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Fanatec Club Sport Pedals V2 - review

Una pedaliera a prova di conflitto nucleare.

Il cerchio si chiude: dopo la recensione della Wheelsport Club Basee dei due volanti ufficiali (Formula Rim e BMW GT2 ), siamo arrivati all'ultimo capitolo di questa serie di recensioni dedicate ai i prodotti che l'azienda tedesca Fanatec ci ha inviato. Stavolta parliamo di un argomento che spesso viene trascurato da chi acquista un volante, in quanto la pedaliera solitamente viene progettata al risparmio in molti prodotti di fascia bassa per dirottare il maggior numero di risorse possibili alla realizzazione del voltante stesso.

Come sospettavamo, l'attitudine di Fanatec non è cambiata anche con la pedaliera ufficiale che viene venduta per essere accoppiata alla Wheelsport Club Base e tutti i volanti con essa compatibili. Si tratta dei Fanatec Club Sport Pedals V2, ovvero una base completamente in alluminio del peso di ben sette chili su cui c'è effettivamente molto da dire in termini di funzionalità e qualità. Per quanto riguarda il primo impatto una volta tolti dalla confezione, si capisce che sono fatti per colpire l'occhio degli appassionati di motorsport. Un uso ossessivo di alluminio di ottima qualità per scelta dei materiali e design, mette subito in chiaro le cose: stiamo giocando nello stesso campionato della Wheelsport Club Base per quanto riguarda i materiali utilizzati che si riflettono in una robustezza a fuori da ogni parametro.

I sette chili di alluminio anodizzato per poggiapiedi, i tre pedali di acceleratore, freno e frizione e le guide nella parte posteriore cui questi sono inseriti, sono quanto di più solido abbiamo mai visto nella nostra carriera di videogiocatori in una pedaliera, facendo presagire un'affidabilità meccanica assoluta di questi Fanatec Club Sport Pedals V2. Da qualsiasi parte li si guardi, è praticamente impossibile notare qualsiasi punto debole nell'assemblaggio che possa far pensare a un cedimento dovuto all'uso normale: solo le molle utilizzate per i tre pedali o l'elettronica che registra i loro movimenti sui potenziometri potrebbero alla lunga (molto alla lunga) avere bisogno di manutenzione. Per il resto l'impressione è che prima di un'eventuale rottura, dovrete macinare talmente tanti chilometri virtuali da rendere questa preoccupazione quanto mai remota.

"Da qualsiasi parte li si guardi, è praticamente impossibile notare qualsiasi punto debole nell'assemblaggio"

I pedali sono tutti posizionabili a piacimento. Trovare la configurazione giusta è essenziale ma già l'ergonomia di base è già abbastanza buona.

In realtà ci si rende conto molto velocemente che questi Fanatec Club Sport Pedals V2 vanno molto oltre la normale meccanica di pedale-molla-potenziometro che siamo sempre stati abituati a osservare in altri prodotti simili. La natura "naked" di questa pedaliera permette di vedere chiaramente il movimento di tutti e tre i pedali montati facendo intuire una filosofia costruttiva completamente diversa per ciascuno di essi.

Ma cominciamo ad analizzare il frontale: la superficie dove appoggiare i talloni è ampia e sagomata e anche se leggermente scivolosa per via della lavorazione dell'alluminio, tutto sommato piuttosto confortevole. La parte inferiore non è caratterizzata da una base vera e propria: l'intera infrastruttura poggia su tre tubolari in alluminio che ai quattro angoli presentano un'ampia piedinatura in gomma. Il peso dei Fanatec Club Sport Pedals V2 contribuisce a rendere inamovibile la pedaliera ma appoggiarla a un pavimento liscio non è un problema grazie all'ottima gomma sottostante, rendendo piuttosto difficili spostamenti accidentali.

Tornando alla parte superiore, quello che colpisce sono tuttavia le superfici traforate dei pedali. Oltre all'indubbio appeal estetico che ricorda monoposto e supersportive di razza, è ovvio che non si sta parlando di un escamotage per risparmiare sul peso: è infatti possibile svitare i pedalini traforati e posizionarli a piacimento per crearsi una sorta di layout personalizzato a seconda delle proprie necessità.

I motivi possono essere essenzialmente due: la comodità d'utilizzo a seconda della propria posizione di guida influenzata dalla lunghezza delle gambe o dalla postazione di guida e la lunghezza dei vostri piedi in relazione all'appoggio dei talloni e il punto di pressione della pianta del piede. Si tratta di una soluzione facile da implementare ben illustrata nel filmato illustrativo relativo alla manutenzione della pedaliera che trovate a corredo di quest'articolo.

"È possibile svitare i pedalini traforati e posizionarli a piacimento per crearsi una sorta di layout personalizzato"

La presentazione ufficiale dei Club Sport Pedals V2.Guarda su YouTube

La parte posteriore è sicuramente più interessante dal punto di vista meccanico: l'acceleratore è il dispositivo più semplice dei tre, visto che si tratta essenzialmente di una molla molto leggera e del potenziometro che ne legge la corsa andando regolare la quantità di accelerazione. La resistenza è molto bassa e la pressione è una semplice formalità restituendo un'ottima sensazione di modularità, essenziale per evitare accelerazioni brusche che si possano tradurre in spiacevoli testacoda.

Tutta un'altra questione è il pedale del freno, realizzata combinando tre elementi diversi: una molla, un pistone idraulico contenente olio al silicone e un potenziometro in grado di regolare la sensibilità della frenata. Si tratta di una soluzione complessa ma molto efficace perché punta a simulare la resistenza di un pedale del freno collegato a un impianto idraulico: questo permette di adattare allo stile di guida di ognuno in base alla sensibilità e resistenza desiderata.

Combinando la regolazione della molla con la quantità di olio al silicone presente nella pistone è possibile impostare la resistenza del pedale del freno e la sua velocità di ritorno: il settaggio di base è quasi da attrezzo da palestra e richiede uno sforzo fisico semplicemente insostenibile in tempi prolungati e senza un sedile che garantisca l'adeguata stabilità.

Fortunatamente è possibile agire sulla resistenza della molla e soprattutto sulla viscosità del silicone, per ridurre progressivamente la forza richiesta per azionare il freno e renderlo così accessibile anche a un pubblico che non deve tenere costantemente allenata la muscolatura della gamba sinistra per giocare con i simulatori di guida. In ultima istanza, come regolazione fine è possibile agire sul potenziometro per regolare la sensibilità della frenata e personalizzare ulteriormente il feeling di staccata, assolutamente fondamentale in quei simulatori in cui la performance di guida è strettamente collegata alla bravura del pilota nel non bloccare le gomme, soprattutto quando ci si trova al volante di una F1.

"È possibile agire sulla resistenza della molla e sulla viscosità del silicone per ridurre la forza richiesta per azionare il freno"

La meccanica della parte posteriore. Il mini-impianto idraulico del freno è un vero tocco di classe.

Anche il pedale di sinistra, quello dedicato alla frizione, è caratterizzato da una filosofia costruttiva molto particolare che deriva dalla volontà di restituire un feeling "da frizione" alla pressione molto diverso da quello degli altri pedali: se l'acceleratore è costante nella resistenza lungo tutto la sua corsa e il freno richiede progressivamente più forza, la frizione è concepita esattamente all'opposto.

Una molla molto resistente nella parte iniziale perde però immediatamente resistenza già nella parte centrale. Questo per simulare al meglio una frizione in grado di "staccare" subito e rientrare immediatamente in posizione subito dopo la cambiata. Fortunatamente è possibile regolare anche la resistenza della frizione per renderla meno impegnativa dal punto di vista fisico e quindi alla portata anche di chi non pratica per l'automobilismo a livello agonistico o amatoriale. In questo caso la regolazione è solo meccanica in quanto presente la sola molla di ritorno e non anche il pistoncino idraulico al silicone.

Alla luce di queste caratteristiche tecniche e di personalizzazione, le prove su strada che abbiamo svolto confermano l'eccezionale qualità e filosofia costruttiva di questa pedaliera: a seconda dell'attitudine di ognuno può essere usata come una normale periferica di guida ma anche trasformarsi in una riproduzione perfetta delle meccaniche di guida delle più evolute auto da corsa. La precisione dei potenziometri è eccellente e precisa in ogni situazione ma, come avrete abbondantemente intuito, il vero valore aggiunto di questa pedaliera è rappresentato dalla capacità di simulare la meccanica di un vero set di pedali restituendo un'eccellente sensazione di coinvolgimento anche senza usare dispositivi attivi come ritorni di forza controllati da servomotori.

"Ci troviamo di fronte ancora una volta a un prodotto che non si abbassa ad alcun genere di compromesso"

Ecco il filmato illustrativo che spiega la manutenzione dei Club Sport Pedals V2: osservandolo si capiscono le differenti soluzioni costruttive impiegate nella realizzazione dei tre pedali e l'eccezionale qualità dei materiali impiegati.Guarda su YouTube

L'unico punto interrogativo è quello sull'affidabilità della circuiteria che fa da contorno a una meccanica a prova di bomba: nei due mesi di test non abbiamo rilevato malfunzionamenti di alcun genere e la sensazione è che anche un uso molto intenso non darà problemi se non (probabilmente dopo parecchie centinaia di migliaia di chilometri virtuali) la sostituzione dei potenziometri per usura. Niente male se consideriamo che rompere la pedaliera fisicamente è praticamente impossibile, nemmeno lanciandola dal sesto piano di un palazzo.

Come per tutte le altre periferiche Fanatec recensite in queste settimane, ci troviamo di fronte ancora una volta a un prodotto che non si abbassa ad alcun genere di compromesso quando si tratta di combinare funzionalità, feeling di guida e qualità costruttive ben oltre gli standard di qualsiasi altra periferica di gioco realizzata finora. In questo senso, il prezzo di 249 euro è perfettamente allineato col valore complessivo finale di una pedaliera che si propone come il degno completamento di un kit, quello dedicato alla Wheelsport Club Base, tra i migliori mai concepiti per i giochi di guida moderni.

10 / 10
Avatar di Matteo Lorenzetti
Matteo Lorenzetti: Dopo dieci anni di The Games Machine, approda finalmente alla redazione di Eurogamer.it. Onnivoro per quanto riguarda i generi, predilige sparatutto, giochi di guida ed RTS.

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