F1 2016 - prova
Dopo Dirt Rally il riscatto definitivo per Codemasters?
La vita dei giovani piloti che aspirano a un sedile di Formula 1 dev'essere durissima: concorrenza spietata, questioni di sponsor che spesso antepongono interessi economici al merito e mettono i cosiddetti piloti con la valigia dentro l'abitacolo di vetture di F1 che non dovrebbero vedere nemmeno con il binocolo. Quando per un fortuito allineamento astrale tutte le condizioni si allineano favorevolmente ecco materializzarsi quella creatura mitologica che pochi sono riusciti a vedere da vicino, una sessione di test con una vettura da Gran Premio.
Questa, tolta tutta l'enfasi sulla concorrenza e gli sponsor, è la sintesi estrema della nostra ora di test trascorsa in pista con F1 2016, il nuovo capitolo della serie dedicata alla massima categoria automobilistica mondiale. Siamo infatti stati invitati negli studi di Koch Media in quel di Milano dove è stato allestito un simulatore con i fiocchi. Volante Thrustmaster Ferrari F1 Wheel Integral T500, postazione Rseat, schermo da 50 pollici e versione beta PS4 del gioco. Si trattava di una build non definitiva ovviamente, ma che dava la possibilità di farsi un'idea della guidabilità delle monoposto in sessioni di pratica, qualifica o gara veloce solo di cinque piste oppure di iniziare la modalità carriera.
Purtroppo non c'è stato tempo per concentrarsi sulla carriera nel dettaglio, ma da quello che abbiamo visto si tratta di un ritorno al passato dei primi titoli della serie. Nel motorhome è presente un hub dedicato all'aspetto contrattuale della vita di un pilota di F1 che può partire in due modi: la carriera classica che ci piazza automaticamente in una scuderia meno performante come la Manor e quella per i piloti già esperti. In questo caso ci viene data la possibilità si scegliere subito anche un top team per iniziare la stagione in Australia.
In base al prestigio della squadra e alle prestazioni della vettura il team ci darà degli obiettivi chiedendoci di raggiungerli, dopodiché saranno le nostre prestazioni in pista a parlare, facendoci guadagnare la fiducia dei team principali con offerte migliorative o mettendoci nella situazione peggiore, ovvero quella di essere silurati in pieno stile Kvyat, magari nel bel mezzo della stagione. Rimandando le valutazioni sulla carriera in sede di recensione, ci siamo subito calati nell'abitacolo di una Williams selezionando una gara veloce e andando a modificare tutti parametri relativi agli aiuti di guida e realismo per cercare di macinare quanti più giri possibili.
Aldilà del remake grafico e di alcune modifiche cosmetiche, è evidente che l'interfaccia e le opzioni di gioco sono praticamente le stesse della versione precedente e questo è tutto sommato un bene viste le numerose possibilità di personalizzazione di un weekend di gara, per adattare il gioco alle necessità di varie tipologie di piloti. Dai casual gamer con il joypad ai piloti da volante che non possono vivere senza aiuti fino ai simdriver di livello via via superiore capaci di abbandonare ogni genere di aiuto fino alla guida completamente non assistita.
In quest'ultima configurazione ci siamo dedicati fondamentalmente a capire quali possono essere le novità introdotte da Codemasters in tre ambiti precisi: la guidabilità delle monoposto, la gestione della safety car reale e virtuale e l'intelligenza artificiale dei nostri avversari. Abbiamo infatti subito (ri)preso confidenza con il modello di guida di F1 2016 dopo aver girato in lungo e in largo con i titoli della serie precedente usando in un primo momento il controllo trazione impostato a basso per poi toglierlo completamente. Questa configurazione pone una sfida piuttosto impegnativa nel dosare l'accelerazione in uscita dalle curve, ma ci ha permesso di stare abbastanza agevolmente in scia ai nostri avversari al livello di difficoltà medio.
In quest'occasione abbiamo macinato una ventina di giri ed è stato chiaro che il modello di guida di F1 2016 è una derivazione evidente di quello dell'anno scorso: tanta facilità d'utilizzo con gli aiuti attivati che viene progressivamente meno andando a disabilitarli e imparando i punti di frenata e di corda delle varie piste. Le similitudini con il capitolo precedente si notano subito: Codemasters sta continuando a raffinare la base da cui era partita alcuni anni fa ed è ormai arrivata da qualche edizione ad un buon compromesso tra esigenze di adattabilità del pubblico generalista che ci giocherà tramite joypad e chi invece vuole andare più a fondo usando volante e pedaliera.
Anche chi non ha mai preso in mano un gioco di guida, ma vorrà applicarsi per un periodo di tempo ragionevole non avrà grossi problemi ad adattarsi alle monoposto e al loro stile di guida molto frenetico. Il salto verso una configurazione completamente senza aiuti segna invece il divario tra i piloti per divertimento e i veri simdriver. A conferma di questo troviamo una serie di migliorie in termini di opzioni avanzate impostabili che rendono la guida simulata leggermente più evoluta rispetto al passato. Il primo è l'introduzione del differenziale regolabile direttamente mentre ci si trova in vettura per cambiare il comportamento dell'auto in accelerazione dalle curve lente.
Il secondo è la possibilità di visualizzare una schermata completa della strategia per comprendere la curva prestazionale dei vari tipi di gomme con il passare dei giri senza essere obbligati a percorrere numerosi giri in prova per prevederne il degrado. Molto utile nel caso si decida di deviare dalla strategia impostata inizialmente. Per quanto riguarda la guidabilità delle monoposto non assistita, non abbiamo notato grossi miglioramenti nel comportamento delle auto rispetto al passato, ma soprattutto abbiamo sperimentato qualche vecchio difetto rispuntare fuori in modo piuttosto fastidioso, quindi sospendiamo il giudizio in attesa della recensione definitiva.
Troppo poco tempo a disposizione per adattarsi a un volante e pedaliera poco conosciuti con un modello di guida senza aiuti veramente impegnativo che richiede una regolazione finissima della sensibilità della pedaliera, in particolare il valore della linearità della pressione del pedale dell'acceleratore, mentre più facile è la gestione del freno.
L'altra grossa novità rispetto alla gestione passata riguarda le Safety Car: si trattava di una feature comparsa qualche edizione fa poi tolta a causa di evidenti malfunzionamenti che spesso rovinavano le gare in particolare nei gran premi cittadini come Monaco o Singapore dove si potevano causare pericolose situazioni che impedivano alle vetture di riprendere il senso di marcia anche se venivano disattivate le collisioni. Ora è stata compiuta un'implementazione ancora più raffinata della Virtual Safety Car che obbliga i piloti a tenere un'andatura moderata per qualche decina di secondi mentre la situazione si risolve, ma all'occorrenza può presentarsi la Safety Car vera e propria in pista per raggruppare tutte le vetture in fila indiana e attendere che le auto incidentate possano essere rimosse o tornare in autonomia ai box, come abbiamo visto da una Force India di Hulkenberg completamente priva dell'alettone posteriore.
Ci sono altri aspetti della gara che abbiamo notato positivamente: ora la procedura di partenza è più realistica e obbliga il pilota a gestire meglio i giri motore e lo stacco frizione per non perdere posizioni. Allo stesso modo è stato inserito il giro di ricognizione che permette di scodare e zigzagare per mandare le gomme il più possibile in temperatura e migliorare quindi la partenza. Al momento dell'ingresso ai box ci siamo beccati anche una sonora penalità per aver superato il limite prima della sosta, così come abbiamo notato un maggior numero di detriti lasciato dalle monoposto in seguito a un incidente.
Sotto l'aspetto grafico è chiaro che non siamo di fronte a una rivoluzione ma a un'evoluzione di F1 2015 che già si era confermato un titolo ben realizzato, oltre che essere il primo della serie ad arrivare sulle console della nuova generazione. Questa nuova iterazione del gioco usa chiaramente lo stesso motore e le stesse piste, così come il livello qualitativo dei modelli delle vetture è molto simile. Il frame rate è sempre stato eccellente anche in partenza così come nelle inquadrature dall'esterno durante i replay: già F1 2015 era impeccabile da questo punto di vista, ma questa versione è indubbiamente ancora più ottimizzata e rifinita, aspetto che abbiamo notato anche dai tempi di caricamento molto veloci su PS4.
Non abbiamo avuto occasione di provare la guida con il maltempo, ma abbiamo notato che il lavoro svolto sulla gestione dell'illuminazione prevede qualche fonte di luce extra che migliora notevolmente la resa della scena soprattutto nelle inquadrature dell'esterno. Anche il modello di danni è stato rifinito anche se siamo ancora lontani da un sistema realistico che vede parti di auto spargersi in modo consistente in pista e ai lati.
Complessivamente questa prova ci ha confermato le prime impressioni che avevamo ricavato dai primi test di F1 2016 e propone una nuova iterazione di un franchise che fino al 2013 era migliorato costantemente proponendosi come un ibrido tra arcade e simulazione per soddisfare le necessità di un pubblico quanto mai trasversale. La versione 2014 realizzata solo per le console della vecchia generazione era giunta ormai fuori tempo massimo e quella 2015 ci aveva lasciato l'amaro in bocca per come migliorava nettamente l'aspetto tecnico ma lasciava irrisolti molti problemi tagliando la modalità carriera.
Questo F1 2016 sembra rimediare ad alcune di queste lacune soprattutto grazie al gradito ritorno della carriera anche se non a tutte, in particolare la consistenza del modello di guida da volante e senza aiuti su cui sospendiamo il giudizio in attesa di mettere le mani sulla versione definitiva del gioco, in arrivo per il prossimo 19 agosto, giusto in tempo per vedere Lewis Hamilton distruggere per il terzo anno di fila Nico Rosberg.