembreranno totalmente inutili o alieni al contesto in cui vi trovate. Non innervositevi se inizialmente tutto sembrerà andare in direzioni totalmente astruse perché come nei migliori puzzle, quando inizierete ad inserire alcuni dei pezzi più difficili il quadro d'insieme diventerà progressivamente più chiaro.

In qualsiasi momento potrete ritornare alla vostra base, The Case, per depositare e prelevare oggetti o consultare documenti.

Ovviamente non starò qui a svelarvi dettagli sulla trama, o sul perché siete chiamati ad entrare nella testa di queste persone. Farlo significherebbe rovinare la parte migliore di Ether One, ovvero la narrazione. Lenta (proprio come il protagonista su schermo), riflessiva, che per certi versi ricorda lo stile adottato da Ken Levine nei suoi Bioshock.

"Il giocatore potrà muoversi più o meno liberamente, mentre una voce lo avvertirà di indizi e punti d'interesse nelle ambientazioni"

Al giocatore viene concessa la possibilità di muoversi più o meno liberamente, mentre una voce lo avvertirà di possibili indizi e punti d'interesse nelle ambientazioni in cui si trova. Questa sarà per molto tempo l'unica "compagnia" che avrete e l'unico modo per capire dove dirigervi o cosa fare... ma ricordate sempre, non mi stancherò mai di dirlo, di tenere sempre gli occhi ben aperti.

Il paragone fatto con Myst all'inizio della recensione non è stato casuale. Proprio come in quel gioco, la qualità dell'esperienza di gioco dipenderà molto dal vostro approccio alla stessa. Tenete presente che vi muoverete in "livelli" che in realtà rappresentano le infinite sfumature della mente umana e che, proprio come questa, potrebbero mutare sotto i vostri occhi da un momento all'altro, spesso anche in modo repentino e "violento".

Ether One inizia a scrutare le nostre paure.

Vagando senza meta alla ricerca di segni tangibili o indizi canonici rischierete di annoiarvi in poche decine di minuti, ma se riuscirete ad assorbire l'atmosfera di ciò che vi circonda e a pensare in modo diverso dal solito, verrete catturati dall'inizio alla fine e forse riuscirete anche ad abituarvi alle mancanze tecniche del gioco.

Il gioco supporta anche Oculus Rift, ma per ovvi motivi mi è stato impossibile provarlo tramite il dispositivo VR in questione. Mi riprometto comunque di tornare a Pinwheel quando il dispositivo VR in questione sarà disponibile per vivere ancora più a fondo l'eccellente atmosfera del titolo sviluppato da White Paper Games.

Se non fosse stato per i problemi descritti nella recensione, probabilmente Ether One avrebbe offerto anche nella sua versione "da desktop" un'esperienza degna dei migliori adventure degli ultimi anni. Purtroppo finché non interverrà qualche patch correttiva, i fastidiosi rallentamenti e il basso frame rate pregiudicano non poco la fruizione del gioco.

Ether One sarà disponibile a partire dal 25 marzo su Steam, GOG e altre piattaforme di distribuzione digitale. Il supporto ad Oculus Rift sarà attivo fin dal Day One e una versione Mac dovrebbe arrivare entro l'estate. Per ora non sono previste edizioni per console.

7 / 10