Far Cry 4, a spasso per il Kyrat - prova
Qualche ora in compagnia di Far Cry 4 per capire cosa ci attende sull'Himalaya.
Parigi - Il successo commerciale e di pubblico di Far Cry 3 ha sorpreso un po' tutti. La serie, infatti, si pensava fosse destinata ad un lento oblio dopo che il passaggio di consegne da Crytek a Ubisoft aveva dato come risultato un episodio dal dubbio valore. Dopo questo passo falso, però, la divisione di Montreal del colosso franco-canadese è riuscita a confezionare uno sparatutto open-world estremamente vario e divertente, con in più una trama discretamente riuscita. E soprattutto un nemico dal grande spessore.
Ci ha dunque un po' sorpreso arrivare a Parigi per provare Far Cry 4 e non vedere nemmeno l'ombra di Pagan Min, il nuovo supercattivo doppiato da Troy Baker, che nelle intenzioni degli sviluppatori dovrebbe prendere il posto di Vaas. Senza la sequenza iniziale, senza capire il legame tra il protagonista e Min, è stato più difficile del previsto immergersi in Kyrat, nelle sue atmosfere e nella sua guerra.
Senza una forte trama a fare da collante, Far Cry 4 lascia un po' spiazzati nella sua totale libertà di azione. Troppe cose da fare, località da esplorare ed eventi casuali da affrontare per riuscire ad orientarsi immediatamente. In poche parole avremo ancora a che fare con uno sparatutto che fa della libertà il suo punto di forza. Esattamente come faceva Far Cry 3.
Saremo liberi di seguire la storia immergendoci a fondo nella guerra civile che sta martoriando Kyrat, o liberi di gironzolare per questa terra alla ricerca di nuove armi, missioni, obiettivi di caccia o torri da liberare e conquistare in modo da sbloccare una nuova area sulla mappa. Anche l'approccio alla missione è completamente in mano al giocatore.
Si potrà scegliere se agire di soppiatto, magari utilizzando l'arco per non mettere in allarme i nemici, attaccare senza grossi preamboli facendo affidamento sulle proprie capacità di killer o cercare un approccio indiretto, magari sfruttando qualche animale nelle vicinanze.
Come al solito ci saranno diversi mezzi di trasporto da sfruttare, come jeep e furgoncini, ma anche elicotteri e deltaplani. Ognuno di essi garantisce uno stile di guida completamente differente, dagli ingestibili quad agli agili elicotteri grazie ai quali pianificare missioni mordi e fuggi. In attesa della wingsuit, per spettacolari voli a pelo d'aria.
Ovviamente i momenti più divertenti li abbiamo vissuti grazie agli elefanti, una delle maggiori novità del gioco. I pachidermi possono essere infatti utilizzati sia come eccellente diversivo per seminare il panico tra le fila nemiche, sia come letale mezzo di trasporto in grado di caricare i soldati di Re Min e farli letteralmente volare a colpi di proboscide.
Vi lasciamo solo immaginare il caos che possono causare due elefanti nelle mani di altrettanti giocatori, evento non particolarmente raro durante le partite cooperative. In compagnia di un amico potremo girare liberamente per tutta la mappa, liberando avamposti, andando a caccia, o riscuotendo le taglie. L'unica cosa che sarà preclusa durante una cooperativa sarà la storia, disponibile per un solo giocatore.
Questo anche perché l'incedere sarà molto più personale che in passato, dato che potremo scegliere tra due strade differenti, una contraddistinta dalla tigre e l'altra dall'elefante. In base alle decisioni prese appoggeremo una fazione rispetto all'altra, dando vita ad una storia con diversi finali. Una scelta radicalmente diversa da quella del terzo capitolo, dove l'unico bivio arrivava al termine dell'avventura.
Come al solito saremo liberi di sviluppare il nostro alter ego nella maniera che preferiamo. I punti esperienza potranno essere spesi, infatti, per migliorare le capacità di attacco o quelle di difesa di Ajay Ghale, simboleggiate, anche in questo caso, dall'elefante e dal dragone. Potremo imparare delle utilissime mosse stealth, ma anche come migliorare la reazione ai medikit.
In altre parole l'impianto di gioco che ha decretato il successo di Far Cry 3 è tornato praticamente immutato nella sostanza, con qualche variante nella forma per adattarlo meglio al nuovo nemico e alla nuova ambientazione.
Occorrerà riprendere la mano col sistema di mira, che dopo Destiny vi sembrerà davvero poco preciso, ma rimarrete sorpresi da alcuni tentativi di aggiramento da parte dei nemici e soprattutto dalle tante alternative a vostra disposizione.
Graficamente non si può dire che si siano fatti grossi passi in avanti rispetto al terzo capitolo. I filmati mostrati in rete ritraggono una versione PC in grande spolvero, con ambientazioni ampie, dettagliate ed ispirate. Su console, anche quelle di nuova generazione, la situazione è un po' differente, con un aspetto un po' sporco, qualche texture di definizione non elevatissima e alcuni problemi di pop-up.
Gli sviluppatori puntano a raggiungere i 1080p e i 30 frame al secondo su PS4 (la versione che abbiamo provato), ma resta ancora da vedere come sarà il risultato finale, dato che mancano ancora diverse settimane di ottimizzazione del motore grafico.
Il gioco originale vanta poi un cast di voci di assoluto livello, e siamo curiosi di sentire i risultati dell'adattamento di questo capitolo nel nostro idioma.
I tanti fan di Far Cry 3 possono stare tranquilli, Ubisoft sembra non aver voluto stravolgere la formula che solo pochi mesi fa ha riscosso tanto successo. Tutta l'azione e l'adrenalina di questo shooter free-roaming torneranno praticamente inalterate, con l'aggiunta di tigri, elefanti e un amico con cui fare cagnara.
Se sotto il profilo del gameplay il gioco sembra mantenere quello che ha promesso, andranno verificati principalmente due punti. Il primo è il comparto tecnico, apparso un po' troppo arretrato sulle console di nuova generazione.
Inoltre dovremo capire se la star di questo quarto episodio, ovvero Pagan Min, saprà reggere il confronto con l'ormai leggendario Vaas Montenegro e sostenere sulle sue spalle di rosa vestite il peso della storia. In attesa di Blood Dragon 2.