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EyePet

Una scimmia che non sale mai...

Le cose più affascinanti di EyePet sono anche le più inaspettate; cose come l'osservare il cucciolo virtuale saltare sul nostro braccio per evitarlo mentre attiviamo uno dei suoi tanti giochi, o il vederlo cadere a terra nel caso in cui, eseguendo lo stesso movimento, lo si colga alla sprovvista.

Questi piccoli frangenti si dimostrano così naturali e spontanei da rendere l'esperienza di gioco tremendamente realistica. In ogni momento si ha infatti la chiara sensazione che la piccola creaturina sullo schermo sia reale, e che sia in grado di reagire ad ogni stimolo o sollecitazione. Tutto questo non solo garantisce un buon coinvolgimento ma evidenzia come, attraverso EyePet, Sony abbia e stia approfondendo tutte le potenzialità del PlayStation Eye.

Nonostante le ottime premesse, la tecnologia del PlayStation Eye si dimostra però tutt'altro che impeccabile. Dopo una breve introduzione utile per impostare correttamente la telecamera, ci si trova infatti a dover fronteggiare le prime difficoltà. Come impone la tradizione di questo genere di prodotti, il primo passo è ovviamente quello di far schiudere l'uovo contenente il proprio cucciolo, ma sebbene si possa immaginare il contrario, portare a termine quest'obiettivo non è poi così semplice.

La sua bolla ha creato un'ombra! Che magia è questa?

All'inizio, utilizzando la carta di plastica presente nella confezione del gioco (uno strumento fondamentale per permettere alla telecamera di stabilire il verso degli oggetti che appariranno in seguito), è necessario far apparire una piccola stufetta, attivarla, e attendere che l'uovo inizi a mostrare i primi "segni di cedimento". A questo punto, vista la necessità di scuotere delicatamente l'uovo, s'incontrano però le prime difficoltà; dovendo eseguire un'azione così delicata, è impossibile ignorare la totale mancanza di un feedback tattile che possa facilitare il processo.

Le cose si fanno fortunatamente più semplici non appena la piccola creatura esce dal suo guscio: è possibile fargli il solletico, farlo saltare da una parte all'altra attirando la sua attenzione battendo le dita, o farlo saltare agitando le mani in aria, tutto con la massima facilità. Sebbene sia innegabile come semplici azioni esaltino la dolcezza della creatura, è altrettanto vero che non sono sufficienti per rendere l'esperienza davvero soddisfacente.

Tale problematica è in parte risollevata dal "Pet Programme", una raccolta di sfide giornaliere volte ad introdurre gradualmente nuove forme d'interazione con il proprio cucciolo. Le varie azioni, molte delle quali sono legate a specifici oggetti, sono inizialmente semplici (come ad esempio quelle che riguardano il trampolino), ma con il passare del tempo si fanno via via più complesse e articolate grazie all'introduzione di strumenti sempre più interessanti.

Lo sketchbook, ad esempio, ricopre un ruolo determinante nelle fasi di gioco più avanzate; sfruttando questo speciale strumento è infatti possibile disegnare diversi oggetti su un pezzo di carta e, mediante la tecnologia del PlayStation Eye, farli apparire direttamente su schermo così da permettere al proprio cucciolo di giocarci.

Nonostante prevedibili problemi di rilevamento (specialmente con una scarsa illuminazione) il risultato in-game è tutt'altro che deludente. Vedere la piccola creatura mentre vola a bordo dell'aereo che avete appena disegnato vi regalerà grandi soddisfazioni, contribuendo ad incrementare notevolmente il "legame" con il piccolo animaletto.

Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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