Fanatec Clubsport Handbrake 1.5 - recensione
Per i fanatici dei rally, una periferica capace di regalare grandi soddisfazioni.
Torna sulle pagine di Eurogamer.it un'azienda che spesso abbiamo avuto modo di ospitare per i suoi prodotti di alto livello. Si tratta di Fanatec, la compagnia tedesca specializzata in periferiche per giochi di guida. Dopo volanti, pedaliere e le basi della serie Direct Drive, ecco un prodotto per un pubblico di nicchia, ovvero gli appassionati di giochi di guida che si dedicano ai Rally in particolare. Nulla vieta ovviamente di usare il freno a mano anche in altri titoli più o meno simularcade che li supportano, ma generalmente la spesa di una periferica del genere è ad appannaggio di chi si dedica a prodotti come la serie Dirt e Dirt Rally di Codemasters, WRC di Kylotonn oppure il vetusto ma ancora apprezzato Richard Burns Rally o anche Assetto Corsa.
Appena tolto dalla confezione il Clubsport Handbrake 1.5 si presenta come da tradizione per le periferiche Fanatec: materiali e finiture di robustezza assoluta sia per quanto riguarda la leva, sia per quanto concerne la scatola del freno a mano. Tutto alluminio robustissimo lavorato in modo eccellente per quanto riguarda ogni singola componente per un effetto estetico decisamente "teutonico". Alluminio per la leva e una brunitura scura per il corpo del freno. Oltre al peso, salta subito all'occhio l'abbondanza di recessi per le viti: sia nella parte sottostante ma anche in quelle laterali: questo per permettere le più ampie possibilità di fissaggio sia tra il lato destro e sinistro di un tavolo/cockpit, ma anche per orientare in modo diverso il freno. Questo può infatti essere montato per puntare verso l'alto, quasi si trattasse di un cambio, ma anche verso il basso, come una leva da freno a mano in uso alle auto stradali.
È anche possibile aprire le cover superiore, staccare la leva e rimontarla al contrario a seconda delle proprie preferenze e di come si vuole gestire l'impugnatura. L'obiettivo è quello di permettere all'utente di impostare, cockpit e tavolo permettendo, la classica postazione del freno a mano verticale a fianco della leva del cambio tipica delle vetture da Rally. Molto vicina al volante quindi, e per permettere di raggiungerla con un movimento della mano molto breve. Il Clubsport Handbrake 1.5 è pensato per agganciarsi al cambio manuale di Fanatec, ma anche, tramite delle staffe vendute separatamente, per essere adattato al table clamp pensato per il cambio manuale che abbiamo recensito a suo tempo.
Per quanto riguarda la connettività, ilFanatec Clubsport Handbrake è pensato per andarsi a inserire nel consolidato ecosistema del costruttore tedesco: è infatti collegabile direttamente a tutte le basi Fanatec attualmente in commercio (CSV 2.5, CSL Elite e Direct Drive della serie Podium) grazie alla presenza di una porta RJ11 dedicata in ciascuna di queste periferiche per poi arrivare al PC o alla console. Noi l'abbiamo connessa senza problemi anche a una datata CSW 2.0 Servo. Volendo si può anche passare attraverso le due pedaliere standard di casa Fanatec ovvero le CSW 3.0 e CSL Elite ma in questo caso la connessione può passare solo tramite PC. Volendo è possibile collegare il freno a mano direttamente al computer, ma in questo caso serve un adattatore venduto separatamente. Il prezzo è contenuto, ma non sarebbe stato male avere già una soluzione USB proprietaria che permettesse ai possessori di altri marchi di iniziare ad usare il freno direttamente out of the box.
Ma com'è stata la nostra esperienza con questo Clubsport Handbrake 1.5? Collegato alla base CSV 2.5 non abbiamo nemmeno dovuto installare i driver visto che quelli precaricati hanno rilevato immediatamente il freno al primo riavvio. Al momento dell'attivazione è bastato effettuare un movimento completo per effettuare la calibrazione automatica e da quelmomento in poi, abbiamo avuto a disposizione un controller analogico capace di muoversi lungo un unico asse, permettendoci di calibrare l'intensità della frenata.
Terreno di prova per il freno sono stati due titoli: Dirt Rally 2.0, un titolo rallistico semplicemente perfetto per trarre vantaggio delle possibilità rotazionali garantite da un dispositivo di questo genere ma anche l'immortale Assetto Corsa: non è molto utilizzata, ma al suo interno troviamo una selezione di tracciati e di vetture pensate per fare drifting, situazione in cui l'uso del freno a mano regala al gioco tutta un'altra dimensione. In Dirt Rally 2.0 abbiamo dovuto lavorare un po' per trovare la posizione giusta della leva, ma una volta fatto ci siamo trovati subito a nostro agio. La resistenza generata dalla molla si percepisce ma non dà fastidio e fa tornare rapidamente in posizione la leva. La corsa è sufficientemente lunga per imparare a dosare l'utilizzo ed è un giusto compromesso tra la possibilità di andare da 0 a 100 in brevissimo tempo, ma anche di dosare la forza al 25%, 50% o 75%.
L'azione on/off sul freno a mano corrisponde alla parte iniziale del percorso di adattamento che impegna i novizi quando si deve acquisire il controllo del retrotreno in concomitanza con la manualità di volante, acceleratore e freno.Ma una volta presa confidenza con il dispositivo e anche con le caratteristiche delle varie vetture, ecco uscire le vere potenzialità di un freno analogico come questo ovvero il dosaggio della frenata sia come intensità sia come durata per cercare di far ruotare l'auto nelle curve più strette senza perdere eccessiva velocità e senza scomporla eccessivamente. Guidare la Subaru Impreza tra i tornanti in asfalto è stata una goduria assoluta, ma anche le auto moderne entrano letteralmente in un'altra dimensione, anche in termini di tempi sul giro.
Lo stesso genere di efficacia l'abbiamo vista anche su Assetto Corsa, un simulatore dalla dinamica veicolare decisamente più sofisticata rispetto a quella delle vetture di Dirt Rally, per quanto non va dimenticato il fatto che le superfici irregolari del gioco Codemasters non possono essere paragonate all'asfalto decisamente più liscio di quello Kunos Simulazioni e quindi più facilmente simulabile. Una macchina particolare come la BMW E30 Drift, capace di un enorme spunto ai bassi regimi ci ha regalato grandi soddisfazioni sui tracciati pensati per il drifting, previo un cospicuo periodo di apprendimento. Ancora una volta è emersa la grande qualità simulativa del gioco Kunos, anche non siamo riusciti immediatamente a replicare le stesse sensazioni di Dirt Rally 2.0 visto che si trattava di una vettura diversa. Anche in questo caso è stata solo questione di farci la mano trascorrendo il giusto numero di ore di pratica per accorgersi di come un controllo indipendente della frenata sull'asse posteriore apra nuove possibilità di controllo vettura.
Dirt Rally 2.0 o Assetto Corsa, il succo della questione non cambia: questo Clubsport Handbrake 1.5 si è comportato magnificamente in entrambi i casi dandoci da subito la confidenza necessaria ad iniziare i primi inneschi di testacoda per poi rifinire sempre più il comportamento dell'auto dosando l'intensità della frenata in modo eccellente. L'utilizzo è estremamente intuitivo: la comodità della presa è ottima grazie al rivestimento morbido della maniglia, così come la sensazione di solidità del freno quando si raggiunge il fondo corsa e la velocità con cui torna in posizione grazie a una robusta molla che comanda il movimento. L'unico aspetto che ci viene in mente potrebbe infastidire qualcuno è legato alla lunghezza della leva che la porta a flettere di pochissimo verso destra o verso sinistra ma solo nella sua parte superiore: il gioco nella meccanica della scatola è praticamente nullo.
Un dettaglio veramente da poco che non toglie affidabilità a un prodotto che sembra averne da vendere in virtù della semplicità di assemblaggio e qualità dei materiali. Ovviamente Fanatec si rivolge alla nicchia di una nicchia, ovvero gli appassionati di giochi di guida con una predilezione per i Rally o gli ancora più esigui Drifter. Ma, considerazioni di mercato a parte, questa proposta di Fanatec si pone sulla stessa falsariga qualitativa del resto del suo catalogo: una periferica ben concepita, ancora meglio assemblata ed assolutamente personalizzabile nel montaggio e nell'utilizzo. Il prezzo di 119 euro, come da tradizione Fanatec, non è dei più amichevoli e la necessità di acquistare un adattatore separato per chi non dispone di un ecosistema Fanatec non aiuta in questo senso, ma non ci sono veramente molti modi per rompere un prodotto di questo tipo, quindi si tratta di un investimento garantito nel tempo che non abbiamo molte riserve a consigliarvi.