Face-Off: Alice: Madness Returns
Qual è il vero paese delle meraviglie: Sony o Microsoft?
Il primo American McGee's Alice uscì in esclusiva su PC, mentre il porting per PlayStation 2 fu abbandonato durante lo sviluppo. Anche se il sequel è un titolo multipiattaforma sin dal lancio, le sue caratteristiche tecniche più avanzate brillano solo su PC.
Un’occhiata al nostro video comparativo tra PC e console a 720p rivela una serie di migliorie rispetto all’edizione Xbox 360 e PS3. Anche se ci sono moltissimi esempi di texture a basso dettaglio attraverso il gioco, vengono utilizzate anche texture aggiuntive ed effetti sulla superficie dell’acqua. A completare il tutto abbiamo anche un motion blur basato sui movimenti della telecamera, ed un gran numero di sorgenti di luce presenti su schermo allo stesso momento, le quali aggiungono profondità alla scena. Anche la qualità d’immagine è migliore grazie al multi-sampling anti-aliasing, ma i paragoni diretti servono solo a sottolineare quanto sia ottima l’implementazione del MLAA della versione PS3.
Il punto distintivo più interessante è comunque l’inclusione della tecnologia NVIDIA PhysX. Disponibile solo per chi utilizza una scheda video NVIDIA, questa caratteristica assegna diversi calcoli della fisica alla GPU, permettendo una serie di effetti migliori.
Al livello più semplice, PhysX consente collisioni più realistiche tra fumo ed effetti particellari: che sia applicato alle “nuvolette” che sbuffano fuori dalla pistola macinapepe di Alice o alle farfalle che la circondano mentre salta e plana attraverso gli ambienti. In particolare, i capelli di Alice sono fantastici: il modo in cui sono animati e come fluiscono e si muovono nel vento è decisamente impressionante; forse è l’animazione dei capelli più convincente che abbiamo visto in un gioco da molto tempo a questa parte, e questo elemento è presente anche nelle versioni console.
Oltre a questo, l’utilizzo di PhysX diventa un modo per connettere insieme i diversi elementi del mondo di gioco in maniera molto più realistica. I fluidi come la melma che circonda alcuni nemici, ad esempio, non solo appare ma interagisce in maniera credibile con l’ambiente. Magari quest’aspetto è anche tropo curato per l’effettivo peso che ha nell’economia di gioco, e addirittura in alcuni punti non si sposa bene con gli altri effetti implementati.
Considerata la semplicità delle texture e la natura datata della grafica rispetto ai primi della classe, molta gente con un PC decente orientato al gioco si aspetterebbe di far girare Alice con tutti i vantaggi del caso concessi dai 720p60, e senza alcun problema. Cosa che abbiamo fatto con il nostro i5 con GTX 460, il che è stato un deciso passo avanti rispetto all’esperienza a 30FPS fornita dalle console. Ad ogni modo, abbiamo scoperto che una performance stabile a 1080p non era possibile sulla nostra macchina; siamo solo riusciti ad ottenere dei 30FPS variabili nei momenti migliori, una delusione vedendo che in linea di massima il gioco non è particolarmente assetato di risorse.
Per chi vuole raggiungere una performance di 60FPS a qualsiasi risoluzione, è necessario compiere alcuni aggiustamenti che vanno oltre ai semplici settaggi sui menù del gioco. Quando abbiamo fatto girare per la prima volta il gioco a 720p siamo stati accolti con dei discutibili 30FPS bloccati, un aggiornamento identico alle versioni console. La soluzione è stata una rapida modifica del file Alice Engine.ini (in particolare la voce 'MaxSmoothedFrameRate') da 30 a 60 sblocca il frame-rate, permettendo all’engine di visualizzare tutti i frame che la vostra configurazione hardware può permettersi. Il motivo per cui questo non sia stato incorporato nelle opzioni grafiche è un mistero, perché la sua attivazione fa una grossa differenza riguardo il gameplay, e in molti aspetti l’aggiornamento video è molto più importante della mera risoluzione.
Nell’ottica di ottenere la miglior qualità visiva possibile, i benefici di girare a 1080p sono ovvi: tutto è più definito ed i dettagli più piccoli risaltano meglio. Ma in confronto a titoli più complessi, l’aumento nella risoluzione non si traduce davvero in un miglioramento negli altri aspetti grafici del gioco. Molte texture e modelli sembrano poco sofisticati, e l’aumento della risoluzione non aiuta.
In definitiva, Alice: Madness Returns è altalenante dal punto di vista tecnico, ma il gioco è anche pieno di inventiva ed artisticamente ispirato, il che trascina il giocatore dentro l’esperienza e lo rende impaziente di scoprire cosa c’è più avanti. Il game design risulta un po’ semplicistico e la grafica appare leggermente datata rispetto agli altri giochi mossi dall’ Unreal Engine 3: ad esempio ci sono alcune texture a basso dettaglio che non fanno certo una bella figura. Per chi ha apprezzato l’originale e per i nuovi arrivati in cerca di qualcosa di diverso, Alice riesce a fornire un gioco piacevole ma per quanto riguarda il game design non si può fare a meno di pensare che si tratta di un titolo dalle ampie prospettive le cui idee però non sono sviluppate fino al loro pieno potenziale.
Tra tutti i formati, non c’è dubbio che la versione PC sia la più curata delle tre, e non importa se abbiate o meno accesso alle caratteristiche esclusive permesse da NVIDIA PhysX. Parlando però delle console, anche se entrambe le versioni sono consigliabili, la vittoria va al 360. Il MLAA dà una maggior qualità visiva alla versione PS3, ma a causa della natura stessa delle grafica, la mancanza di smussamento su 360 non si nota molto. In maniera simile, anche se ci sono vantaggi nella versione Xbox come texture ed effetti leggermente migliori, non sono abbastanza significativi da pesare in una decisione d’acquisto. Quel che conta infatti è la performance, ed è proprio in questo aspetto che Xbox 360 ha un vantaggio che si traduce in un’esperienza di gioco decisamente più solida.
Articolo originale di David Bierton. Traduzione a cura di Massimiliano Pacchiano