Fable III
La fiaba di Peter: terzo capitolo.
Il gioco è finalmente uscito. Qualora foste interessati a completarlo al 100%, vi invitiamo a consultare la nostra soluzione completa di Fable III!
Questa è la terza volta che Peter Molyneux si siede con il suo libro sulle ginocchia per raccontarci la sua personalissima fiaba. D'accordo, un po' bimbi lo siamo ancora e come tali siamo dotati di una certa innocenza e senso della meraviglia, ma la prima volta Peter aveva aperto il libro promettendoci che nella fiaba avremmo avuto la massima libertà d'azione, e non era proprio vero.
La seconda volta aveva anticipato combattimenti mozzafiato e armi a profusione e, beh, non è andata proprio così. Allora, verrebbe da chiedersi, perché mai dovremmo starlo a sentire per la terza volta? Non è così difficile rispondere, perché nonostante le promesse non mantenute e qualche problema qua e là, le fiabe erano belle. E poi perché, diciamocelo, come le racconta Peter... pochi altri riescono a farlo.
Abbiamo giocato le prime due e vogliamo anche la terza! È con questo spirito che la mattina del primo giorno di ottobre abbiamo partecipato alla presentazione ufficiale di Fable III, condotta da Josh Atkins. Josh è il Lead Designer di Lionhead, lavora alla saga da dieci anni ed è in sostanza il braccio operante in una società in cui Molyneux è la mente creativa. Josh è colui che tramuta in videogioco le visioni del Grande Uomo, insomma.
Il tranquillo e professionale Josh non si perde in chiacchiere: saluti, presentazioni (spiacente, non parlo Italiano) e poi buio in sala e si comincia con il filmato introduttivo. Il protagonista è una gallina. Già, proprio così. Una gallina ribelle che fugge dalla gabbia per sottrarsi al controllo spietato del proprio aguzzino. Nel corso della sua fuga lo sfondo è quello di un borgo industriale dove la bellezza e la natura sono state divorate dalle ciminiere e dalla potenza del vapore. Ci sono stivali di soldati in marcia, e fabbriche e colate di acciaio fuso e casse da spedire... la storia finisce tristemente, ma tutte le considerazioni vengono spazzate via da questi pochi minuti, perché per la terza volta il Grande Uomo è riuscito a catturarci.
Se queste sono le premesse, attendiamo il resto con trepidazione. Fable III dista in termini di tempo soltanto un paio d'anni dal capitolo precedente, ma ne sono trascorsi 60 ad Albion e la vecchia cittadina di Bowerstone è molto cambiata in questo lungo periodo. Il progresso è giunto anche qui e nonostante la bellezza di alcuni scorci, è l'industria a farla da padrone.
L'atmosfera ricorda un po' quella dell'Inghilterra alla soglia della Grande Guerra, la stessa che il maestro Tolkien guardava con tristezza mentre veniva fagocitata dal metallo e dagli ingranaggi, con tanto di manifesti "Albion needs you". È in questo contesto inquietante che la storia comincia, con l'evidente intento di mettere da subito in chiaro la situazione: si sceglie se il proprio eroe sarà maschio o femmina e si parte subito con l'obiettivo di liberare il mondo da questo scempio per farne, si spera, un luogo migliore.
È stato necessario qualche minuto per digerire il contenuto di questa introduzione, spegnere il sorriso un po' ebete che si era dipinto sulle nostre labbra e riprendere l'abituale e sobrio contegno di giornalisti a caccia di informazioni. Il principio dietro Fable III è che doveva diventare un gioco più improntato all'azione. Nei primi minuti di gameplay che Josh ci ha illustrato, abbiamo potuto vedere una grafica se possibile ancora più splendente che in precedenza, oltre a notare la presenza del fedele cane da combattimento, caratteristica introdotta in Fable 2 e qui mantenuta.