Eufloria
Un esperimento poco efficace.
Il mercato dei prodotti Indie ha visto un progressivo incremento in questi anni grazie alle molteplici opportunità offerte dalle piattaforme digitali, che si parli di PC, di console o del successo di numerosissime applicazioni per iPhone. Il progetto di cui ci accingiamo a parlare è nato dalla mente di Rudolf Kremers e Alex May, coadiuvati sul versante sonoro da Brian Grainger.
In Eufloria vengono presi come riferimento elementi strategici, adattati a un ambiente di gioco indagatore e minimalista. Sviluppato sulla base dei concetti scientifici propugnati dal dottor Dyson, il titolo si concentra sulle tematiche dell’esplorazione e del popolamento a opera di piccole entità vegetali, intente a conquistare asteroidi di varie dimensioni e capacità per garantire il proseguimento della specie. L’intero meccanismo è generato in mondo procedurale, pertanto ogni partita risulterà a suo modo differente e sostenuta da una colonna sonora dalle adeguate tonalità new age.
Ma andiamo a scoprire insieme quello che bisogna aspettarsi dal bizzarro e sintetico mondo di Eufloria. Nel primo dei venticinque livelli che popolano la storia si imparerà a spostare alcuni piccoli germogli, unica risorsa in possesso del giocatore, da un asteroide all’altro. Il sistema di trasferimento in questa fase si limiterà a selezionare le aree ancora “vergini” e mandare nella relativa direzione le spore in movimento nell’orbita di ciascun nucleo, con il semplice puntamento del mouse. Cliccando il tasto sinistro mentre si punta il centro di un asteroide si selezionerà un buon numero di germogli da trasferire verso la nuova area colonizzabile, ma sarà possibile optare per singole unità premendo il pulsante destro, specialmente nel caso in cui si debbano effettuare missioni di esplorazione e non si intenda rischiare molte perdite.
Il sistema di per sé ci è parso piuttosto semplice e immediato, forse a tratti anche troppo dal momento che quelle che dovrebbero essere le reali minacce per le proprie sementi non sembrano destare particolari preoccupazioni. I germogli acquisiscono proprietà direttamente dall’asteroide sul quale si trovano e ce ne sono tre tipologie differenti. La quantità di energia emessa dal nucleo in questione determina le dimensioni delle varie unità, gli HP e la loro abilità a mettere fuori uso le zone sotto il controllo dei nemici.
Nella parte bassa dello schermo vengono quindi riportate tre voci, Energy, Strenght e Speed, che stanno a indicare rispettivamente la resistenza delle spore, la loro forza e la velocità di cui sono in possesso, che può far loro raggiungere nuovi asteroidi più o meno rapidamente. Il dato che emerge velocemente durante lo svolgimento dei vari stage è la difficoltà di gestione dello zoom, che porta a concentrarsi su aree eccessivamente delimitate oppure a dare una visione di insieme rendendo più difficoltosa la gestione delle proprie unità.
A partire dal secondo livello si viene introdotti alla fase vera e propria di colonizzazione e vengono anche aggiunte limitazioni sui luoghi in cui è possibile inviare le sementi. In questi frangenti si presentano progressivamente nello scenario nuovi asteroidi, di dimensioni più grandi e quindi in grado di fornire ulteriori capacità alla nostra popolazione vegetale, mentre nel terzo livello si avrà a che fare con i Greys, una seria minaccia segnalata dal Mother Tree, l’albero principale della propria specie, che al contempo funge da narratore all’interno del gioco.